La testimonianza: «Noi, cinque figli e bollette da paura. Evitare gli sprechi non basta»
Massimo Sebastiani, insieme alla moglie Federica coordina la sezione trentina dell'Associazione italiana delle Famiglie numerose: “Il problema non è solo legato ai rincari energetici, ma anche a quelli del settore alimentare”
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TRENTO. Se è vero che l'aumento dei costi sta mettendo in difficoltà imprese e famiglie, per alcune di queste ultime il momento storico è ancora più difficile. Stiamo parlando di quelle numerose, che in Trentino sono circa 13 mila (tremila con quattro o più figli e 10mila con tre) su un totale di 130 mila nuclei famigliari (quindi il 10%). E i numeri dei rincari parlano chiaro: bollette della luce che in appena un anno sono triplicate, schizzando da circa 90 euro a 270, così come non sembra arrestarsi nemmeno la corsa dei prezzi nei beni alimentari in cui, hanno confermato mamme e papà, gli aumenti toccano anche il 30%. Insomma, la situazione è grave e le testimonianze non mancano.
A fare da portavoce è stato Massimo Sebastiani, che insieme alla moglie Federica Betta coordina la sezione trentina dell'Associazione italiana delle Famiglie numerose. «Ovviamente c'è molta solidarietà tra genitori, ma è chiaro come in questo periodo si debba tutti insieme stringere la cinghia - ha spiegato. - Va detto che le famiglie trentine con tanti figli, fino a questo momento, sono riuscite a cavarsela, ma è chiaro come i rincari si riflettano su "settori" diversi della vita quotidiana. In particolare, su quello alimentare. Certo, gli aumenti dell'energia sono evidenti e ancora, purtroppo, non è arrivata la batosta sul gas che in tanti hanno previsto per il prossimo inverno. Ma è per il cibo che le spese stanno diventando davvero insostenibili: se una famiglia con un figlio solitamente spende quattro o cinque mila euro all'anno per il supermercato, posso dire che noi tranquillamente ne spendiamo il doppio».
Evitare gli sprechi, ridurre le uscite a cena, fare economia tra le mura domestiche. I consigli sono tanti, soprattutto in vista dei prossimi mesi che si preannunciano molto duri. Per Massimo e Federica la situazione è chiara: cinque figli (la più grande di 12 anni e la più piccola di uno e mezzo), tre lavatrici di media al giorno ed altrettante asciugatrici, mentre un paio di volte (o anche tre o quattro a seconda delle giornate) anche la lavastoviglie viene chiamata in causa.
E per quanto riguarda altre spese elettriche, Sebastiani ha aggiunto: «Pensiamo alle famiglie in cui i bambini hanno dieci o dodici anni: banalmente, ognuno di loro deve ricaricare il cellulare e sono cinque o sei caricabatterie che funzionano contemporaneamente. Sono dettagli sui quali va posta attenzione: le spese, in queste famiglie, sono spesso quintuplicate rispetto a quelle più ridotte».
Un altro focus il coordinatore dell'associazione lo ha fatto rispetto ai numeri più generali: statisticamente in Italia, ha spiegato, il 55% delle coppie non ha figli, il 25% ne ha solo uno e poi circa il 10-15% ne ha due; la percentuale rimanente rientra nelle "famiglie numerose", con tre o più figli, e in queste ultime si conta ben un terzo di tutti i minorenni italiani.
«Appare chiaro dunque come il carico sociale dei minori gravi su pochi nuclei famigliari - ha concluso Sebastiani - Credo inoltre che vadano parametrati i contributi in base alle reali necessità delle famiglie. Mi spiego: non può esserci un "ristoro" fisso per nucleo, perché la stessa somma può coprire il 20% di spese di uno e magari solo il 5% di spese dell'altro. Serve tenere in considerazione la quantità di figli, ritengo che sia una questione sulla quale bisognerebbe intervenire presto».