Inceneritore, Ianeselli dice sì: “Il territorio che lo ospita dovrà avere adeguate compensazioni”
Il sindaco non ha gradito l’atteggiamento di Fugatti, quel mettere le mani avanti invitando i territori a non fare le barricate, a non farsi prendere dalla sindrome di Nimby. E ricorda come il centrodestra qualche mese fa in consiglio comunale abbia alzato gli scudi contro l'ipotesi di realizzare il termovalorizzatore sul suolo comunale
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TRENTO. D'accordo sulla necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti in Trentino con un impianto, ma Franco Ianeselli non ha gradito l'atteggiamento del governatore Maurizio Fugatti, quel mettere le mani avanti invitando i territori a non fare le barricate, a non farsi prendere dalla sindrome di Nimby.
Da uno che undici anni fa, all'epoca deputato e militante della Lega, era in via Belenzani a manifestare contro l'inceneritore il sindaco si aspetta una presa di responsabilità maggiore. Ricordando anche come proprio il centrodestra, con Lega e Fratelli d'Italia, appena qualche mese fa in consiglio comunale abbia alzato gli scudi contro l'ipotesi di realizzare il termovalorizzatore sul suolo comunale.
Il sindaco Ianeselli sta seguendo il dibattito dalla Germania, dalla Kempten gemellata con Trento. E venerdì, appena arrivato, la prima cosa che ha visitato è stato proprio il Centro del riuso, una struttura che definisce "formidabile", un modello che si dice pronto a portare anche a Trento.
Cosa l'ha colpita in particolare sindaco?
Il centro del riuso è gestito da Zak che è l'equivalente della nostra Dolomiti Ambiente, l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Qui il modello prevede raccolta differenziata, riciclo e chiusura del cerchio in loco.
Hanno un inceneritore dagli anni Ottanta e però hanno messo a sistema questa pratica per cui se un cittadino va in discarica o ha a casa oggetti che non usa questi vengono rimessi in circolo. A Trento abbiamo esperienze simili, ma a fare la differenza è la messa a sistema e la cura del dettaglio. Entrando sembra di stare in una boutique o in un centro commerciale di qualità; io ho comprato un bellissimo enorme peluche per mio figlio e l'ho pagato 3 euro e 75. Venendo alla realtà trentina, Fugatti dice che è il momento delle scelte. Concorda innanzitutto sulla necessità di chiudere il ciclo in Trentino e di farlo con un termovalorizzatore?
Sono d'accordo. Come si sa sui rifiuti abbiamo più questioni che si combinano. Una prima è quella del qui e ora. Vediamo cosa succede sull'area dove sono bruciati gli ingombranti, dove va gestita l'emergenza, trovando a brevissimo discariche o luoghi di smaltimento alternativi.
Dicendo che un po' di ipocrisia il Trentino ce la mette perché il ciclo dei rifiuti oggi ce lo chiude qualcun altro. Abbiamo raggiunto buoni risultati con la differenziata ma sappiamo che è anche una questione di qualità e su questo dobbiamo fare un lavoro con la gente e le aziende. Bisogna migliorare. Poi c'è un lavoro sul riuso, centinaia di tonnellate che vengono reimmesse in circolo. Così facendo la regione dell'Algovia fa anche un milione di euro di fatturato. Poi certo c'è la questione dell'impianto e della chiusura del ciclo.
Su cui Fugatti ora chiede, rivolto evidentemente ai Comuni e alle Comunità, che non vi siano veti, che non si sviluppi quella sindrome di Nimby (Not in my backyard) per cui il Consiglio delle autonomie, mercoledì scorso, ha detto un sì convinto ma poi al momento delle scelte nessuno accetta di fare l'impianto nel proprio "giardino". A questo proposito cosa pensa il sindaco di Trento? Ischia Podetti è da considerare sede naturale per l'impianto o c'è da discuterne?
Su questo devo fare una premessa. Va bene che Oscar Wilde diceva che la coerenza è la virtù degli stupidi, ma non mi pare che il dibattito inizi bene se ricordiamo quello che succedeva una dozzina di anni fa, quando la Lega, con Fugatti in prima fila, manifestava in via Belenzani contro l'inceneritore.
Per anni si è coltivata l'idea che era sufficiente dire no e adesso si fanno i richiami preventivi agli altri affinché non mettano i bastoni tra le ruote. Ricordo peraltro che Trento la propria disponibilità a gestire l'emergenza l'ha già dimostrata ospitando a Ischia Podetti il catino nord della discarica, attualmente in via di realizzazione. Ricordo anche che con la Provincia abbiamo firmato un protocollo con l'impegno di muoverci in maniera congiunta, con azioni nei confronti dei cittadini, formazione e comunicazione, che sono indispensabili. Protocollo non pienamente rispettato dalla Provincia.
Dunque nulla è scontato?
So che nella maggioranza che mi sostiene c'è una pluralità di opinioni, sarei ipocrita a negarlo. Ma ricordo anche che quando in consiglio comunale è stata pronunciata, qualche mese fa, la parola "impianto" i primi ad infervorarsi sono stati gli esponenti della Lega e di Fratelli d'Italia.
Specialmente questi ultimi si sono detti pronti alle barricate. io credo che quello che ha detto il Cal sia importante, ma credo anche che la Provincia debba prendersi la responsabilità della scelta fino in fondo. Non faccio barricate ma mi chiedo ad esempio se sia meglio fare un impianto di questo tipo, che dovrà anche produrre energia, vicino a una discarica o in un'area industriale. Inoltre è chiaro che il territorio che lo ospita dovrà avere anche adeguate compensazioni economiche. Sono ragionamenti che vanno approfonditi, spiegati e condivisi.