Agricoltura e idroelettrico: la persistente siccità annuncia un 2023 di sofferenza, preoccupa il fiume Adige
La portata dei corsi d'acqua è molto ridotta rispetto alle medie del periodo e a breve comincerà a crescere la richiesta per usi irrigui, mentre in montagna c'è poca neve per sperare che il disgelo migliori significativamente le cose per i mesi caldi
TONINA "Situazione critica in Trentino, invasi e laghi sono pieni solo al 32%"
CONTROMISURE Servono altri 19 bacini per 2,5 milioni di metri cubi
ALLARME Poca neve, niente pioggia: rischiano falde e sorgenti
PREVISIONI In autunno dovrebbero arrivare il "Niño" e tanta acqua
TRENTO. Preoccupa davvero l'Adige, dopo un 2022 che ha visto la portata del fiume ai minimi storici secondo solo al 2005, anche il 2023 si preannuncia come un anno potenzialmente molto critico.
L’acqua è sorvegliata speciale già da tempo e quest’inverno che sta finendo non ha permesso di tirare un sospiro di sollievo, pensando alla prospettiva dei mesi caldi, data la situazione attuale.
Manca, in Trentino e aree limitrofe, quella riserva di acqua che nei mesi più freddi prende la forma di neve e che solitamente con il disgelo aumenta le portata di fiumi e torrenti. Precipitazioni più che carenti e questo significa che neppure le sorgenti e le falde si possono “ricaricare”.
Di crisi idrica e contromisure ha parlato nei giorni scorsi anche il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina: ha spiegato fra l'altro che in Trentino invasi e laghi sono pieni solo al 32%.
Il volume idrico complessivo (i bacini idroelettrici più i laghi naturali regolati) è sceso a 128 milioni di metri cubi su una capienza complessiva di 407 milioni. Gli invasi di malga Bissina e malga Boazzo, nell'alto Chiese, sul massiccio dell'Adamello, risultano pieni solo per il 16% della capienza. Anche il Garda e altri laghi risultano in difficoltà, così come i corsi d'acqua, a cominciare dal manzionato fiume Adige.
"Per rendere l'idea, nel mese di febbraio abbiamo avuto una portata del 35% circa al di sotto di quella media di lungo periodo", spiega Roberto Dinale, direttore dell'Ufficio idrologia della Provincia di Bolzano, riferendosi appunto all'Adige. Anche l'anno scorso, che era caratterizzato da poca acqua, la portata è stata leggermente maggiore in questo mese.
"Quindi da un lato abbiamo un deficit di portata che portiamo dietro dall'anno passato. La poca neve di quest'anno e le scarse precipitazioni del periodo fanno si che quest'anno sia potenzialmente molto più grave. La scarsità idrica si sente soprattutto nel momento in cui aumenta la domanda di acqua, quindi adesso che siamo ancora in inverno la situazione è ancora gestibile per certi versi", aggiunge Dinale.
Eventuali criticità si manifesteranno a partire da metà marzo quando aumenterà la domanda d'acqua soprattutto da parte dell'agricoltura e, se le portate non aumenteranno e quindi non pioverà, la situazione porterà a dei deficit di disponibilità della risorsa.
"La disponibilità d'acqua potabile - tranquillizza l'esperto - viene sempre garantita e non è un problema di base, perché è molto minore la richiesta di acqua potabile rispetto alla richiesta di altri comparti come quello agricolo piuttosto che industriale o idroelettrico".
Quindi la disponibilità di acqua potabile "è tutelata, mentre le criticità poi cadranno sugli altri comparti a partire dall'agricoltura per continuare con la produzione idroelettrica", mette in guardia il direttore dell'Ufficio bolzanino di idrologia.
Meteotrentino frattanto conferma che il mese di febbraio 2023 è stato caratterizzato dal persistere di condizioni di stabilità che hanno determinato l'assenza di precipitazioni quasi in tutta la provincia.
Solo nelle prime ore del giorno 27 febbraio, specie sui settori orientali, si sono registrate locali debolissime nevicate.
L'alta pressione ha favorito il ristagno di inquinanti nei bassi strati dell'atmosfera. Si sono verificati alcuni episodi di forti venti settentrionali; in particolare il 4 febbraio, quando si sono misurate raffiche localmente superiori a 100 chilometri orari.