A Trento si lavora meglio che a Bolzano: allarme stress e per i carichi di sanità e ospitalità
Indagine nell’Euregio: a nord condizioni percepite peggiori sia a livello fisico che mentale. I risultati delle 4.500 interviste (1.500 per territorio) sono stati presentati alla Camera del lavoro del Tirolo ad Innsbruck
STUDIO Medici, in Trentino stanchi e preoccupati: la fuga dagli ospedali
TRENTO. Chi vince la sfida per le migliori condizioni di lavoro tra le tre realtà che compongono l'Euregio? Per ambiente, carichi fisici e stress emotivi è il Trentino ad offrire le condizioni migliori. Attenzione però a non considerare tutto in positivo, anche a sud di Salorno. Il peso che grava su chi opera nella sanità, nell'assistenza sociale, nel settore alberghiero e nella ristorazione è comunque doppio rispetto ad altre attività.Sono questi alcuni dei risultati di una indagine dell'Unione europea sulle condizioni di lavoro che è stata avviata nel 2019 anche nell'ambito dell'Euregio.
Il questionario Ewcs è stato sviluppato dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro Eurofound (Eurofond 202) ed è stato portato sul territorio dalla Camera del Lavoro del Tirolo, l'IPL, Istituto Promozione Lavoratori di Bolzano e l'Agenzia del lavoro della Provincia Autonoma di Trento. I risultati delle 4.500 interviste (1.500 per territorio) sono stati presentati alla Camera del lavoro del Tirolo ad Innsbruck.
I carichi fisici. Un primo carico fisico è quello portato dal rumore ambientale. Nell'Euregio oltre un lavoratore su dieci (13%) è esposto di frequente o di continuo a forte rumore, in Tirolo addirittura un lavoratore su sei (16%).
L'Alto Adige si posiziona esattamente nella media dell'Euregio; i valori migliori si registrano in Trentino, dove solo il 10% dei lavoratori è sottoposto in misura significativa a rumore. Anche per quanto riguarda l'esposizione a rischi chimici o biologici, la situazione non varia. In Trentino solo poco più di un lavoratore ogni dieci (11%) ha dichiarato di entrare in contatto con sostanze chimiche in misura potenzialmente dannosa.
Viceversa, in Tirolo c'è il 14% di lavoratori che dichiara di aver spesso o continuamente contatto cutaneo con sostanze chimiche, o comunque le maneggia. Un ulteriore 11% ha contatti quantomeno occasionali con tali sostanze. L'Alto Adige presenta invece un 12% di persone potenzialmente in contatto con sostanze pericolose.
Sul piano fisico, Trentino e Alto Adige risultano migliori del Tirolo anche per quanto riguarda i lavoratori che devono sollevare o spostare persone: in Tirolo l'11% degli occupati dichiara di dover portare o spostare spesso o sempre persone durante il lavoro, in Alto Adige e nel Trentino lo dichiara invece il 5% e il 6%, ossia circa la metà rispetto al Tirolo settentrionale e orientale. Non cambia la situazione se si devono movimentare carichi pesanti: in Tirolo più di un lavoratore su cinque (21%) dichiara di trasportare o movimentare spesso carichi pesanti, rispetto al 16% in Alto Adige e addirittura al 10% in Trentino.
Guardando ai vari comparti, quello che richiede maggiori sforzi fisici sono sanità ed assistenza sociale, con il 36% dei lavoratori coinvolti in Trentino, il 41% in Tirolo e il 42% in Alto Adige. Poco più indietro si trovano invece agricoltura e il settore dell'ospitalità.I carichi psichici.Le condizioni di lavoro psicologicamente stressanti, come l'intensificazione del lavoro (elevati ritmi di lavoro, pressione legata a tempi sempre più stretti) e lo stress lavorativo legato ai carichi emotivi (vivere situazioni emotive difficili, doversi preoccupare del lavoro anche durante il tempo libero), sono in generale in tutta l'Euregio molto più marcati rispetto ai carichi di lavoro fisici.
Secondo la ricerca nell'Euregio il 14% dei lavoratori deve mantenere "sempre" un ritmo di lavoro elevato, il 33% invece "spesso". In Tirolo e in Alto Adige si registrano circa gli stessi valori in queste due categorie, mentre il Trentino evidenzia una situazione complessiva migliore. Tuttavia, anche in Trentino esiste un "nocciolo" duro pari al 14% che lavora "sempre" troppo in fretta. Come non bastasse la pressione, c'è chi il lavoro è costretto o sceglie di portarlo a casa. In questa fattispecie il Tirolo si allinea più o meno all'Alto Adige (con rispettivamente il 17% e 18% di persone coinvolte in questa pratica).
In Trentino, invece, molti meno lavoratori lavorano "ogni giorno o più volte la settimana nel tempo libero" per soddisfare le esigenze di lavoro (14%). Le cose cambiano se invece si considera chi porta a casa i pensieri sul lavoro. In questo caso, il divario nord-sud è eccezionalmente inverso: l'8% degli occupati trentini nel proprio tempo pensa "sempre" al lavoro, il 18% "spesso". Nel Tirolo il 4% si preoccupa "sempre", l'11% "spesso", mentre l'Alto Adige si posiziona tra i due estremi. I trentini, ma anche gli altoatesini sono invece meno assillati dal rischio di perdere il lavoro, forse anche per un diverso sistema di ammortizzatori.
Stando alla ricerca in Tirolo addirittura il 12% degli occupati ritiene di poter perdere il proprio posto di lavoro nei sei mesi successivi, mentre un ulteriore 10% è indeciso su cosa rispondere. In Alto Adige un lavoratore su dieci teme di poter perdere il proprio lavoro a breve (10%), nel Trentino è solo il 7%.