Pubblico impiego, contratto in alto mare, i sindacati proclamano lo stato di agitazione
Attacco di Fenalt, Uil, Cisl e Cgil. Personale della sanità, delle amministrazioni pubbliche, delle case di riposo ancora in attesa dopo le promesse di Fugatti: «Spendono milioni per i megaconcerti, per il personale niente. Ma sono in vista operazioni elettoralistiche»
TRENTO. Tutto fermo sul fronte sindacale in Provincia. Dopo mesi di scontri, in particolare per il mancato rinnovo del contratto, la giunta provinciale aveva stanziato le somme necessarie a riconoscere un aumento nel triennio appena concluso, 2019-21. Ma con i soldi in bilancio ci sono voluti mesi per deliberare la distribuzione delle risorse, dopodiché la trattativa per sottoscrivere l’accordo si è arenata.
E non è la sola partita congelata nel comparto Autonomie locali. Lo sottolinea il segretario generale della Fenalt, Maurizio Valentinotti: «È fermo il rinnovo del contratto, ferma la riforma dell’ordinamento del personale, fermo il tavolo smart-working, bloccate le assunzioni nell’Azienda sanitaria, ferma la riforma del contratto delle Case di riposo. Il silenzio della politica e di Apran è sconcertante» afferma, minacciando la ripresa dello stato di agitazione. Valentinotti ricorda come siano trentamila i lavoratori del settore, che con paghe inferiori alla media nazionale ed europea devono fare i conti con un costo della vita ormai schizzato alle stelle.
«E' uno stallo umiliante, ma anche offensivo: ci sono davvero persone in difficoltà, basti pensare alle migliaia di lavoratrici part time» scrive in una nota il segretario Fenalt. Nessuna nuova neanche dal tavolo della modifica dell'ordinamento professionale delle Autonomie Locali, che dovrebbe metter mano ad uno sviluppo delle carriere non più adeguato alla realtà. Il segretario del sindacato autonomo attacca la Provincia anche per l’atteggiamento in tema di smartworking, strumento che si è meritato l'attenzione nel periodo della pandemia acuta e che ha ispirato addirittura un piano strategico. «Piano a cui evidentemente i rappresentanti degli Enti, Provincia in testa, non credono, al punto da lasciare la trattativa su un binario morto». Altro tema che deve essere affrontato è la posizione degli operai stradali, che si trovano inquadrati in due livelli differenti pur svolgendo le stesse mansioni da molti anni.
Capitolo a parte riguarda la sanità, comparto al centro dell’attenzione da un paio d’anni a questa parte per le pressioni e il super lavoro imposto dall’emergenza Covid. Qui - a detta di Valentinotti - sono bloccate le assunzioni come è bloccata la distribuzione del " bonus covid" che avrebbe dovuto ristorare degli enormi sacrifici compiuti dal personale nel proseguo della pandemia.
E poi c’è il problema delle case di riposo, da dove gli operatori stanno scappando attratti da contratti più vantaggiosi in altri comparti della sanità. La necessità di rendere più appetibile il contratto delle Apsp è noto ma nessuno sembra al momento voler prendere in mano il problema. «Persino con una sentenza in mano con cui i lavoratori assistiti da Fenalt si sono visti riconoscere il diritto al tempo di vestizione, non ci giunge nessun segnale per estendere il riconoscimento a tutti. Chiediamo incontri con la politica trentina e non ci vien data risposta. Di calendari e di incontri con Apran nemmeno l'ombra. Insomma si fa prima a fare il riassunto di quello che sta procedendo perché con una parola ce la caviamo: nulla!» Dunque il segretario della Fenalt annuncia, se le cose non cambieranno velocemente e non saranno riaperti i tavoli di trattativa, l’apertura di una nuova stagione di scontro. «Ricordiamo - dice - che è ancora in atto lo stato di agitazione, è forse il caso di ricominciare a scendere in piazza.»
Dopo Maurizio Valentinotti e i sit-in della Uil Sanità, anche la Cisl funzione pubblica si fa sentire.«Siamo preoccupati per i tempi estremamente allungati per l'avvio delle trattative: serve costruire un nuovo sistema di relazioni sindacali, rispettose delle prerogative delle parti sociali» dichiara Giuseppe Pallanch, segretario provinciale della Cisl Funzione pubblica. «Daremo battaglia perché - sostiene il sindacalista - ci sono ritardi inspiegabili sulla contrattazione e tempi lunghi per l'erogazione di quanto dovuto ai lavoratori. Una situazione inaccettabile in quanto in Trentino non sono previste bollinature di organismi di controllo e del ministero dell'economia. Le direttive sono arrivate già in ritardo e su nostre sollecitazioni, ma gli accordi sono stati già definiti da mesi, come nel caso del passaggio degli operai della Gestione strade; alcuni provvedimenti non sono stati erogati e registriamo anche interpretazioni bislacche di alcuni istituti come per esempio tavolare e catasto».
A fronte del protocollo firmato tra la Provincia e i sindacati nel dicembre scorso per dare avvio ai rinnovi contrattuali, la Cisl Fp insiste perché vi sia una tempestiva applicazione degli accordi. «Siamo costantemente impegnati a far valere i diritti dei lavoratori - dice Pallanch - non comprendiamo queste interpretazioni di trattative già avviate e definite. A questo si aggiunge che i contratti di secondo livello sono fermi». Il sindacato di via Degasperi auspica un cambio di passo a breve per poter dare risposte ai diversi settori.
