Vaccinazioni anti covid e sorveglianza sanitaria per tutti i profughi ucraini in arrivo
La Provincia spiega quali sono le procedure da seguire per gli sfollati che stanno arrivando anche in Trentino: finora sono 250 circa gli ospiti di famiglie del territorio e altri 60 nelle strutture pubbliche di accoglienza
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TRENTO. Gli sfollati ucraini attivati in Trentino e che non erano vaccinati contro il covid, hanno tutti accettato la somministrazione.
Lo ha spiegato oggi il dirigente generale del dipartimento salute e politiche sociali Giancarlo Ruscittidella Provincia, che ha preso parte alla conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio.
Un momento per fare il punto sulle procedure del'accoglienza, mentre l'associazione Rasom sta coordinando il fiume di aiuti offerti dai trentini per l'invio verso le zone di crisi ai confini ucraini dove si stanno riversando gli sfollati.
Dunque i circa 310 cittadini giunti in questi giorni (60 dei quali in carico a strutture pubbliche, gli altri in famiglie locali) saranno protetti dal covid, cosa finora meno scontata, dato il basso tasso di vaccinazioni che registra il Paese.
Ma bisogna anche verificare che non siano inconsapevolmente contagiosi al loro arrivo.
Per questo, ha spiegato Ruscitti, una nuova ordinanza prevede che fino al 31 marzo effettuino un test covid (molecolare o antigenico) entro 48 ore dall'ingresso in Italia.
Nei 5 giorni successivi dovranno indossare la mascherina Ffp2 e seguire un regime di auto-sorveglianza sanitaria.
Finora solo una delle persone arrivate è risultata positiva nei test, ha comunicato Ruscitti: si tratta di un minorenne subito posto in isolamento insieme ai contatti stretti.
Alla conferenza è intervenuta anche l'assessora alla salute Stefania Segnana, che ha sottolineato la disponibilità ricevuta da parte dei pediatri: “Si sono messi a disposizione per assistere tutti i bambini che stanno arrivando. Abbiamo contattato anche gli psicologi per i popoli, per occuparsi delle mamme e dei ragazzi”.
Il presidente Maurizio Fugatti ha spiegato che per quanto riguarda l'uso del trasporto pubblico, per raggiungere le strutture ospitanti, sarà necessario essere muniti di un referto negativo di test covid non più vecchio di 48 per l'antigenico e 72 per il pcr.
All'ingresso nel territorio, oltre alla somministrazione del vaccino anti covid sono previste quelel contro tetano, difterite, pertosse e poliomelite. Vengono proposte anche le altre vaccinazioni rpeviste al decreto Lorenzin.
Ovviamente il soggiorno all'interno dei centri è autorizzato anche nel periodo di attesa dell'emissione del super green pass.
Lo status dei profughi sarà identificato, ha spiegato Ruscitti, come Stp (straniero temporaneamente presente), da cui derivano obblighi e opportunità sanitarie previste nell'ordinanza.
Pierluigi La Spada, coordinatore di Cinformi ha ricordato, fra l'altro, che le persone che trovano accoglienza in Trentinod evono essere regolarizzate con una segnalazione alla questura.