Patt, fiammate tra i vertici del partito e i consiglieri provinciali Demagri e Dallapiccola
Non si placa lo scontro interno sulle future alleanze della forza politica autonomista: la polemica diventa caustica
POSIZIONAMENTO "Non saremo la stampella di nessuno e difenderemo l'autonomia"
COMPATIBILITÀ Marchiori: “Siamo inconciliabili con il partito della Meloni"
TRENTO. Non si placa la polemica all'interno del Partito autonomista trentino tirolese, iniziata nelle scorse settimane in relazione a possibili nuove alleanze.
Sullo sfondo l'avvicinamento alle elezioni provinciali dell'anno prossimo e la posizione finora manifestata ufficialmente dalla segreteria del partito, che qualche giorno fa ha negato l'esistenza di intese con Fratelli d'Italia e ha ribadito il patto autonomista con la Svp.
Ma i due consiglieri provinciali chiedono ai vertici del Patt una esplicita esclusione di futuri accordi con il centro-destra.
L'ultimo capitolo della vicenda, infatti, è rappresentato dal documento proposto dai consiglieri provinciali Paola Demagri e Michele Dallapiccola (insieme nella foto) per evitare eventuali accordi con la maggioranza in consiglio provinciale.
"Non è bastata una mozione votata all'unanimità nel congresso dell'aprile scorso e nemmeno la relazione del segretario, approvata dalla stragrande maggioranza dei membri del consiglio, con nessun voto contrario, per impedire il tentativo di delegittimazione dell'azione politica del partito perpetrato dai due consiglieri Demagri e Dallapiccola.
Ad un giorno dalla votazione del documento in cui si riconfermava alla segreteria la possibilità di riportare all'esterno la linea politica del partito, Dallapiccola e Demagri hanno di fatto minacciato di abbandonare il partito nel caso non venissero soddisfatte le loro richieste", si legge in un comunicato firmato dal segretario, Simone Marchiori, la vicesegretaria, Roberta Bergamo, il segretario organizzativo, Davide Gamberoni, il presidente, Franco Panizza, e il vicepresidente, Lorenzo Conci.
I firmatari parlano esplicitamente di un "tentativo maldestro di sfiduciare una segreteria legittimamente eletta e delegittimare gli organi di partito" e definiscono "pretestuoso e finalizzato solo a dividere e a danneggiare il partito" il documento di Demagri e Dallapiccola.