Caro bollette, la risposta della Provincia (e la replica dei sindacati): una tantum alle famiglie povere, specialmente se hanno più figli
L’assessore Spinelli annuncia un prossimo provvedimento di aiuti sull’assegno unico, rinviate invece le misure per le imprese: «Dobbiamo parlare con Dolomiti Energia ed i consorzi». Cgil, Cisl e Uil critici: «Abbassino l’Irpef, invece»
IL CASO Dolomiti Energia scrive ai commercianti: forti rincari in arrivo
PREZZI Carburanti alle stelle, ecco i prezzi alle pompe
TRENTO. L'obiettivo è quello di riuscire ad aiutare circa 50.000 famiglie trentine (su 135.000) che si trovano in difficoltà a fronte del rincaro del costo della vita e in particolare delle bollette di luce e gas. Lo ha annunciato ieri mattina in conferenza stampa l'assessore alle attività economiche e lavoro, Achille Spinelli, nel confermare che sta lavorando a un provvedimento che verrà portato in giunta la settimana prossima, che mira ad aumentare l'assegno unico provinciale ampliando però anche la platea dei beneficiari (attualmente per l'assegno unico sono 30.000) per venire incontro alle famiglie con una fascia di reddito medio-bassa e specialmente a quelle con più figli, che stanno incontrando le maggiori difficoltà per l'aumento dei prezzi.
«Il nostro intervento - ha detto Spinelli - vuole essere rapido ed efficace come abbiamo imparato a fare nell'emergenza Covid, pur nel rispetto degli indici reddituali e patrimoniali per l'accesso ai sussidi pubblici. L'aumento riguarderà un numero di famiglie molto rilevante, intorno ai 50.000 nuclei familiari, con situazione patrimoniale ridotta ma non come quella per l'assegno unico provinciale. Questa si aggiungerà all'intervento statale del bonus energia e gas previsto per le famiglie più povere. L'entità dell'intervento avrà due fasce, quella maggiore potrà raggiungere i 400 euro di aiuto per nucleo familiare».
L'assessore ha specificato che in questa prima fase il sussidio sarà una tantum, quindi si potrà ricevere una volta sola, salvo si rendano necessari ulteriori provvedimenti da parte della giunta provinciale qualora la situazione del caro energetico dovesse ulteriormente aggravarsi. Per questa misura la Provincia intende stanziare «circa 25 milioni di euro».
Il Partito democratico aveva sollecitato, durante il dibattito dell'altro giorno in consiglio provinciale sull'incremento dell'assegno unico, un intervento per 40 milioni di euro, ovvero circa il doppio.Spinelli ha detto inoltre che: «Per ora va invece rinviato il sostegno che le imprese stanno attendendo anche dalla Provincia oltre che dallo Stato finché non sarà consentito l'aumento della soglia europea degli aiuti di stato».
Il caro bollette non rientra infatti tra i danni da Covid per i quali invece è stato possibile intervenire con i sussidi.Nuovi incentivi per il fotovoltaico.Il vicepresidente e assessore all'ambiente Mario Tonina ha annunciato che la giunta «sta lavorando a un pacchetto di incentivi per le famiglie che intendono installare impianti fotovoltaici».
«Vogliamo coinvolgere Dolomiti Energia ed i consorzi elettrici - ha detto Tonina - e anche i privati prevedendo l'acquisto da parte di questi del credito fiscale. Oggi per chi vuole realizzare un impianto fotovoltaico per produrre energia pulita c'è una detrazione fiscale pari al 50%, per il restante 50% prevedendo, cosa su cui stiamo lavorando, la rateizzazione della somma in bolletta. Stiamo coinvolgendo anche i presidenti dei Bim, se potranno intervenire per un contributo a fondo perduto sull'installazione. Prevediamo poi interventi anche per le imprese e le società nei prossimi mesi».
L'assessore Tonina ha poi precisato che per l'installazione degli impianti fotovoltaici la giunta sta predisponendo anche un disegno di legge relativo alla disciplina urbanistica per facilitare la possibilità di installarli nei centri storici anche sugli edifici vincolati e «su aree idonee come siti dismessi oppure cave, aree agricole a terra per impianti ad energia rinnovabile».
«Su questo stiamo lavorando da settimane - ha sottolineato il vicepresidente Tonina - e vorremmo condividerlo con gli attori che saranno protagonisti nella realizzazione degli impianti. Anche le Comunità energetiche potranno essere degli attori fondamentali per ottimizzare l'autoconsumo e ridurre i costi in bolletta in un momento che è drammatico per i costi dell'energia elettrica. Questo è il momento per sviluppare una nuova cultura energetica».
I sindacati però fanno i conti, e non sono convinti: «I conti non tornano. Se l'intervento provinciale contro il caro bollette interessa 50mila famiglie e non a tutti verrà garantita la quota massima di 400 euro una tantum, il beneficio a favore delle famiglie rischia di costare anche meno di 15 milioni di euro, lontanissimi dai 40 milioni minimo che avevamo chiesto come organizzazioni sindacali ma distanti anche dai 20 milioni annunciati dalla Giunta. Insomma si deve fare di più per tutelare il potere d'acquisto di lavoratori e pensionati».
Cgil Cisl Uil del Trentino per bocca dei segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti spronano la Giunta Fugatti a fare di più sul fronte della riduzione dell'impatto dell'impennata dei prezzi dell'energia, come richiesto ormai in un incontro a fine gennaio. Non per questo i sindacati chiudono al confronto, anzi.
«La prossima settimana è in programma un incontro con la Giunta - spiegano Grosselli, Bezzi e Alotti -. Chiariremo con la Provincia i contorni dell'intervento cui sta lavorando la Giunta per capirne meglio la portata e la platea che deve coinvolgere anche nuclei senza figlie e pensionati. Crediamo che si possa fare di più per aiutare le famiglie in questo delicato frangente, visto anche l'impatto che sta avendo l'invasione russa dell'Ucraina sui prezzi e sull'economia locali. Alla Giunta porremo anche altre questioni riferite all'energia e al sistema di welfare».
Per Cgil Cisl Uil del Trentino infatti la questione energia ha bisogno di misure strutturali rivolte alla produzione di energia sostenibile, anche attraverso incentivi economici e normative urbanistiche capaci di rendere accessibili anche alle famiglie la diffusione nelle abitazioni private del fotovoltaico per esempio. I sindacati chiedono poi altre misure per i redditi più bassi.
«Crediamo - ribadiscono i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino - che vada ripristinata la deduzione dell'addizionale Irpef fino a 20 mila euro di reddito, che debbano essere garantite tutte le risorse attuali per l'assegno unico e che sia infine necessario indicizzare al costo della vita i benefici del welfare provinciale il cui valore è eroso dall'aumento del costo della vita. Ricordiamo che a gennaio il costo della vita è salito del 5,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Servono quindi anche misure strutturali a favore delle famiglie».