In Trentino quasi una pensione su tre è sotto i mille euro
Sono 142.302 le persone che ricevono l'assegno: resta marcata la forbice fra uomini e donne. La maggior parte delle pensioni sono di vecchiaia, ma sono tante quelle assistenziali o garantite ai superstiti. L'importo medio per i residenti in provincia si ferma a 14.919 euro
TRENTO. Il dato sui depositi non dice tutto, sulla ricchezza di una comunità. Perché le persone potrebbero preferire investimenti in immobili, per esempio. Ma qualcosina comunque raccontano. E in questo caso per il Trentino questo dato dice che negli ultimi vent'anni c'è stata letteralmente un'esplosione dei depositi. Un trend che riguarda per altro un po' tutta Italia, pur con dimensioni differenti. In proporzione, hanno più soldi in banca - o lasciano più soldi in banca, dipende dai punti di vista - altoatesini e lombardi.
Partendo dai dati trentini, nel 2000 nelle banche della provincia c'erano depositati 11.227,4 euro per abitante. Da allora la cifra è costantemente cresciuta, fino ad arrivare all'attuale quota di 40.901 euro per abitante. Una crescita anche della ricchezza, certo. Ma che va a velocità diversa, rispetto ad altri territori, È una crescita certamente più veloce, rispetto a quella che ha vissuto l'Italia nel suo complesso, dove i depositi si fermano a 35.668 euro.
E i vicini altoatesini? Sono partiti più o meno al nostro livello (la cifra per abitante era vent'anni fa 12.194 euro) ma sono cresciuti in modo più veloce: ora sono a quota 49.998 euro. La cifra più alta d'Italia, per altro. Sia il Nordest che la Lombardia fanno peggio: a Bolzano si cresce e i depositi bancari crescono di conseguenza.
Il Trentino mostra performance migliori, tuttavia, rispetto al Nordest (che nel 2015 aveva depositi più alti che in Trentino) che nel 2021 si è fermato a 37.875 euro per abitante. E meglio va anche rispetto al Veneto, il confronto con il quale, per altro, mostra un andamento per lo meno curioso. Nel 2015, primo dato disponibile sul Veneto, i depositi pro capite erano 27.215, quindi sensibilmente più alti che in Trentino, dove si fermavano a 25.763 euro. Ma l'andamento di lì in poi è stato sì lineare, con depositi cresciuti di anno in anno, ma ad una velocità non comparabile con quella in Trentino.
E ad oggi il Veneto si ferma a 37.107 euro ad abitante, mentre il Trentino, come detto, fa segnare 40.901 euro.
Pensioni basse in Italia? Sì, e probabilmente più di quanto immaginiamo. Il dato arriva dall'Ispat e non è consolante: il 27,6% dei trentini percepisce un assegno inferiore ai mille euro. Percentuale che esplode al 38,3% se si guarda le sole pensioni delle donne. Ed è di poca consolazione sapere che, dal 2011 al 2020, c'è stata una crescita sensibile (circa 3.600 euro annuali in media).
Sempre tanti sono quelli che restano sotto la soglia minima. E in questo gruppo - si parla di 39.328 persone - quasi un terzo (10.399) sono al di sotto dei 500 euro. Facile immaginare che su questa popolazione il caro bollette e l'inflazione che galoppa qui più che nel resto d'Italia per quel che riguarda i beni alimentari, li trasformi in soggetti ad estremo rischio povertà.
I dati sulle pensioni elaborati dall'Inps sono datati 2020, ma hanno il pregio di dare una dimensione nel tempo: l'ente di previdenza ha elaborato infatti il trend degli ultimi 10 anni. Un decennio fortemente condizionato, tra le altre cose, dall'invecchiamento della popolazione, che ha fatto aumentare in modo sensibile le pensioni erogate.
I beneficiari. Partendo da qui, da quanti sono i pensionati in Trentino, stiamo parlando di 142.302 persone (65.618 uomini e 76.007 donne), per una spesa totale di 2.899 milioni di euro, in aumento del 2,9% rispetto all'anno precedente. Aumenta, soprattutto, il peso della spesa pensionistica, rispetto al Pil: siamo a 14,9%. Dal punto di vista della tipologia di pensioni erogate, la maggior parte (124.317) sono di vecchiaia. Ma sono tante quelle assistenziali: 19.284. 37.388 sono quelle garantite ai superstiti (cioè la moglie o il marito di un pensionato).
Infine, le indennità (6.191).L'importo medio. Questa è la nota davvero dolente. Perché mediamente i pensionati trentini non sono certo ricchi. O meglio, non mancano le pensioni alte, per carità. Ma troppe sono quelle davvero basse. E soprattutto, c'è un divario estremamente ampio tra le pensioni medie di donne e uomini, che danno la dimensione di quanto il mercato del lavoro sia sbilanciato.
Cominciando dall'assegno medio, in Trentino si ferma a 14.919 euro, mentre se si calcola quanto ricevono i singoli percettori (che possono avere anche più di una pensione) i trattamento medio è di 20.373 euro, molto diverso come detto per gli uomini, che arrivano a 24.369 euro, mentre per le donne la cifra crolla a 16.595. L'aumento sull'anno precedente c'è stato (l'assegno medio era di 19.920), che è ovviamente molto più pesante se si guarda dalla prospettiva decennale: dal 2011 al 2020 le pensioni medie hanno guadagnato circa 3.600 euro all'anno.
Tra le tipologie di pensioni, le più ricche sono naturalmente quelle di vecchiaia o anzianità (importo medio di 18.273 euro, rappresentano il 78% della spesa pensionistica in Trentino), a seguire quelle di invalidità (13.903, il 3,4%), quelle dei superstiti (9.593 euro) e indennitario (6.230 euro). Per quanto riguarda i singoli assegni, c'è chi in pensione sta bene: 43.363 trentini, cioè il 30,5% dei pensionati, ricevono un assegno superiore ai 2 mila euro (29.033 uomini e 14.330 donne). i 21,2% dei residenti in provincia percepisce un assegno mensile tra i 1.500 e i 1.999 euro (30.185 persone, di cui 17.599 uomini), e una cifra simile (29.426, il 20,7%) riceve un assegno trai mille e i 1.499 euro.
Poi arrivano le note dolenti: sotto i mille euro sono davvero tanti. Per la precisione, il 27,6% dei pensionati, non arriva ai mille euro lordi, e il 7,3% non arriva ai 500.
In questa fascia di popolazione, è ancora più accentuata la forbice tra uomini e donne: per le donne, si arriva ad oltre il 38% di pensionate che non raggiungono i mille euro lordi al mese.Differenze tra territori. Dividendo il Trentino in territori, il dato sulle pensioni non è omogeneo: nel territorio della val d'Adige ci sono le pensioni più alte (23.351 euro lordi l'anno), le più basse sono in valle di Cembra (18.387).
Ovviamente sono penalizzati i territori con alta percentuale di popolazione vocata all'agricoltura, come la Val di Non (18.442 euro), Giudicarie (18.842 euro) e val di Sole (18.911).