Crisi energetica, skipass più costosi. Gli impiantisti: “Rincari tra il 5 e il 10 per cento”
«L'intervento pubblico nelle stazioni locali - spiega il presidente di Trento Funivie Fulvio Rigotti - è indispensabile, anche perché lo sci è un'attività sociale, caratteristica del nostro territorio e della nostra cultura»
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TRENTO. Energia alle stelle e crisi climatica: il mondo dello sci si sta preparando ad un anno davvero difficile. «Abbiamo già tenuto chiuso una stagione, a causa del Covid: ora faremo il possibile, e anche l'impossibile, per tenere gli impianti aperti»: Valeria Ghezzi, presidente Anef, Associazione nazionale esercenti funiviari, ha ben chiare le difficoltà del settore.
E continua: «Il costo delle bollette è triplicato in luglio e quadruplicato in agosto, l'inflazione colpisce le famiglie, il mercato del turismo straniero, soprattutto quello dall'est Europa che per la nostra Provincia è importante, deve fare i conti con l'instabilità. Dalle stazioni turistiche invernali arriva un grido di disperazione».
I problemi sono sul tavolo: «Si deve usare l'energia per far funzionare gli impianti e per fare la neve - precisa - ma poi chi riesce pagare le bollette? Dipendiamo dalle condizioni meteorologiche e facciamo neve quando è possibile farla».
Nonostante tutto questo, però, non si profila alcuna ipotesi di chiusura: «Le aziende più grandi riusciranno in qualche modo a sopravvivere; il vero dramma riguarda i piccoli, che per fortuna in Trentino possono contare sul sostegno pubblico».
«L'intervento pubblico nelle stazioni locali - spiega il presidente di Trento Funivie Fulvio Rigotti - è indispensabile, anche perché lo sci è un'attività sociale, caratteristica del nostro territorio e della nostra cultura».
E riprende: «Quella dell'energia è la seconda voce di spesa, dopo quella del personale e serve soprattutto per l'innevamento. Per noi in Bondone, tuttavia, la produzione di neve è particolarmente onerosa per una situazione assurda: infatti, solo una parte di acqua (60mila mq) è stoccata in quota a Malga Mezavia; tutto il resto va portato da Sopramonte. Per questo da anni chiediamo di poter usare un bacino alle Viote: ci basterebbero due ettari di superficie, su 300 ettari di verde che si trovano sulla piana per poterlo realizzare».
Nonostante la crisi, anche per l'inverno in arrivo ci saranno le sciate in notturna: «Le nostre luci - spiega il presidente di Trento Funivie - sono a basso consumo e tre ore di illuminazione costano di meno di un cannone».
Luca Guadagnini, referente di Anef Trentino, esprime tutta la sua preoccupazione: «Già l'ultima decade di novembre dobbiamo iniziare a preparare le piste e il costo dell'energia sta crescendo moltissimo: noi abbiamo un contratto con un prezzo un po' inferiore che però scade a fine anno». Per avere un'idea dell'andamento, basti pensare che prima della pandemia, il Pun (prezzo unico nazionale) si attestava sui 20 euro a MWh mentre ad agosto 2022 ha raggiunto i 637 euro a MWh.
«La strada - prosegue Guadagnini - è rivedere i programmi di ammodernamento ed espansione, anche se i nostri competitor come Austria, Svizzera e Francia hanno maggiori sostegni a livello nazionale». «Per quanto riguarda il futuro - riprende - la diversificazione ci può aiutare: oltre allo sci, gli impianti portano in quota i turisti in maniera ecologica e silenziosa. E questo sta accadendo anche d'estate, con un trend decisamente positivo». Questo è quello che sta accadendo in val di Fassa.
«Siamo ancora nel pieno della stagione estiva - spiega Elisa Maccagni, vicepresidente Apt Fassa - con buona parte degli impianti aperti fino al 9 ottobre: stiamo lavorando molto bene». «L'inverno ovviamente ci preoccupa moltissimo - prosegue - anche se i prezzi dell'energia del Cep (Consorzio elettrico Pozza) e di Assoenergia sono leggermente calmierati: a luglio si parlava di 310 euro a MWh».
Per far fronte ai rincari, all'orizzonte si profilano gli aumenti degli skipass, ma Ghezzi ridimensiona le previsioni che prospettavano rincari fino al 20%. «Con Superski Dolomiti, ci si sta allineando ad un aumento del 10%, che però se si acquista lo skipass online, sarà del 5%, una cifra che corrisponde all'inflazione e che non contempla il caro energia».
Dati alla mano, il giornaliero in alta stagione che l'anno scorso costava 67 euro, quest'anno è proposto a 74 euro. Per Rigotti, «nelle piccole stazioni non si può pensare a rincari, altrimenti si va fuori mercato». Resta la speranza: «Tutto andrebbe molto meglio se arrivasse un inverno nevoso», dichiarano gli operatori.