Fugatti: l'orso che ha ucciso Andrea Papi a Caldes sarà abbattuto al più presto, c'è l'ordinanza
Il presidente della Provincia parla dopo l'esito dell'autopsia sulla vittima dell'aggressione di ieri, 6 aprile: ora analisi genetiche per individuare l'esemplare responsabile. "A Roma chiediamo di poter uccidere anche altri tre orsi a rischio e di dimezzare il numero di plantigradi presenti in Trentino: oltre cento sono troppi, il progetto così è insostenibile"
CALDES Ragazzo ucciso dall’orso: aggredito nel bosco
VAL DI RABBI Colpito dall'orso mentre passeggia con il cane
CONDANNA Ricercato MJ5, 18 anni, ma gli animalisti protestano
TRENTO. Oggi l'autopsia sulla vittima, Andrea Papi, ha confermato che quello di ieri nei boschi di Caldes è stato un attacco mortale da parte di un orso e quindi è stata emanata nel pomeriggio un'ordinanza che prevede l'abbattimento dell'esemplare responsabile dell'aggressione.
Lo ha detto Maurizio Fugatti, presidente della Provincia, aprendo alle 19.10 di oggi, 7 aprile, la conferenza stampa sulla tragedia del runner di 26 anni trovato morto ieri in val di Sole.
Fugatti è intervenuto subito dopo la seduta del comitato sulla sicurezza e l'ordine pubblico, che si è svolta al commissariato del governo.
Il numero uno di piazza Dante ha comunicato di aver dato mandato al corpo forestale di presidiare l'area del'attacco, a tutela dell cittadinanza locale, di svolgere i necessari prelievi per individuare con le analisi genetiche l'esemplare responsabile, di procedere quindi con l'abbattimento.
Fugatti ha spiegato di avere avuto oggi interlocuzioni anche con il governo, anche per comunicare l'esito degli esami peritali che conferma l'aggressione da parte di un orso. E ha sottolineato che, secondo la Provincia, questo tragico episodio conferma che il numero di orsi oggi presenti in Trentino, un centinaio, tutti concentrati nella zona del Brenta e dintorni, è troppo elevato e va dimezzato.
"Il primo pensiero - ha detto in apertura il presidente della Provincia - va ai familiari della vittima, per la sofferenza che stanno vivendo. Abbiamo atteso gli esiti degli esami per esprimerci. Ora, alla luce di questo chiarimento ufficiale sulle cause del decesso, oggi, si è tenuto il comitato: la giunta ha informato le autorità competenti delle decisioni che assume a seguito si questo grave fatto.
La Provincia ha deciso di rimuovere l'orso pericoloso per l'incolumità e la sicurezza pubblica. L'ordinanza dà mandato al corpo forestale trentino di proseguire il monitoraggio dell'area, al fine di assicurare l'incolumità e la sicuerezza pubblica, di procedere il più rapidamente possibile all'identificazione genetica dell'esemplare responsabile dell'aggressione e di procedere quindi al suo abbattimento. Eventuali esemplari catturati in attesa delle verifiche genetiche potranno essere tenuti in cattività in attesa delle opportune verifiche".
Ma Fugatti ha annnunciato anche azioni successive, riguardanti altre vicende, ricordando di aver informato il comitato che "ad oggi i casi di orsi problematici presenti sul territorio sono tre": quindi nei prossimi giorni verrà presentata una richiesta di abbattimento di questi esemplari.
"Dall'interlocuzione avuta oggi - ha riferito - sono emerse rassicurazioni verbali da parte di Ispra circa l'accoglimento di queste richieste riguardanti casi di orsi che in passato hanno commesso azioni a rischio.
Fra questi vie è MJ5 che è stato responsabile delll'attacco del 5 marzo in val di Sole, poi JJ4 del quale avevamo chiesto l'abbattimento ma non arrivo ilparere positivo: la Provincia intese procedere ugualmente ma ci furono sentenze dei tribunali amministrativi che ci dissero che non potevamo intervenire, perché l'orsa aveva i cuccioli, il terzo".
Il terzo orso già individuato e che la Provincia intende rimuovere è M62, spesso avvistato nella zona della Paganella.
Più in generale, Fugatti ha insistito sulla ferma volontà della Provincia di rivedere il progetto di reintroduzione dell'orso: "Abbiamo informato il comitato anche della problematica, ormai acclarata in Trentino, dell'eccessivo numero di esemplari presenti nel territorio rispetto alla sostenibilità per la convivenza con gli esseri umani".
In questo contesto, Fugatti ha ricordato che "il progetto, nato oltre vent'anni fa, prevedeva di arrivare a cinquanta esemplari diffusi in tutto il Trentino, oggi sono oltre un centinaio e fra l'altro sono rimasti nellla zona del Brenta dove si trovano evidentemente bene".
Quindi, ha sottolineato il presidente della Provincia, "siamo di fronte a un sovrannumero rispetto a quanto sia tollerabile dal territorio, bisogna dunque riportarli alle dimensioni originariamente previste dal progetto Life Ursus, cosa di cui oggi ho informato il ministro dell'ambiente Pichetto Fratin".
Si apre ora, dunque, una fase che vedrà il Trentino impegnato in un confronto con Roma su tempi e modalità di questo auspicato ridimensionamento.
"Questo progetto - ha insistito Fugatti - non è più sostenibile nel nostro territorio con questi numeri: la prossima settimana ho un appuntamento per affrontare il tema della revisione e riduzione. Altrimenti sarà un progetto insostenibile che non potrà andare avanti".