Il Trentino sarà sempre di più un paese per vecchi: più di 7mila ultracentenari nel 2071
Le proiezioni dell’Ispat ridisegnano la mappa demografica della provincia: tra pochi decenni avremo 250 anziani ogni 100 giovani e 25mila residenti nella fascia 90-99 anni
DATI Il primo nato dell’anno in Trentino alle 4.27 al S.Chiara. Crollano le nascite
TRENTO. Tra cinquant'anni gli ultracentenari in Trentino saranno più di settemila. Per essere più precisi nel 2071 la proiezione parla di 7.428 persone con più di 100 anni. Oggi, o meglio nell'ultimo dato ufficiale di inizio 2022, sono 209.
Quella che può apparire come una semplice statistica, un dato curioso da commentare con gli amici, è in realtà un numero che ha dei riflessi importantissimi a livello politico e sociale. Perché, messo insieme ad altri dati, indici e percentuali che tra poche righe vi daremo, ci dice nero su bianco quella che sarà la nostra provincia tra poco meno di cinquanta anni da un punto di vista demografico. E questo avrà inevitabili riflessi sulla vita di ognuno di noi.
Sugli asili nido e sulle Rsa, con i primi che chiuderanno e le seconde che apriranno, ad esempio. Sulle pensioni e sulla mancanza di forza lavoro, per fare un altro esempio. Spesso si dice che la popolazione sta invecchiando, ma altrettanto spesso la frase resta buttata lì, senza poi una visione concreta: le proiezioni statistiche ci danno una fotografia (possibile, non certa. Ma reale) di quello che succederà, con la necessità quindi di iniziare a prepararci e a ripensare le politiche legate al welfare.
I dati emergono dall'Ispat, l'Istituto di statistica della Provincia di Trento, che ha costruito un modello di proiezione demografica includendo il movimento migratorio come componente essenziale per determinare la popolazione residente complessiva, la sua struttura per età e le componenti demografiche. Nello studio statistico i dati, che sono sempre riferiti ai residenti, della popolazione partono da quelli ufficiali all'1 gennaio dell'anno scorso, mentre gli indicatori si riferiscono ai dati al 31 dicembre.
Ma veniamo alla fotografia demografica del Trentino da qui fino al 2071, ovvero tra 48 anni. La popolazione totale crescerà fino a sfiorare i 590 mila residenti. Ad oggi siamo a quota 541 mila. La crescita è legata alle migrazioni, ovvero persone che arriveranno in Trentino dall'Italia, dall'Unione Europea e dai Paesi extra Ue, che sono e saranno in numero maggiore rispetto a quelli che se ne vanno, e al forte aumento nell'aspettativa di vita.
La crescita secondo le proiezioni sarà più lenta all'inizio, per poi avere un boom negli ultimi anni: 550 mila abitanti nel 2030, 559 mila nel 2050 e 588.898 nel 2071.
Una popolazione, però, sempre più vecchia. Lo si evince dall'età media, che crescerà di quasi cinque anni nel periodo di riferimento: oggi siamo intorno ai 45 anni di media, ma nel 2071 arriveremo a oltre 49. Altra conferma di un Trentino sempre più anziano arriva dell'indice di vecchiaia, l'indicatore che spiega il grado di invecchiamento di una popolazione, rapportando l'ammontare della popolazione anziana (65 anni e oltre) a quella giovanile (da 0 a 14 anni). L'indice ci dice quanti anziani si contano ogni 100 giovanissimi. Ad oggi il valore si assesta a circa 180: ci sono, quindi, 180 anziani a fronte di 100 giovani. Ma tra soli otto anni, nel 2031, il rapporto supererà quota 200. E nel 2071 arriverà a 250,7. Quindi 250 nonni a fronte di 100 adolescenti.
Come detto sopra in Trentino arriveremo ad avere più di settemila ultracentenari: una bella notizia per i cinquantenni di oggi, visto che una fetta crescente di loro riuscirà a vedere l'alba del 2070, scollinando quota cento (anni, nulla a che vedere con la pensione), ma anche una notizia che fa riflettere. Anche perché, oltre ai 7 mila centenari, ci saranno anche 25 mila persone tra i 90 e i 99 anni (oggi sono poco più di 7 mila). Come gestire, quindi, 33 mila ultranovantenni, rispetto agli 8 mila attuali? Diciamo subito che le Rsa non basteranno, visto che oggi i posti letto nelle 55 strutture del territorio sono circa 4.100, con un’età media di 85 anni.
Ovviamente non tutti i 33 mila over novanta del 2071 dovranno andare a vivere in casa di riposo, ma è altrettanto ovvio che si tratterà di persone con esigenze importanti, sia per la salute sia per la socialità. La percentuale di anziani in Trentino - si calcolano le persone con più di 65 anni - oggi di poco superiore al venti per cento della popolazione totale, arriverà nel 2071 a essere superiore al 30%.
E, come detto sopra, su 590 mila abitanti, non sui 541 mila attuali. Per dirla in numeri, arriveremo a circa 180 mila anziani rispetto ai 120 mila attuali. Sessantamila persone in più che richiedono cure sanitarie e attenzioni sociali, aspetti che già oggi si fatica a dare. Dai numeri ad alcuni indici che hanno rilevanza economica e sociale. Il cosiddetto indice di dipendenza totale rappresenta il numero di persone non autonome per ragioni di età (sotto i 14 anni e sopra i 65) ogni cento individui "indipendenti", quindi dai 15 ai 64 anni: in Trentino passeremo da circa 55 a 73,5. Insomma: 100 "lavoratori" e 73 "non autosufficienti".
Legato a questo dato è il tasso di dipendenza degli anziani, che calcola la percentuale di persone in età lavorativa rispetto agli anziani. Oggi siamo circa al 30%, pari a 3,3 persone che producono reddito per una persona in pensione o comunque non attiva. In altre parole 3 lavorano, 1 è costretto dall'età a stare sul divano/letto. Nel 2071 in Trentino saremo al 52,6%: su due persone, una lavora e produce, l'altra no. Come accennato all'inizio i tanti numeri (potremmo aggiungere il tasso di mortalità, che scenderà dal 9,5 all'8,1) raccontano perfettamente il Trentino che verrà. E si tratta spesso di dati da un certo punto di vista inquietanti, che andranno affrontati con capacità, visione, innovazione.