Trento / Il caso

"La mia auto danneggiata dai detriti caduti durante il temporale sulla strada dei Crozi, ma nessuno mi risarcisce"

"Le assicurazioni non pagano e dalla Provincia nessuna risposta": la denuncia di Daniele Bolgia che affida ai social un video e un riassunto della vicenda. Accadde il 23 giugno dello scorso anno, durante un'ondata di maltempo che provocò violente cascate sulla strada aperta per alleggerire il traffico durante i lavori (che proseguono) sul vicino viadotto

CROZI Le auto attraversano muri d’acqua e il video fa impressione
VIDEO Con le macchine sotto le cascate ai Crozi
ZENI "Sulla vecchia strada dei Crozi sicurezza da migliorare"

TRENTO. Quasi tremila euro di danni alla vettura dopo il passaggio sotto una "cascata di acqua, sassi e detriti" sulla vecchia strada dei Crozi, utilizzata come via per le vetture durante i lavori al viadotto: lo denuncia, in un post sul proprio profilo Facebook, Daniele Bolgia, riferendosi a un fatto - spiega - risalente al giugno dello scorso anno.

Il problema, lamenta Bolgia, è che ad oggi nessuno si assume la responsabilità per quei danni, dunque niente risarcimento.

Ecco il testo integrale del post diffuso oggi, 25 marzo, da Daniele Bolgia nel social network: "Il video allegato si riferisce alle cascate d’acqua formatesi lungo la strada dei Crozi (ex SS della Valsugana) in data 23/06/2021.

La strada era aperta (come lo è tutt’ora) per via dei lavori al viadotto. Quella sera oltre all’acqua cadevano sassi e altri detriti sulla carreggiata i quali hanno provocato danni alla mia macchina per € 2.800,00.

Migliaia di euro di danni all’auto investita dalle cascate dei Crozi: il video

La denuncia sui social dopo i tentativi, andati a vuoto, di ottenere un risarcimento.

Per prima contatto la mia assicurazione (ho la copertura per eventi atmosferici) che manda il perito a valutare il danno e mi conferma che poi si rivarranno sulla Provincia; successivamente, quando si tratta di liquidare il danno, rifiuta il risarcimento (“sinistro non riconducibile alla definizione di evento naturale”).

A questo punto sento direttamente la Provincia di Trento la quale mi rimanda alla loro assicurazione, la quale, dopo svariati mesi, molteplici PEC e chiamate, al momento non è ancora in grado di dirmi a che punto è la pratica.

Contatto allora nuovamente la Provincia, sollecitata anche dall’officina che mi ha effettuato i lavori di riparazione (la Provincia alle mie PEC personali non si è neppure degnata di rispondere. Per ricevere una risposta ha dovuto scrivere l’officina che mi ha effettuato i lavori, minacciando azioni legali). La Provincia mi rimanda nuovamente alla loro assicurazione che contatto nuovamente: questa volta il rimando è alla ditta che ha effettuato i lavori lungo la strada dei Crozi, che, fra l’altro mi aveva già scritto tramite la loro assicurazione che loro non avevano alcuna responsabilità: “Responsabile dell’occorso, pertanto, deve essere ritenuta la Provincia Autonoma di Trento..”.

Chiamo allora direttamente in Provincia (gestione strade); la chiamata viene trasferita ad un altro ufficio perché loro “non sanno”; finalmente riesco a parlare con un funzionario della Provincia. La risposta che ottengo è che tutto quello che era di sua competenza è stato fatto (avviare la pratica con l’assicurazione) e non può fare/dirmi altro. Chiedo quindi di essere messo in contatto con qualcuno che mi sappia dare maggiori informazioni. Ma, mi dice “non c’è nessuno che può rispondere alle mie domande e fornirmi maggiori informazioni” e mi viene consigliato come unica soluzione la mediazione (il procedimento precedente al fare causa tramite avvocato) se proprio voglio avere qualche speranza di ottenere risarcimento.

Quando poi concludo dicendo che a questo punto non mi resta altro che rendere pubblica la situazione (social media, giornali, Strisca ecc.), quello che ottengo è la minaccia di una querela e il telefono sbattuto in faccia.

Non ho idea di quante autovetture siano state danneggiate quel giorno, sicuramente sono in parecchi che si trovano in questa situazione, costretti a combattere contro i mulini a vento, a perdere tempo e soldi per l’arroganza e l’inefficienza di un ente pubblico.

Pochi o tanti che siano è però vergognoso che da parte della Provincia Autonoma di Trento (che dovrebbe essere al servizio dei cittadini, qualche funzionario probabilmente l’ha dimenticato) non ci sia modo di ottenere risposte e risolvere il problema", conclude Daniele Bolgia nel suo post in Facebook.

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