«Pressioni» al dirigente per il concerto di Vasco, Fugatti cambia le regole dell'accesso agli atti, minoranze all'attacco
D’ora in poi, per dare risposta alle richieste (legittime) dei consiglieri, bisognerà avere l’ok dell’assessore competente. I gruppi consiliari insorgono: «Leso il sacrosanto principio di indagine»
POLITICA Minoranze all'attacco sulla trasparenza degli atti
CONSIGLIO Tutto quello che si sa del concerto di maggio
IL CASO La Commissione dice no, Fugatti si infuria
FUGATTI Nessuna indebita pressione sulla Commissione
UGO ROSSI Quanto emerso getta ombre sulla giunta
TRENTO. Si terrà domani 17 febbraio la conferenza stampa di tutti i Gruppi di minoranza del Consiglio provinciale, per stigmatizzare «l’operazione lesiva del diritto di accesso agli atti amministrativi, garantito ai consiglieri provinciali dall’art.147 del Regolamento interno», condotta dalla Giunta Fugatti con una nuova circolare che ostacola lo svolgimento della loro funzione di controllo, così come previsto dalla legge.
Paradossale che la risposta della Giunta alle gravi carenze emerse con riferimento al concerto di Vasco Rossi proprio grazie alla richiesta di accesso agli atti, non sia stata una dichiarazione di voler migliorare la propria azione, bensì la creazione di un ulteriore ostacolo alla trasparenza.
Cosa è accaduto? Dopo che i consiglieri (del Pd e dei 5 Stelle) avevano ottenuto nei mesi scorsi prove scottanti delle «pressioni» di Fugatti sui dirigenti e sulla Commissione di sicurezza chiamata a dare l’autorizzazione al concerto, grazie all’accesso agli atti previsto dalla legge, il presidente della giunta ha cambiato le regole.
A poco più di tre mesi dal concerto di Vasco Rossi, etra le polemiche roventi sul fronte politico, fa discutere la recente circolare: tutte le richieste di accesso agli atti da parte dei consiglieri provinciali avranno ovviamente risposta, ma saranno prima viste dall’assessore competente.
Sulla carta non c’entra Vasco Rossi. Ma quando negli uffici hanno visto arrivare la nuova circolare, che chiarisce le regole per rispondere ad una richiesta di accesso agli atti, da parte dei consiglieri provinciali, in pochi non hanno collegato le cose. Perché è in conseguenza di due accessi agli atti che il Pd ha accusato la giunta provinciale di aver fatto pressioni sui servizi competenti.
Venerdì è stata inviata la circolare che chiarisce l’iter. E che si può riassumere così: le informazioni vanno ovviamente date. Ma serve l’assenso preventivo dell’unità Affari generali della Presidenza e, in ultima analisi, dell’assessore competente.
Il principio è chiaro: un consigliere provinciale ha diritto di vedere ogni carta passa dagli uffici, a meno che non ci siano limiti legati all’obbligo di riservatezza o per motivi legati al segreto d’ufficio. Insomma, assolute eccezioni.
La circolare non mette in dubbio il principio, ma indica un diverso iter per far fronte alla richiesta in questione. Nel dettaglio, quando ad una struttura arriva una richiesta di accesso agli atti, è necessario «trasmetterla tempestivamente per conoscenza all’Umst Affari Generali della Presidenza, segreteria della giunta e trasparenza, all’assessore competente in materia e al dipartimento di appartenenza».
La struttura deve poi creare un fascicolo sull’istanza (anche per le richieste orali). Soprattutto, «le strutture che ricevono l’istanza dovranno trasmettere il riscontro che intendono fornire al consigliere, al dipartimento competente per l’apposizione del “visto preventivo”» e a sua volta il dipartimento competente «avrà cura di informare l’assessore di riferimento».
Il tutto, spiega il dirigente generale Luca Comper, che firma la circolare, «ai fini di consentire la corretta e uniforme gestione delle istanze».
Ma le minoranze insorgono, e daranno battaglia.