Abbasso il NOT, adesso c'è il POUT (che non è il PSUT). Ma intanto 18 milioni di euro per «tirare avanti» con il vetusto Santa Chiara
I medici ospedalieri chiedono attenzione per il nosocomio attuale (ma anche per quello di Rovereto), e auspicano che il nuovo polo sia iscritto in un disegno generale di riforma della sanità trentina
TRENTO. Il NOT è tramontato. Si chiama Polo Ospedaliero e Universitario del Trentino POUT), non Polo Sanitario e Universitario del Trentino (PSUT), come aveva detto il governatore Fugatti in sede di presentazione. In sigla sarà perciò Pout e non Psut la nuova entità che prende il posto del Not, il Nuovo ospedale del Trentino, archiviato e definitivamente messo nel cassetto dei fallimenti, salvo strascichi giudiziari e richieste danni da parte delle imprese, esclude e deluse.
Di Polo Ospedaliero e Universitario parla espressamente la delibera della giunta provinciale, pubblicata ieri, che spiega compiutamente le ragioni per cui si è deciso di voltare pagina e soprattutto di cambiare la procedura. Sono state adottate le regole più snelle previste per i progetti di importanza strategica che permetteranno di accorciare i tempi assegnando con un appalto unico, sulla base di un Progetto di fattibilità tecnico economica elaborato dalla Provincia, la progettazione esecutiva e la realizzazione dell'opera.Tempi rapidi che non esimono però dal prendersi maggiore cura del S.Chiara, che dovrà reggere botta e rimanere all'altezza di un'offerta sanitaria di elevata qualità con un piano di investimenti ad hoc.
Lo chiedono espressamente i primari ospedalieri recentemente costituitisi in associazione: «In vista del Not c'è stato uno stop agli investimenti sull'ospedale S.Chiara, che soffre di diversi problemi strutturali, logistici e strumentali. È molto importante che in attesa del nuovo Polo ospedaliero, che sicuramente durerà anni, venga dato adeguato supporto all'ospedale di Trento ma anche a quello di Rovereto» dicono il dottor Mattia Barbareschi assieme a Maurizio del Greco e Luca Del Dot.
Un nuovo piano di investimenti per il S.Chiara è stato in effetti preannunciato e assicurato da Fugatti e dal direttore dell'Apss Antonio Ferro e sull'elenco delle priorità da affrontare, a parte la messa a norma antincendio per cui sono stanziati 18 milioni, è già attivo un tavolo tecnico composto dal dottor Pierpaolo Benetollo, responsabile delle strutture ospedaliere, da Debora Furlani del dipartimento infrastrutture e da Giancarlo Ruscitti, dirigente dell'assessorato. Quando questo lavoro sarà concluso verrà illustrato alla giunta provinciale per gli stanziamenti necessari.L'associazione dei primari per il resto saluta con favore la decisione di ripartire con un nuovo progetto ospedaliero che tenga presente i cambiamenti della sanità trentina negli ultimi anni e della nascita della scuola di medicina. E concorda anche con la scelta di un commissario straordinario che velocizzi i tempi.
«Per quanto attiene alla sede del nuovo ospedale - aggiungono Barbareschi & C. - riteniamo essenziale che sia più ampia di quanto inizialmente prevista, per poter rispondere sia alle cresciute esigenze di cura che alle necessità di integrare l'ospedale con la scuole di medicina, con i numerosi corsi di laurea che ne deriveranno, in un'ottica di campus universitario. Speriamo che la disponibilità degli spazi ulteriori come il Trentinello e le aree militari possano essere sufficienti a dare il respiro necessario, anche se una diversa collocazione, magari in un'area più esterna alla città e con una migliore possibilità di espansione e una viabilità più semplice, sarebbe stata più adatta per una struttura che aspira ad essere il "Polo Ospedaliero e Universitario del Trentino", e quindi non solo della città ma dell'intero territorio»
.I primari chiedono infine che il Pout sia iscritto in un piano generale della sanità futura: «Siamo a completa disposizione - concludono - con il nostro bagaglio di esperienza e competenze ad essere coinvolti nella definizione delle strategie che porteranno alla progettazione e realizzazione del Polo Ospedaliero e Universitario del Trentino».