Turismo trentino: 2021 meglio del 2020, ma si è perso un ospite su tre
Tutti i dati di presenze e arrivi: tengono bene il Garda, la val di Fassa e Trento, in sofferenza altre località, ma con differenze fra alberghiero e ricettivo esterno
TRENTO. Il 2021 è andato meglio del 2020 per il turismo trentino, ma il tonfo rispetto al periodo precedente alla pandemia è decisamente ancora pesante: gli arrivi risultano diminuiti rispetto al 2019 del 34% e le presenze del 35,2% per quanto riguarda il settore alberghiero ed extralberghiero. Ogni imprenditore ha perso un cliente su tre. Bastano queste indicazioni per riassumere il bilancio dello scorso anno, secondo i dati preparati dall'Istituto di statistica della Provincia.
L'andamento del 2021.
Lo scorso anno ha sofferto fino a giugno per le limitazioni alla mobilità legate alla pandemia. Il confronto con il 2020 presenta in generale valori in crescita sia per gli arrivi (2,99 milioni e +8,3%) che per le presenze (11,94 milioni, +2,1%) nell'aggregato tra alberghiero ed extralberghiero (affittacamere, campeggi, agritur). Il settore alberghiero registra un aumento negli arrivi del 2,9% e un calo nelle presenze del 6,2%.
Segno, dunque, che la permanenza media si è leggermente accorciata.
Nell'extralberghiero si osservano valori positivi, con l'aumento del 24,1% negli arrivi e del 23,2% nelle presenze. Le presenze alberghiere rappresentano il 65,8% del totale dei pernottamenti rilevati nelle strutture ricettive. Nel complesso, i pernottamenti registrati nel corso del 2021 sono circa 12 milioni, con una netta prevalenza di turisti italiani (68,7%). Agosto si conferma il mese con il più alto numero di pernottamenti e il suo peso relativo sull'anno aumenta di 4,3 punti (dal 27,9% al 32,2%) a causa delle consistenze anomale del movimento negli altri mesi.
Le presenze italiane crescono del 2,9% rispetto all'anno 2020 e le principali regioni di provenienza si confermano essere Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana. In sostanziale tenuta le presenze straniere (+0,3%), con i flussi maggiori rappresentati da turisti tedeschi, olandesi, austriaci, polacchi e cechi.
L'analisi negli ambiti.
Per gli ambiti a vocazione sciistica, che nel 2020 avevano potuto contare su numeri record fino all'inizio di marzo e prima del lockdown, si osserva una performance generalmente negativa, dovuta in particolare alla chiusura forzata degli impianti di risalita. Gli ambiti di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, della Valsugana, Tesino e Valle dei Mocheni, di Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo, del Garda trentino, Valle di Ledro, Terme di Comano e della Val di Non registrano però valori in crescita.
Il 25% delle presenze annue si concentra nell'ambito del Garda trentino, mentre gli altri ambiti di rilievo sono la Val di Fassa (15,9%), l'Altopiano della Paganella, la Piana della Rotaliana e San Lorenzo Dorsino e la Val di Sole, entrambi con circa il 9% delle presenze alberghiere ed extralberghiere dell'anno.
Le differenze tra alberghi e extralberghiero.
Il movimento turistico negli esercizi alberghieri fa segnare variazioni negative significative per le categorie fino ai tre stelle superior, mentre è andata meglio nelle categorie più elevate. La permanenza media provinciale si attesta sulle 3,7 notti, con un tasso di occupazione migliore negli alberghi a 4 stelle superior e 5 stelle (67,8%). Le presenze registrate negli alberghi a tre stelle rappresentano il 44% del movimento turistico annuo del settore.
Nel settore extralberghiero si evidenzia un andamento nettamente positivo, in particolare nelle tipologie campeggi, agritur ed esercizi rurali che assieme rappresentano il 54,5% del movimento e crescono, su base annua, del 39,8% nelle presenze. Il bilancio dell'anno, considerando anche la stima del movimento in alloggi privati e seconde case, risulta in crescita per gli arrivi (+3,7%) e in calo per le presenze (-3,5%).
Il confronto con il 2019.
Una valutazione più significativa delle dinamiche rilevate nel 2021 si ottiene confrontando i risultati dell'anno con quelli registrati nel 2019, ultimo anno prima del Covid. Le presenze complessive alberghiere ed extralberghiere evidenziano valori in forte contrazione: gli arrivi risultano diminuiti rispetto al 2019 del 34% e le presenze del 35,2%. In sofferenza entrambi i settori, anche se più marcata risulta la diminuzione nel movimento alberghiero.
L'andamento complessivo, tenendo conto anche degli alloggi privati e delle seconde case, ricalca quanto osservato per la componente della ricettività a carattere imprenditoriale e mostra un calo del 34,2% negli arrivi e del 31,2% nelle presenze.
La dinamica delle presenze alberghiere ed extralberghiere a livello mensile evidenzia rispetto al 2019 valori in netto calo per i primi 6 mesi derivate dalle restrizioni per contrastare il Covid-19 e una progressiva ripresa nel corso dell'estate che si osserva principalmente nei mesi di agosto, settembre e ottobre che registrano variazioni positive.
L'andamento del movimento turistico alberghiero ed extralberghiero a livello territoriale confrontato con i risultati dell'anno 2019 conferma la contrazione in tutti gli ambiti turistici, con variazioni che vanno da un -20,1% nella zona del Garda trentino, Valle di Ledro e Terme di Comano al -54,8% per la Val di Sole.Seconde case e alloggi privati.Un discorso a parte merita infine quello che può essere definito il turismo non imprenditoriale, fatto da seconde case e alloggi privati. Nelle seconde case gli arrivi sono stati 734 mila per un totale di 7,03 milioni di presenze (-6,9% sul 2020), mentre negli alloggi privati si sono registrati 389 mila arrivi e 3,56 milioni di presenze (-13,3%).