Indagine della Corte dei conti, Fugatti: «Mi no so gnent de elicotteri» (eppure era alla riunione ed ha votato)
Nella riunione che decise di prolungare il noleggio, ci fu un voto negativo: il rappresentante dei Vigili del Fuoco che chiedeva prima di decidere «uno studio per valutare le alternative»
IL CASO L'elicottero inguaia la Provincia: indagine della Corte dei conti
LA DIFESA "Quel noleggio fu nell'interesse pubblico"
TRENTO. «Mi no so gnent de elicotteri». Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha risposto così ieri alla domanda del giornalista dell'Adige che gli chiedeva un chiarimento in merito all'invito a dedurre, che gli è stato inviato dalla Procura della Corte dei conti per un presunto danno erariale complessivo di circa 6 milioni di euro legato alla vicenda dell'acquisto deciso nel 2019, ma che nel frattempo non è stato ancora portato a termine, dell'elicottero Agusta in dotazione per i soccorsi di emergenza.
Forse è vero che il presidente Fugatti non sa niente di elicotteri, ma il problema è che il 20 giugno del 2019, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione della Cassa provinciale antincendi, ha votato, insieme ad altri 8 consiglieri, a favore della delibera di «aggiornamento del piano pluriennale 2019-2021 per l'acquisto di dotazioni strumentali per il funzionamento del Corpo permanente dei vigili del fuoco di Trento» con cui si decise l'acquisto di un elicottero Agusta Aw 139 per rimpiazzare quello che si era danneggiato, rendendolo inutilizzabile, nel'incidente del 5 marzo 2017 in val Nambino, per un costo tra i 15 e i 16 milioni di euro, per non continuare a noleggiarlo per un costo di 2,5 milioni l'anno.I membri del consiglio di amministrazione, che votarono la delibera insieme a Fugatti e che come lui hanno ricevuto dalla procura della Corte dei conti l'invito a dedurre, sono l'allora dirigente generale Gianfranco Cesarini Sforza, l'allora capo del Servizio antincendi Ivo Erler, e poi Flavio Clementel, Emanuele Conci, Claudio Soini, Daniele Biada, Franco Sadler.
L'unico ad avere votato contro quella delibera fu Andrea Mattei, rappresentante dei vigili del fuoco permanenti e delegato sindacale della Uil funzione pubblica, il quale allora aveva motivato la sua contrarietà, dicendo che prima di procedere all'acquisto proprio dell'Agusta Aw 139 la Provincia avrebbe dovuto commissionare uno studio per valutare delle alternative, compreso il noleggio dei mezzi e l'esternalizzazione dei servizi di manutenzione.
Non aveva votato quella delibera neanche il sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, che faceva parte del Cda, perché il giorno di quella seduta era assente.
L'ufficio inquirente della Corte dei conti ora ipotizza un danno erariale di 6 milioni di euro, di cui potrebbe chiedere di far fronte all'allora dirigente del Servizio (per 3 milioni di euro) e, per circa 400 mila euro a testa, agli altri membri del Cda della Cassa provinciale antincendi, che hanno votato a favore della delibera considerando che l'elicottero non è stato ancora comprato e che nel frattempo sono stati sborsati questi milioni per il noleggio del mezzo per l'elisoccorso di cui la Provincia non poteva fare a meno. I giudici contabili vogliono fare luce sulle motivazioni dei ritardi nell'acquisto dell'elicottero che hanno comportato l'esborso di questi milioni per il noleggio, ancora in corso.
Ieri sera l'ufficio stampa della Provincia in una breve nota non dice nulla sul perché dei ritardi che hanno reso necessario il fatto di continuare con il noleggio anche dopo il 2019, ma si limita a spiegare che: «La Procura della Corte dei conti ha inviato un invito a dedurre rispetto al noleggio dell'elicottero successivo all'incidente verificatosi nel 2017 che aveva reso il mezzo inutilizzabile, contestando la scelta dal punto di vista procedurale. Rispetto a tale iniziativa della Corte, che non costituisce una condanna e nemmeno un rinvio a giudizio, ma solo una richiesta a motivare le scelte compiute dall'amministrazione provinciale, la Provincia conferma che la scelta di prendere a noleggio un elicottero sostitutivo era necessitata dall'esigenza - urgente - di non lasciare scoperto il servizio di soccorso, servizio che per direttiva della Giunta provinciale antecedente all'evento capitato al velivolo non può rimanere scoperto ma deve essere garantito 24 ore al giorno. Scelta quindi motivata e fondata sull'interesse pubblico per la tutela della salute dei cittadini».