Il giallo / La vicenda

Caso Sara Pedri, ultima udienza dell’incidente probatorio per l’ex primario di ginecologia del Santa Chiara

Venerdì 4 marzo del 2021 l'auto della 31enne forlivese fu trovata in Val di Non: dentro c'era il suo cellulare. Prosegue oggi un’importante fase di questa complessa indagine che vede indagati Saverio Tateo e la sua vice dottoressa Liliana Mereu che si sono sempre professati estranei ai fatti contestati

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TRENTO. Si sta volgendo a porte chiuse, in Tribunale a Trento, nella giornata di oggi, lunedì 3 ottobre, un nuovo incidente probatorio – l’ultimo – nel procedimento per maltrattamenti a carico di Saverio Tateo, l’ex primario di ginecologia dell'ospedale di Trento in cui lavorava Sara Pedri, la giovane dottoressa scomparsa il 4 marzo 2021, e della sua vice Liliana Mereu, in aula pure lei. In mattinata ne è stata ascoltata una persona, era in programma anche una seconda testimonianza ma poi è stata rinviata.

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La giovane ginecologa è scomparsa lo scorso 4 marzo 2021. Da allora molte cose sono successe. Ma di lei, ancora nessuna traccia.

Un clima di paura, qualcuno l'ha definito persino di terrore, regnava secondo diversi racconti nel reparto di Ginecologia dell'ospedale Santa Chiara all'epoca in cui era primario Saverio Tateo, affiancato dalla sua vice Liliana Mereu, ora indagati per maltrattamenti.

Nella richiesta di incidente probatorio avanzata dalla Procura per raccogliere le testimonianze di una decina di parti lese (in totale sono 21), la parola più usata è "subire”. 

Subire «ingiurie, diffamazioni, denigrazioni personali, percosse, minacce di sanzioni disciplinari, demansionamenti, condotte vessatorie con effetto di umiliazione, sofferenza e annichilimento». 

La parola poi passerà al giudice.

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