Nomina di Bernardi all'Avvocatura, giunta Fugatti ancora condannata in tribunale: «carente di motivazione e palesemente irragionevole nei criteri»
Un altro avvocato, che ne aveva i requisiti, ha fatto ricorso. Fugatti doveva ora bandire una nuova procedura entro il 5 aprile. Il consigliere Zeni (PD) incalza: «Non ci risulta abbia ottemperato alla sentenza»
TRENTO. La notizia non è stata diramata dall’Ufficio Stampa della Provincia, ma dal consigliere del PD Luca Zeni (che è anche avvocato) in una interrogazione: la giunta Fugatti è stata sconfitta al Tribunale del Lavoro per «carenza di motivazione e irragionevolezza dei criteri adottati» sulla nomina del dirigente generale dell’Avvocatura della Provincia. E Zeni chiede come mai non abbia ottemperato alla sentenza (doveva farlo entro il 5 aprile).
Tutto nasce quando – un anno fa – la Giunta leghista aveva nominato ai vertici dell’Avvocatura Giacomo Bernardi, 56 anni, libero professionista con studio ad Arco e Trento. Una nomina «di pregio» secondo il presidente Fugatti, che annunciava (con un comunicato dell’Ufficio stampa di piazza Dante): «A seguito di procedura pubblica per la raccolta delle candidature, conferiamo a un conosciuto e stimato professionista come Bernardi un incarico di assoluta importanza per la Provincia e per il Trentino».
Come informa però il consigliere del Partito Democratico, Luca Zeni, il giudice del lavoro ha dichiarato illegittima la delibera di nomina del dirigente generale dell’Avvocatura della Provincia. «Contro questa delibera - spiega Zeni - aveva presentato ricorso uno degli avvocati della Provincia e si era verificata l’anomala situazione di una causa di lavoro che vedeva coinvolti da un lato, a tutela dei propri diritti, uno degli avvocati più esperti dell’Avvocatura provinciale e, dall’altro, il dirigente generale della stessa istituzione, chiamato in causa per difendere la procedura che lo ha visto nominato nel suo ruolo».
D’altra parte, chiarisce ancora il consigliere Pd, la motivazione non lascia spazio a interpretazioni stabilendo che «l’irragionevolezza della previsione trova conferma nell’esito della selezione, che ha visto prevalere un candidato», sostanzialmente privo di «consolidata e specifica esperienza nella cura di rilevanti cause in termini quali/quantitativi di difesa della pubblica amministrazione». Titoli che però non mancavano all’altro concorrente alla carica.
Il peperoncino sta nel fatto che Bernardi era un volto noto della politica del centrodestra, candidato del centrodestra alle comunali di Arco contro Betta.
Per il giudice ora la procedura è da rifare: il giudice del lavoro intima infatti alla provincia di pagare le spese legali, ma soprattutto a bandire una nuova procedura di reclutamento per individuare il dirigente generale dell’Avvocatura.
La Provincia aveva tempo fino al 5 aprile per adempiere alla sentenza – dice Zeni – ma non ci risultano atti formale, fino ad oggi». E quindi il consigliere Dem ha depositato una specifica interrogazione per sapere come e quando la Provincia intenda dare esecuzione alla sentenza e per conoscere le ragioni che hanno portato a una nomina «così carente di motivazione e palesemente irragionevole nei criteri».