Abusava della moglie con l’obiettivo di avere un figlio per regolarizzare la sua posizione in Italia: condannato
Chokri Bourogaa ha preso undici anni di carcere per violenza sessuale e maltrattamenti: eppure la sentenza della Corte d'Appello rappresenta uno "sconto" per l'imputato, che già si trova in cella per tentato omicidio nei confronti della stessa donna che l'ha denunciato anche per percosse e abusi
TRENTO. Non sono pochi undici anni di carcere per violenza sessuale e maltrattamenti: eppure la sentenza della Corte d'Appello rappresenta uno "sconto" per l'imputato, Chokri Bourogaa, 45enne tunisino, che già si trova in cella per tentato omicidio nei confronti della stessa donna che l'ha denunciato anche per percosse e abusi. L'uomo ha rischiato infatti di farne 14 di anni in cella.
La vicenda è drammatica, perché c'è un'altra vittima: la giovanissima figlia della donna, suo malgrado testimone delle violenze contro la madre. Fu proprio la minore, che all'epoca aveva dieci anni, a chiedere aiuto ad un vicino di casa quando la donna venne aggredita dal compagno, sfregiata con una lametta e con un coccio di bottiglia.
L'episodio del tentato omicidio risale a febbraio 2018 ed avvenne in tarda serata nell'appartamento in cui viveva la vittima assieme alla figlioletta avuta da una precedente relazione; l'aggressore in fuga venne arrestato dalla polizia il mattino seguente, al termine di una lunga notte di ricerche, con l'area sud della città cinturata.
La vittima, costituita parte civile con l'avvocato Chiara Sattin, e l'aggressore si conoscevano fin da ragazzi perché originari dello stesso villaggio, in Tunisia. Si sposarono davanti al consolato tunisino, ma non registrarono mai la loro unione nel nostro Paese. Lei, cittadina italiana e con un lavoro onesto; lui, con permesso di soggiorno e con la mentalità di chi vive alla giornata. Le diversità fra i due non tardarono ad emergere e il legame iniziò a scricchiolare.
Lui abusava della moglie con l'obiettivo di avere un figlio per poter regolarizzare la sua permanenza in Italia, picchiandola e causandole anche aborti, mentre lei più volte aveva raccontato bugie al pronto soccorso per nascondere le violenze subìte, come quella volta che sostenne di essere caduta dalle scale mentre i lividi erano stati causati dalle botte del marito. La donna cercava di stare zitta, di minimizzare, per paura di ritorsioni. Riuscì a cacciare il marito di casa, salvo poi offrirgli un letto quando seppe che non aveva un posto dove dormire.
Fino alla sera in cui lui, ossessionato pare dall'idea che la moglie avesse un altro compagno, la minacciò di morte e la colpì più volte al viso, sfregiandola e provocandole lesioni permanenti.
Bourogaa smise di infierire sulla donna e scappò grazie all'intervento della figlia di lei, che chiese aiuto ad un vicino. Per il tentato omicidio venne condannato a sei anni di reclusione (ebbe lo sconto di pena per il rito abbreviato), con sentenza confermata in appello. Le successive denunce di maltrattamenti e di violenze sessuali portarono ad una ulteriore condanna per l'uomo a 8 anni di reclusione con provvisionale di 30mila euro a favore della vittima.
Sull'entità della pena (e non sul quantum da versare alla parte civile, che rimane tale) il difensore dell'imputato aveva presentato appello. Ieri la Corte ha dunque riformato la sentenza di primo grado, stabilendo la continuazione dei reati: il tentato omicidio (6 anni di reclusione) è stato ritenuto l'eccesso di una serie di comportamenti gravissimi quali i maltrattamenti e le violenze sessuali (8 anni in primo grado). Con la continuazione, la pena è stata ricalcolata in 11 anni complessivi.