Famiglia-lavoro: ecco come cambiano il congedo di paternità (10 giorni) e altre misure
Le nuove norme recepiscono la direttiva Ue del 2019: il periodo di assenza dal lavoro è obbligatorio, retribuito e deve essere fruito dal padre lavoratore dai due mesi precedenti ai cinque mesi successivi al parto. Estensione anche per i congedi parentali coperti al 30% della retribuzione, che passano da sei a nove mesi in totale fra i due genitori
REGIONE Contributo per genitori che accudiscono i figli o familiari non autosufficienti
AUTONOMI In Trentino Alto Adige la previdenza cambia
TRENTO. Diventano strutturali i dieci giorni di congedo per i neopapà: vanno presi entro il quinto mese di età del neonato e sono un diritto di tutti i lavoratori, del pubblico e del privato.
In questo modo i papà potranno, in particolare, stare più vicini alle mamme nel periodo più prossimo al parto, subito prima e/o subito dopo.
Le novità e l'armonizzazione normativa puntano a favorire la conciliazione fra tempi di lavoro e tempi dedicati alla famiglia.
Ciò, ricorda la Uiltec del Trentino Alto Adige, grazie al recepimento in Italia della direttiva Ue 2019/1158 sull’equilibrio fra attività professionale e vita familiare, che riscrive le regole sull’astensione obbligatoria dei neopapà e sui congedi parentali. Se prima il quadro era variabile, con differenze a seconda dei contratti di riferimento e vari settori penalizzati, ora la norma vale per tutti: si garantisce più spazio ai padri lavoratori nella fruizione dei congedi per i figli.
Il passaggio nodale, spiega il sindacato, è stato il decreto legislativo approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri il 22 giugno scorso, che ora attende solo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Ma queli sono le novità concrete per i papà? Eccole spiegate ancora dal sindacato.
Per i padri lavoratori ci sono dieci giorni di paternità da fare.
Entra a regime il nuovo congedo di paternità, obbligatorio, retribuito e
della durata di dieci giorni lavorativi, che deve essere fruito dal padre
lavoratore dai due mesi precedenti ai cinque mesi successivi alla nascita
del figlio. È un diritto autonomo del padre, distinto dai cinque mesi di
congedo di paternità «alternativo», che spetta solo in caso di morte o
grave malattia della madre.
Aumentano anche i congedi retribuiti: nove mesi al 30% dello stipendio.
Il congedo parentale coperto al 30% della retribuzione passa da sei a
nove mesi in totale fra i due genitori. Ciascun genitore lavoratore avrà
infatti diritto, fino al dodicesimo anno di vita del figlio, a una indennità del
30% della retribuzione, non trasferibile all’altro genitore. I genitori hanno
anche diritto, in alternativa tra loro, a un ulteriore periodo di congedo di
tre mesi, pagati al 30 per cento.
Più tutele anche per i genitori soli, cioè per i nuclei monoparentali.
Passa da dieci a 11 mesi la durata totale del diritto al congedo parentale
che spetta al genitore solo (anche per affidamento esclusivo del figlio).
Inoltre, il genitore solo potrà avere il congedo parentale indennizzato al
30% per un periodo massimo di nove mesi, in linea con quanto accade
per le coppie. Queste norme puntano a tutelare di più i nuclei
monoparentali.
Adozioni: indennità del 30% fino a 12 anni del figlio.
Il congedo parentale spetta anche in caso di adozione, nazionale e
internazionale, e di affidamento, entro i 12 anni dall’ingresso del minore
in famiglia (entro i 18 anni del figlio). Passa da sei a 12 anni l’età del
bambino entro la quale i genitori adottivi e affidatari, possono fruire del
congedo parentale indennizzato al 30%, con le nuove regole valide per
gli altri genitori.
Lavoratrici autonome: gravidanza a rischio indennizzata
L’indennità di maternità per le lavoratrici autonome e le libere
professioniste si estende ai periodi di astensione anticipata per
gravidanza a rischio. Alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti alla gestione
separata Inps spetta un’indennità per congedo parentale per tre mesi
ciascuno entro i primi 12 dodici anni di vita del figlio ai quali possono
aggiungersi, in alternativa tra i genitori, tre mesi di congedo.
Smart working: accesso facilitato a genitori e caregiver.
I datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi con i lavoratori
per l’adozione dello smart working devono dare priorità alle richieste
avanzate da lavoratrici e lavoratori con figli fino a 12 anni di età o senza
limiti di età nel caso di figli con disabilità. La stessa priorità è
riconosciuta dal datore alle richieste dei lavoratori che siano caregiver
familiari.
Queste le novità che renderanno meno gravoso il difficile compito di far coesistere l'impegno familiare e quello lavorativo, a cominciare dal primissimo periodo in cui si diventa genitori.