«Le risorse per le Autonomie locali e per la sanità - evidenzia Pallanch - per le progressioni orizzontali ci sono, ma questo tema non viene ancora affrontato, mentre l'inflazione colpisce le famiglie e c'è un'erosione del potere d'acquisto. È necessario avviare un tavolo per trovare le risorse per una contrattazione di secondo livello per i dipendenti di Comune e Comunità di valle. I salari dignitosi sono tra le azioni che valorizzano le competenze e che rendono i posti attrattivi a fronte di grande responsabilità».
Le cose non vanno meglio nel settore della Sanità e assistenza nelle case di riposo.
«È necessario - prosegue il sindacalista - anche trovare le risorse per il personale tecnico e amministrativo in Azienda provinciale per i servizi sanitari, un altro tema urgente è quello di stabilire fin da subito le indennità per gli Oss e per gli infermieri delle Apsp e la adeguate risposte alla nostra piattaforma sull'area sanitaria e sugli autisti soccorritori. Sono professionisti che tanto si sono spesi con abnegazione e senso di responsabilità per affrontare le tante criticità emerse nel corso dell'emergenza Covid, figure che ora attendono i giusti riconoscimenti».
La Cisl Funzione pubblica chiede infine di avviare un confronto per «dare seguito agli accordi già sottoscritti e che sono esigibili. C'è da chiudere in primis il contratto e poi procedere con la definizione dei dettagli di tutti gli accordi, già delineati a grandi linee. L'Italia e l'Alto Adige investono nel settore pubblico, anche per dare slancio a quello privato, mentre qui si prende tempo. Ci aspettiamo, forti degli accordi sottoscritti il 15 dicembre 2021» di avviare la contrattazione».
Il 19 marzo scorso il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, aveva annunciato che la giunta aveva dato le prime direttive ad Apran (Agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale) per il rinnovo dei contratti collettivi provinciali di lavoro per il triennio 2019-2021 e per l'indennità di vacanza contrattuale 2022-2024 per circa 35.000 dipendenti pubblici trentini del comparto autonomie locali, sanità, ricerca. Ma evidentemente nulla ancora si muove.
Interviene anche la Cgil-FP: «Grazie alla mobilitazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori, il 15 dicembre scorso è stato siglato il Patto che ha consentito lo stanziamento di risorse per i contratti, per la revisione degli ordinamenti professionali, per le indennità in sanità, per l’equiparazione economica del personale delle Case di Riposo con la sanità, disegnando una road map per recuperare il tempo colpevolmente perduto in Trentino in tema di pubblico impiego e sanità. Al contrario, a tale impegno non sono ancora seguiti i fatti, e l’assenza di una convocazione per l’apertura dei tavoli in sede Apran malgrado le Direttive – giunte peraltro anch’esse colpevolmente in ritardo e solo dopo la nostra sollecitazione – sta a lì a dimostrare che l’atteggiamento sul pubblico impiego non è affatto mutato».
Così Luigi Diaspro – Segretario Generale della Fp Cgil che interviene sul tema dopo i colleghi di Fenalt e Cisl – che stigmatizza il particolare dinamismo della giunta su tutti i temi compresi aumenti delle indennità dei consiglieri ed eventi e megaspettacoli ma che, sul pubblico impiego proprio non riesce a ingranare. «Mancano tuttora gli stanziamenti delle indennità per Infermieri, OSS e Professionisti Sanitari per il personale del Pronto Soccorso, in un comparto come quello della Sanità che per tutto quanto sta affrontando in questo periodo meriterebbe una corsia preferenziale almeno pari a quella del concerto di Vasco, per rinnovare il contratto e riqualificare e riconoscere professionalità, competenze e retribuzioni alle tante professionalità che fanno parte del sistema».
«Siamo intervenuti di recente anche sul tema delle Case di Riposo, dove anziché affrontare la grave carenza di personale e la fuga verso la sanità di Infermieri e Oss rinnovando il contratto e valorizzando le professioni si pretende di sopperire alla mancanza di Oss con breve formazione del personale Ausiliario mettendo a rischio la qualità dei servizi e mortificando professionalità e retribuzioni del sistema».
Non solo. «Sul versante dei Comuni e Comunità di Valle - visto il sostanziale flop della tanto sbandierata riforma istituzionale – sarebbe da affrontare l’enorme difficoltà di reclutamento di personale nei piccoli comuni per la poca attrattività e le alte competenze richieste a fronte della sempre maggiore complessità delle procedure pubbliche, riflettendo sull’esperienza delle gestioni associate e sulle fusioni o su alternative che consentano di rivedere e valorizzare le funzioni degli enti intermedi, e invece ci si attarda con impuntature sulle modalità di regolamentazione del lavoro agile di fatto bloccando il lavoro di mesi al tavolo negoziale e consegnando al Trentino ulteriore primato di arretratezza anche di cultura gestionale del personale pubblico».
«Per non parlare del tema dello stanziamento degli arretrati per il triennio 2019/2021 con la manovra di assestamento per tutti i Comparti - Provincia, Comuni, Apsp, Sanità e Ricerca – per i quali non siamo disponibili a fare sconti.
È evidente pertanto – conclude Diaspro - che se su tutti questi temi e malgrado gli accordi del 15 dicembre ancora non ci fosse consapevolezza da parte della Giunta e di Apran dell’urgenza di confronto per trovare soluzioni e si pensasse di fare ancora cassa sulla pelle dei lavoratori pubblici del Trentino per imminenti operazioni elettoralistiche; preannunciamo sin d’ora la riapertura della stagione della mobilitazione».