In Trentino sono arrivati 66 nuovi carabinieri per presidiare il territorio: tutti destinati a ruoli operativi
Sono 60 militari e sei marescialli laureati, 11 sono donne: ricevuti e salutati oggi dal Comandante, Colonnello Ederle, e dalle autorità civili della nostra provincia. Un terzo del contingente destinato a Trento e Rovereto
TRENTO. Un contingente di 66 nuovi militari dell’Arma (tra cui 11 donne) è stato assegnato in via straordinaria e definitiva al territorio del Trentino, al termine del periodo formativo presso le Scuole Allievi, con arrivo ai reparti già avvenuto nel corso di questi ultimi giorni di agosto.
Nessuna delle nuove unità è stata destinata ad Uffici o altre branche di natura burocratica o logistica, quanto piuttosto a 45 Stazioni Carabinieri della Provincia (sulle 74 presenti) con lo scopo non solo di colmare carenze organiche presenti oramai da tempo ma anche di contribuire a dare una concreta risposta a quelle zone del territorio maggiormente caratterizzate da episodi di delinquenza e degrado, tanto che un terzo di questo personale svolgerà infatti servizio nelle aree di Trento e Rovereto, dando così un vigoroso impulso alla capacità di prevenzione e controllo dell’intera Arma trentina.
Nella mattinata odierna, presso la sede del Comando Provinciale in via Barbacovi, questo nuovo personale ha ricevuto il saluto del Comandante Provinciale Col. Ederle, a cui si è unito il benvenuto del Presidente della Provincia Fugatti e del Vicario del Commissario del Governo (Dott. Di Amato) che hanno voluto gentilmente presenziare.
I Marescialli giungono ai reparti dopo aver completato un iter formativo a impostazione universitaria, della durata di 3 anni presso la Scuola Marescialli di Firenze, durante il quale, oltre ad aver acquisito le necessarie competenze tecnico professionali, hanno conseguito la laurea in "Scienze Giuridiche della Sicurezza".
I Carabinieri, invece, provengono dalle Scuole Allievi di Torino, Reggio Calabria, Taranto e Iglesias, al termine di un percorso addestrativo durato dodici mesi, caratterizzato da attività formative di carattere militare e tecnico-professionale
erogate da qualche anno con un impostazione metodologica più moderna, non solo sotto il profilo delle tecnologie oggi a disposizione ma anche di natura sociologica per meglio approcciare alle diverse problematiche che affliggono le comunità in cui andranno a prestare servizio (es apprendimento delle tecniche di comunicazione interpersonale, primo intervento sulla scena del crimine, gestione delle emergenze e delle persone in stato di agitazione, tecniche di primo soccorso, etc. ).
Questi militari, in definitiva, avranno l’opportunità di mettere in pratica nozioni e filosofia istituzionale apprese durante il corso, operando “tra la gente e per la gente”, con il principale scopo di aiutare chi ne ha bisogno, garantendo la sicurezza e la tranquillità delle genti sulle quali sono chiamati a vigilare.