Scappa dal carcere moldavo e pretende denaro dall'Italia. La Cassazione: “Non gli spetta nulla”
Arrestato a Trento su richiesta d’estradizione e liberato per evitargli possibili “trattamenti inumani” nel suo Paese: ha chiesto l’indennizzo per ingiusta detenzione
TRENTO. Lo stavano cercando in tutta Europa: evaso da un carcere della Moldavia, suo Paese d'origine che ne ha chiesto il rimpatrio, è stato rintracciato a Trento e portato in cella a Spini. Dopo 181 giorni di detenzione è stato liberato e ciò per evitare che, una volta affidato all'autorità giudiziaria moldava, potesse essere sottoposto a "trattamenti inumani e degradanti".
Quei sei mesi di carcere, pari alla durata dell'esame della richiesta di estrazione, potevano costare cari allo Stato italiano. Infatti l'ex detenuto, 25 anni, in prima battuta ha chiesto e ottenuto l'indennizzo per ingiusta carcerazione. Poco più di 200 euro al giorno moltiplicati per 181 fanno una bella somma. Ma su tale decisione la Cassazione, a cui si rivolto il Ministero dell'economia, si è espressa annullando l'ordinanza con rinvio alla Corte d'Appello di Trento. Ed i passaggi in Cassazione sono stati almeno un paio per giungere alla decisione: al giovane straniero non spetta alcun indennizzo, anzi sarà lo stesso a versare quanto dovuto per il pagamento delle spese processuali.
Da tenere presente che lo Stato italiano nel 2021 ha sborsato 24 milioni e mezzo di euro per risarcimenti a chi aveva subìto ingiustamente la carcerazione preventiva, con un importo medio di indennizzo pari a 43mila euro. Si tratta di numeri ufficiali divulgati dal Ministero della giustizia. In questa vicenda tuttavia il protagonista non è solo "il vil denaro". Sullo sfondo c'è un sistema carcerario di uno Stato estero che non garantirebbe il rispetto dei diritti dei detenuti.
L'ordinanza che prevedeva il risarcimento è del 2020, ma i giudici della Cassazione hanno evidenziato che in quella decisione sulla ingiusta detenzione non era stata considerata l'indole del giovane, riuscito a scappare dalle carceri moldave dopo aver corrotto agenti di guardia. Dunque ci sarebbe stato il rischio anche in Italia, e nel caso specifico a Trento, di una nuova fuga del soggetto nel corso della procedimento di estradizione.
La Corte d'appello, esaminando nuovamente il caso, con ordinanza del 23 marzo 2022 ha detto no all'indennizzo: non c'era motivo di non accogliere la richiesta di estradizione della Moldavia, per questo si era proceduto all'arresto; inoltre il giovane "con la sua precedente evasione aveva dimostrato una personalità incline a sottrarsi ai provvedimenti limitativi della libertà personale" e "ai precetti imposti dell'Autorità". Il 25enne moldavo, tuttavia, non ha mollato la presa, sostenendo che per quel periodo trascorso in cella gli spettasse comunque un risarcimento.
Di nuovo è intervenuta la Cassazione che, ribadendo in linea generale tale diritto, ha evidenziato che in questo caso c'era un fondato pericolo di fuga del soggetto che giustificava "il particolare rigore" dell'arresto, anche alla luce degli accordi di cooperazione giudiziaria". Viene precisato nella sentenza che è necessario "esaminare con particolare severità la sussistenza del requisito in questione, date le conseguenze che dall'eventuale inadempimento all'obbligo internazionale potrebbero derivare allo Stato nazionale".