Sanità / Il caso

L'affondo dell'ex assessore Luca Zeni: «Che fine ha fatto il robot atteso in ortopedia?»

Provincia, l'esponente del Pd attacca l'assessora Segnana e il dg Ferro per il mancato arrivo dell'importante strumento da 2,5 milioni di euro del quale nel 2020 era stato deciso l'acquisto o il noleggio

TRENTO. Uno strumento sofisticato per migliorare la qualità della sanità in Trentino, ma in Azienda sanitaria nessuno decide e tutto resta fermo.

È quanto denuncia Luca Zeni (Pd) con un'interrogazione. Il consigliere ripercorre le varie tappe: «Nel 2019 il Dipartimento di Ortopedia chiede all'Azienda di potersi dotare di uno strumento robotico che migliora la precisione e la qualità di una serie di interventi ortopedici.

Viene fatta una prova, i medici sono contenti e allora nel febbraio 2020 (direttore generale Paolo Bordon), l'Apss delibera l'acquisto di un robot per l'ortopedia da 2,5 milioni di euro, già usato in molti territori. Poi, però, gli ortopedici si dividono sull'utilizzo, con due alternative: mettere il robot stabile in un ospedale o farlo ruotare tra diverse strutture (con difficoltà e costi per il trasporto)».

Si discute, come giusto e ovvio, ma nessuno prende una decisione.

Ancora Zeni: «In un sistema aziendale che funziona, sarebbe naturale aspettarsi che il direttore generale dell'Apss, sentite le diverse argomentazioni, decida quale soluzione adottare. E se il direttore generale dovesse rimanere inerte, in un sistema istituzionale che funziona, sarebbe naturale aspettarsi che l'assessore alla sanità lo prenda per un orecchio - peraltro il dg Antonio Ferro è stato appena confermato con 20.000 euro di aumento di stipendio - sollecitandolo a fare quello per cui viene pagato».

Purtroppo, invece, né Ferro né Segnana hanno preso alcuna decisione e l'ortopedia trentina è rimasta senza risposte, con il robot, di cui era già stato deliberato il noleggio o l'acquisto, che non è arrivato.

«Verosimilmente, come ormai accade puntualmente, la risposta della giunta provinciale sarà che si è fermato tutto a causa del Covid. Risposta che però sarebbe semplicemente una bugia, perché questi robot hanno continuato ad essere venduti ed utilizzati. E pare che recentemente se ne siano dotati anche in Alto Adige/Südtirol e in realtà ospedaliere private trentine. A meno che non fosse un obiettivo proprio quello di rendere più attrattivo il siste- ma sanitario privato rispetto a quello pubblico.

In un mondo dove la tecnologia è in continua evoluzione, la sanità, per rimanere all’avanguardia e dare le migliori risposte ai cittadini, deve essere efficiente e tempestiva, non può perdere oltre due anni semplicemente per l’inerzia di una cattiva organizzazione. E la politica ha il dovere di supervisionare e verificare che simili ritardi non avvengano, richiamando con forza il direttore generale alle sue funzioni».

Zeni, perciò, interroga la giunta per spronarla e per sapere « per quale motivo, dopo aver deliberato nel febbraio 2020 l’acquisto o il noleggio di un robot ortopedico, ad oltre due anni di distanza non si è provveduto e gli ortopedici del nostro sistema sono ancora in attesa; se l’assessore alla salute abbia richiamato il direttore generale a svolgere la sua funzione e decidere quale modello di utilizzo del robot sia più opportuno nel nostro sistema».

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