Ufficio passaporti in tilt: impossibile ottenere i documenti, «si accettano solo pratiche di comprovata urgenza»
Attese fino a nove mesi, ma si può solo prenotare per i prossimi 60 giorni, il Questore parla di emergenza post-Brexit e Ucraina, il sindacato: «Manca il personale, lo diciamo da tempo»
TRENTO. Ora che viaggiare non è più un problema a causa della pandemia, lo sta diventando dal punto di vista burocratico: fare il passaporto, in tempi brevi, attualmente è impossibile.Ci vogliono mesi e ad ammetterlo «a malincuore», precisa, è direttamente il questore Alberto Francini: «Nei mesi scorsi avevamo anche toccato i novanta giorni di attesa. Ora stiamo molto faticosamente cercando di scendere a sessanta giorni».
Le segnalazioni dei cittadini sono sempre più numerose, anche perché il sito dedicato alle prenotazioni non permette di selezionare una data utile oltre i due mesi. Insomma, scorrendo il calendario, prima si trova tutto pieno, poi non c'è proprio la possibilità di fissare un appuntamento.
«Le disponibilità vengono aggiornate giornalmente, ma ci sono state segnalate anche queste criticità. Al momento possiamo garantire solo la presa in carico delle situazioni legate a motivi di comprovata urgenza (necessità di recarsi all'estero per improrogabili impegni di lavoro o per motivi di salute, ad esempio, ndr), per tutte le altre esigenze, se il sito non segnala disponibilità l'invito è quello di chiamare o recarsi agli sportelli».
Anche al telefono, tuttavia, l'utenza segnala criticità: «Al telefono del centralino, gli agenti scusandosi dicono semplicemente che non c'è posto, e che il sito non raccoglie prenotazioni oltre i tre mesi di attesa, ma il rilascio del documento è un diritto del cittadino e della cittadina, oltre che un dovere stabilito dagli accordi internazionali», segnalano anche numerosi lettori dell'Adige.
Non solo: il sistema – quando funziona – prevede che si possa prenotare solo un passaporto. Ma se a dover rinnovare è – ad esempio – una famiglia con due bambini, per espatriare occorrono 4 appuntamenti. E a quelli dei bambini debbono presentarsi entrambi i genitori. «Non è possibile infatti fissare un appuntamento unico per i bambini ed i genitori» ci scrivono i nostri lettori.
«A rendere complicato il lavoro dei nostri uffici è stata una serie di circostanze: la Brexit ha reso necessario il passaporto per viaggi che anche molti trentini effettuano di frequente per lavoro, per studio, per piacere, per fare visita a familiari. E questo ha comportato un aumento delle richieste che non è stato facile gestire. Poi l'emergenza Ucraina, con il lavoro al quale è stato chiamato il personale per assistere i cittadini arrivati in Italia dalle zone di guerra. Tutti fattori che hanno reso ancora più complicata una situazione che da tempo non è facile da gestire, in Trentino come nel resto d'Italia. Questo perché l'istituzione di una pratica per l'emissione del passaporto non è semplice e richiede passaggi obbligatori di verifica. In situazioni normali non è che un passaporto viene emesso in giornata, i tempi tecnici per ottenerlo non sono inferiori alle due-tre settimane. La mole di lavoro ha fatto il resto».
La mole di lavoro unita - spiegano i sindacati - alla carenza di personale: «Quella dell'ufficio passaporti è solo una delle tante situazioni critiche», spiega Stefano Fiorentini, segretario provinciale di Fsp Polizia: «Gli agenti sono pochi su tutti i fronti e anche i nuovi arrivi non fanno che tamponare i pensionamenti, lasciando ben lontano l'organico da un saldo positivo: ne arrivano quindici? Benissimo, ma quando se ne vanno in venticinque. L'aspetto dei passaporti poi è delicato, perché non investe unicamente personale amministrativo, civile, ma anche agenti impegnati nelle istruttorie. E gli agenti devono anche curare i servizi di ordine pubblico: tra controlli per la pandemia prima, controlli notturni per la movida, pattugliamento delle trivelle, far girare la turnistica senza problemi è impossibile. Tanti colleghi fanno dodici ore di lavoro, e non basta. Il blocco delle assunzioni anni fa ha creato disastri, riguardo ai quali il sindacato in ogni sua sigla aveva messo in guardia fin da subito. Non siamo stati ascoltati e questi sono i risultati. Se i numeri non cambieranno non resta che ridurre l'impegno della polizia sul campo, dato che rispetto alle altre forze dell'ordine la questura offre anche servizi amministrativi. Poi però non si dica che la polizia non è sulle strade, se la coperta resta corta e non si vuole rinunciare a niente».