Nuovo aumento dei prezzi. Cgil, Cisl e Uil pressano la Provincia: “Non c’è tempo da perdere, subito interventi sul caro bollette
Sindacati preoccupati per l’ennesima impennata dell’inflazione che a gennaio tocca il 5,2%: “Servono almeno 30 milioni di euro per dare risposte alle famiglie. E le risorse si possono reperire tra quelle stanziate e non utilizzate nel 2020 e 2021 per i lavoratori e le lavoratrici nell’ambito dell’emergenza Covid”
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TRENTO. Non si arresta la corsa dei prezzi in Trentino. A gennaio l’inflazione ha fatto segnare un balzo in avanti del 5,2% rispetto allo stesso mese del 2021. In Italia l’incremento medio è stato del 4,7%. Rispetto ad un mese fa in provincia il costo della vita è cresciuto di un ulteriore 2,3%, un punto percentuale in più rispetto alla media nazionale.
A trainare l’aumento sono ancora una volta i costi di energetici e abitazione che toccano un +26,8% rispetto a gennaio dell’anno scorso; +20,2% nel resto del Paese. Un dato che conferma le preoccupazioni dei sindacati e che spinge Cgil Cisl Uil a sollecitare Piazza Dante un confronto urgente per concordare un intervento straordinario per ridurre l’impatto dell’aumento delle bollette sulle tasche di famiglie e pensionati.
“E’ trascorso quasi un mese dall’incontro con il vicepresidente Tonina e ancora non è dato sapere se e quali interventi la Giunta Fugatti intenda mettere in campo”, sottolineano i tre segretari generali che nei giorni scorsi hanno sollecitato un nuovo incontro.
“A questo punto i provvedimenti messi in campo dal Governo nazionale sono chiari. La Provincia deve passare all’azione – incalzano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Servono almeno 30 milioni di euro per dare risposte alle famiglie. E le risorse si possono reperire tra quelle stanziate e non utilizzate nel 2020 e 2021 per i lavoratori e le lavoratrici nell’ambito dell’emergenza Covid”.
Per Cgil Cisl Uil la strada è quella di misure che amplino l’intervento del Governo nazionale indirizzato alle fasce più deboli con un intervento di sostegno che abbatta gli aumenti almeno per tutti i nuclei familiari che hanno un indicatore Icef fino a 0,30, dunque in buona sostanza circa 30mila famiglie.
Infine Cgil Cisl Uil ribadiscono l'opportunità di intervenire sull'addizionale IRPEF ripristinando esenzione alle famiglie e ai pensionati fino a 20mila euro.