L'assessore Bisesti con Pro Vita per il ddl Cia sulla "libertà educativa". Arcigay: si depotenzia la lotta contro l'omofobia
Giovedì 9 febbraio nel palazzo della Regione Pro Vita e alcuni esponenti provinciali presenteranno il disegno di legge, mentre all'esterno si terrà un sit-in di protesta. Il consigliere Paolo Zanella: «Testo liberticida che ci allineerebbe alla Russia di Putin e all'Ungheria di Orban»
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TRENTO. Si rinfocola lo scontro politico sulla questione educazione rispetto alle tematiche sul genere e la sessualità.
Se da un lato, il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, ha fatto sapere che non intende riconoscere il proprio patrocinio al prossimo Dolomiti Pride, in programma in giugno, dall'altro l'associazione trentina Pro Vita onlus comunca che organizza per giovedì 9 febbraio, alle ore 11.30, al palazzo della Regione l'incontro dal titolo "Famiglia e scuola: alleanza per la libertà", presente fra gli altri l'assessore all'istruzione Mirko Bisesti.
Con lui, annuncia Pro Vita, ci saranno il consigliere provinciale Claudio Cia, firmatario della proposta di legge "per la libertà educativa delle famiglie", che sarà al centro dell'incontro, in programma alle 11.30, cui parteciperà anche un altro componente dell'assemblea di piazza Dante, Luca Guglielmi.
Immediata la reazione di una galassia di realtà organizzate che da sempre si batte contro iniziative quali le norme in oggetto.
Questa sera, 6 febbraio, Arcigay del Trentino e altre associazioni hanno diffuso una nota in cui spiega che lo stesso giorno, giovedì 9 febbraio, alle 11, una serie di realtà "impegnate a combattere l’omo-bi-lesbo-transfobia in Trentino si troveranno al palazzo della Regione per un sit-in contro la legge sulla libertà educativa".
Quindi, le critiche al testo proposto da Cia e che sarà peesentato con l'intervento di un autorevole esponente della giunta provinciale.
«Sotto il nome fuorviante di “libertà educativa” - si legge nella nota stampa - si cela però l’ennesimo tentativo di depotenziare la lotta all’omo-bi-lesbo-transfobia, privando le scuole degli strumenti necessari a combatterla: competenze, educazione e formazione. Non c’è infatti vera libertà se non ci sono gli strumenti per viverla e praticarla appieno. La libertà promossa da questa legge è finta, un artificio retorico vuoto e pericoloso, addirittura in contrasto con la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione.
A due giorni dalle dichiarazioni della giunta contro il Dolomiti Pride, non possiamo che prendere atto che questo disegno di legge vuole alimentare ancora una volta un clima ostile verso le persone Lgbtqia+.
Al consigliere Cia, che pochi giorni fa ci attribuiva l’intenzione di far "passare questa Giunta come insofferente e intollerante", vogliamo rispondere che a disegnarla così non siamo noi, ma le azioni che ogni giorno porta avanti.
Per questo lanciamo un appello a tutta la cittadinanza a essere con noi giovedì 9 febbraio alle 11 per un sit-in presso il palazzo della Regione autonoma Trentino-Alto Adige. Facciamo sentire la nostra voce, portiamo un arcobaleno in piazza Dante».
La nota è firmata da Arcigay del Trentino, Agedo del Trentino, Famiglie Arcobaleno del Trentino, Laici trentini per i diritti civili, Collettivo transfemminista queer Trento, Udu Trento, Rete studenti medi di Trento, Non una di meno Trento.
Dura anche la reazione del consigliere provinciale Paolo Zanella (Futura), che in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook definisce la proposta di legge «liberticida (altro che libertà educativa!) che vuole impedire di parlare di identità sessuale nelle scuole».
E poi Zanella rincara la dose: «Una legge che ci allineerebbe - un unicum in Italia - alla Russia di Putin e all'Ungheria di Orban. D'altronde a promuovere il ddl ci sarà il presidente di ProVita, fervente antiabortista, estimatore dell'integralismo cristiano russo che promuove una società patriarcale e omotransfobica e amico di militanti di Forza Nuova. La nostra Provincia non può sottostare all'integralismo liberticida e discriminatorio di persone che credono che bambini e bambine, ragazzi e ragazze possano essere terreno di scontro ideologico».
Il consigliere, quindi, annuncia battaglia politica per fermare l'iniziativa: «Non lasceremo che il Trentino diventi l'unico territorio d'Italia dove ragazzi e ragazze con un'identità sessuale di minoranza (ragazzi/e con varianza di genere e ragazzi/e omo o bisessuali) vengano repressi e marginalizzati per legge».