Salute / Il caso

Allarme farmaci, la carenza inizia a farsi sentire anche in Trentino

Una questione legata sia all’impennarsi dei casi clinici in alcuni periodi dell’anno, sia alla scarsità di materie prime e colpisce tanto le farmacie quanto gli ospedali del territorio

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di Barbara Goio

TRENTO. «In effetti le mancanze ci sono, e anche pesanti, ma cerchiamo di sopperire come possiamo». Piero Morelli, titolare dell'omonima farmacia a Baselga di Pinè e presidente di Federfarma del Trentino commenta così la penuria di farmaci a cui devono far fronte farmacie e consumatori. Una carenza che si riflette anche su ospedali e ambulatori, visto che anche i magazzini e la farmacia interna dell'Azienda sanitaria ovviamente soffrono delle mancanza.

Secondo Aifa (Agenzia italiana del farmaco) in questo periodo sono ben 3.200 i farmaci "a rischio" approvvigionamento, con scarsità in particolare di antinfiammatori, antipiretici, alcuni tipi di antibiotici, cortisonici per l'aerosol, prodotti per la tosse, ma anche farmaci antipertensivi e antiepilettici.

«A dir la verità - ammette Morelli - in questi ultimi periodi ci siamo un po' abituati a questo tipo di emergenze: sin dai tempi del Covid, e poi anche lo scorso autunno con i picchi di influenza e tosse, soprattutto dei bambini, ci siamo già trovati situazioni critiche, ma siamo riusciti a fare fronte al problema».

Sui motivi di queste emergenze, Morelli è chiaro: «Oltre alle mancanze temporanee, dovute proprio all'impennarsi dei casi clinici in alcuni periodi dell'anno, abbiamo a che fare con una concatenazione di cause, anche internazionali, che hanno portato alla penuria di materie prime. Quanto alla diffusione del fenomeno, la situazione nazionale ovviamente si ripercuote anche a livello locale».

Con alcune differenze però: se infatti a livello nazionale la mancanza di farmaci ha portato a vere e proprie emergenze, in Trentino giocano a favore alcuni elementi di cui tenere conto. Ovvero l'attenzione per gli equivalenti e la tradizione dei cosiddetti galenici, ovvero i farmaci che vengono preparati su richiesta da un farmacista autorizzato in un apposito laboratorio.

Gli equivalenti. «Da anni - riprende Morelli - insieme all'Azienda sanitaria abbiamo portato avanti una campagna d'informazione per sensibilizzare i cittadini sulla possibilità di acquistare i farmaci equivalenti, che hanno gli stessi principi attivi ma costano meno. In situazioni di penuria di determinate marche commerciali, poter contare sui farmaci generici è una risorsa. Come farmacisti siamo riusciti a guadagnare la fiducia dei consumatori, che accettano i nostri consigli sui medicinali equivalenti».

I farmaci non generici sono ancora richiesti da chi si occupa di anziani, perché questi ultimi sono abituati a determinate forme e colori delle pastiglie, e vanno in confusione se sono sostituiti.

I galenici. «Sul territorio vi sono moltissimi professionisti e aziende - riprende il presidente di Federfarma - in grado di realizzare i preparati galenici di determinati farmaci. È un valore aggiunto importante, ed in Trentino c'è una lunga ed importante tradizione galenica, si riescono a fare delle ottime preparazioni che non hanno nulla da invidiare ai prodotti industriali».

La parsimonia. Il Trentino Alto Adige è la regione in cui il consumo di farmaci pro capite è il minore in assoluto in Italia: è chiaro che in un momento in cui vi è penuria, la mancanza è sentita meno da chi fa un limitato uso di un bene, rispetto a chi è abituato a consumarne in grande quantità.

Morelli mette però in guardia dall'ansia di accaparramento: «Abbiamo avuto davvero difficoltà - riprende - quando mi si presentavano in farmacie mamme che comperavano dieci bottiglie di sciroppo per la tosse e facevano scorta per paura di restare senza: è chiaro che a quel punto è difficile poi far fronte a tutte le richieste».

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