In regione sempre più anziani soli: un terzo dei cittadini vive da solo e il 52 per cento di questi è over 60
È questa la fotografia scattata dal Rapporto Janssen-Censis sulla Sanità in Italia, presentato in occasione della prima edizione di "The Italian Health Day"
TRENTO. La Sanità del futuro - si legge nel report del Censis - dovrà farsi trovare pronta non solo a possibili nuove emergenze, ma anche alle implacabili previsioni sociodemografiche del nostro Paese, che rispecchiano quelle regionali. Si evolvono le forme familiari, con il decollo delle famiglie unipersonali: gli abitanti del Trentino-Alto Adige che vivono soli sono 1 su 3 (33,5%), più della metà dei quali (52%) è over 60.
Inoltre, l'invecchiamento della popolazione porta a una moltiplicazione di patologie invalidanti e cronicità, che generano alti fabbisogni sociosanitari e di assistenza: in Trentino-Alto Adige, un terzo degli over 75 ha multicronicità e limitazioni gravi (33,6%). In quest'ottica, si rende sempre più necessario il passaggio da una medicina riparativa a una attiva di prevenzione. Questo includerà non solo il recupero delle visite mancate durante il periodo Covid, ma anche una più alta adozione di stili di vita salutari per innalzare le persone in buona salute che, in Trentino-Alto Adige, sono il 79,4%. È questa la fotografia scattata dal Rapporto Janssen-Censis sulla Sanità in Italia, presentato in occasione della prima edizione di "The Italian Health Day".
Gli italiani sembrano avere le idee ben chiare in merito alle caratteristiche della Sanità post-Covid e ai protagonisti che la animeranno: i cittadini sempre più informati, responsabili e partecipi, il medico come massimo garante della tutela della salute e gli innovatori (intesi come ricercatori e imprese). Un ecosistema orientato sempre più alla personalizzazione che beneficia della mobilitazione di tutti gli attori: tratti indispensabili per rispondere alla triplice sfida di gestione della malattia acuta, cronica e delle nuove emergenze, tenendo ben presente l'aspetto fondamentale della sostenibilità economica.
I cittadini hanno evidenziato in primis il ruolo chiave dell'innovazione, decisiva per migliorare la cura, i percorsi assistenziali e le difese dalle nuove emergenze. Sono oltre 9 su 10 le persone che hanno fiducia nei ricercatori scientifici (90,9%) e altrettanti coloro i quali ritengono che la spesa pubblica in ambito salute rappresenti un investimento e non un costo (93,7%). Tanto per la sperimentazione scientifica quanto per garantire che le cure arrivino velocemente ai pazienti risulta però essenziale la cooperazione tra Stati e imprese del farmaco (90,1%), le quali godono della fiducia di ben 2 italiani su 3 (66,4%). Gli innovatori, incluse le imprese, non sono più percepiti come una componente esterna della Sanità, ma attori decisivi che permettono di ottimizzare l'impatto sulla salute e la qualità della vita dei pazienti.
«Gli italiani - ha dichiarato Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis - sono grati alla sanità per quel che ha fatto in emergenza, ora la guardano proiettata verso il futuro. Personalizzazione delle cure, più alti esiti, miglior qualità della vita e sostenibilità economica, sono le variabili di una difficile equazione che, se sarà opportunamente valorizzato il ruolo degli innovatori, dai ricercatori alle imprese del farmaco tanto apprezzati dai cittadini, sarà senz'altro risolta. Non a caso, in maggioranza gli italiani sono convinti che nei prossimi anni, anche grazie alle lezioni di questo biennio, il Servizio sanitario è destinato a migliorare. Le tante sfide future, a cominciare dalla necessità di rispondere a cronicità, acuzie ed emergenze, richiedono di certo più risorse, più personale, più posti letto e più servizi, ma perché tutto sia sostenibile nel lungo periodo, è decisivo dare una forte spinta all'innovazione ed alla ricerca, dai farmaci ai servizi all'uso intelligente dei dati, così da massimizzare il valore salute».
«Siamo felici di poter proseguire il dibattito sulla Sanità del futuro insieme al Censis" - ha aggiunto Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Janssen Italia e Head of External Affairs Johnson & Johnson Italia -. Il Rapporto presentato mostra chiaramente cosa gli italiani si aspettano dalla Sanità post-Covid e non possiamo che trovarci d'accordo con quanto hanno espresso, a partire dalla richiesta di una maggiore collaborazione pubblico-privato per portare sempre più rapidamente l'innovazione ai pazienti. Ci fa piacere, inoltre, constatare che gli italiani ripongano un'alta fiducia nei confronti delle imprese del farmaco e che il loro ruolo sia riconosciuto nell'ambito dell'innovazione, tanto nelle emergenze, quanto in situazioni ordinarie».