Sait, protesta dei lavoratori contro l’esternalizzazione del magazzino: in 75 a rischio licenziamento
I sindacati rimandano al mittente le accuse del presidente Dalpalù e rivendicano di essersi sempre seduti al tavolo: “Mai sottratti al confronto, ma ribadiamo totale contrarietà all’appalto di servizio che non dà garanzie ai dipendenti”
LA SFIDA Sait avvia la procedura di licenziamento
TRENTO. C’è rabbia, delusione e sconcerto tra i lavoratori che questa mattina hanno protestato fuori dai cancelli Sait contro l’esternalizzazione del magazzino e l’avvio della procedura di licenziamento. L’adesione alla protesta è stata ampissima. Sono 75 i dipendenti che rischiano di andare in disoccupazione se non accetteranno di cedere il loro contratto a Movitrento entro la fine di questo mese. Ad oggi, però, non sono disposti a cedere al ricatto di Sait e hanno dato pieno mandato ai sindacati di andare avanti.
Intanto Filcams, Fisascat e Uiltucs rimandano al mittente le accuse del presidente Dalpalù e rivendicano di essersi sempre seduti al tavolo. “Non ci siamo mai sottratti al confronto, ma abbiamo sempre ribadito con chiarezza la nostra contrarietà all’appalto di servizio perché non ci sono garanzie sufficienti per i lavoratori.
Sait però non si è mai mossa di un centimetro. Rifiuta la cessione del ramo d’azienda con giustificazioni a nostro avviso insufficienti e non ha mai risposto sul distacco, strada che avrebbe garantito un’ottimizzazione organizzativa senza danneggiare i dipendenti del magazzino”, ribadiscono Paola Bassetti (Filcams), Gabriele Goller (Fisascat) e Vassiolios Bassios (Uiltucs).
La verità per i sindacati è un’altra: Sait vuole abbattere i costi del magazzino, come è chiaro anche dalla lettera in cui comunica l’avvio della procedura di licenziamento. “Non possiamo accettare un taglio dei costi sulla pelle dei lavoratori quando il consorzio ha chiuso il bilancio con un utile di 2,6 milioni di euro e il magazzino ha raggiunto tutti gli obiettivi, come dimostra l’erogazione del premio di risultato. Dove è finita la funzione sociale della cooperazione? Se questo è il percorso intrapreso, con la benedizione di Via Segantini, temiamo anche sulle ripercussioni che questa logica avrà su famiglie cooperative e Superstore”.
E a dare concretezza ai timori di un peggioramento delle condizioni di lavoro con il passaggio a Movitrento sono le recenti affermazioni della presidente della coop, Castaldo, che in un incontro con i sindacati per la definizione di un premio di risultato per i propri dipendenti ha ammesso che non ci sono i margini per riconoscere nulla perché l’appalto con magazzino Sait è in perdita. “Quali garanzie offre una situazione di questo tipo? I lavoratori si sentono presi in giro”, ribadiscono i tre sindacalisti.
Infine lavoratori e sindacati non nascondono l’amarezza per l’assordante silenzio della politica, a cominciare dalla Giunta provinciale. “Hanno appena siglato un patto con la Federazione della Cooperazione e non dicono nulla sul fatto che si tagliano 75 posti di lavoro. A questo punto ci chiediamo quale sarà il prossimo taglio doloroso, inevitabile.. ”, concludono Bassetti, Goller e Bassios.