Inceneritore di rifiuti, Trento potrebbe copiare il termovalorizzatore di Bolzano. Ma servono almeno 5 anni
La Terza Commissione permanente di Ivano Job ha svolto nel pomeriggio di oggi (15 maggio) un sopralluogo al termovalorizzatore del capoluogo altoatesino. Nel 2014 la Provincia di Bolzano ha affidato ad Eco center il servizio di trattamento dei rifiuti urbani e speciali, stipulando una convenzione della durata di 25 anni (scadenza 2039)
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TRENTO. Prosegue il dibattito sulla chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio trentino. Nell’ambito dell’attività di conoscenza e approfondimento del tema, la Terza Commissione permanente di Ivano Job ha svolto nel pomeriggio di oggi (15 maggio) un sopralluogo al termovalorizzatore di Bolzano.
La visita ha permesso ai consiglieri di conoscere una realtà, quella dell’Eco center, che dal 2014 è operativa nella gestione dell’impianto del capoluogo altoatesino. Dopo un primo incontro conoscitivo in cui ha dettagliato le caratteristiche della società, il direttore generale della società Marco Palmitano ha guidato i consiglieri e l’assessore Mario Tonina all’interno dell’impianto, spiegando le diverse fasi di trattamento dei rifiuti e rispondendo alle numerose domande.
La società di gestione Eco Center
Nel 2014 la Provincia di Bolzano ha affidato ad Eco center il servizio di trattamento dei rifiuti urbani e speciali assimilabili agli urbani, mettendo a disposizione il termovalorizzatore di Bolzano e stipulando una convenzione della durata di 25 anni (scadenza 2039). Eco center è una società in house a capitale 100% pubblico e conta 105 soci (10% Provincia Bolzano, 44% Comune di Bolzano, 46% Comuni e comprensori). 53 milioni in media il fatturato annuo, Eco center gestisce 175.000 tonnellate di rifiuti all’anno e 35 milioni di metri cubi di acque reflue. 210 sono i collaboratori (175 uomini e 35
donne), 95% a tempo indeterminato e al 90% a tempo pieno.
L’energia e i residui
Dalla raccolta e lavorazione dei rifiuti il termovalorizzatore produce 89.696 MWh di energia elettrica annua della quale 13.263 MWh utilizzata per consumi interni e 76.433 MWh trasferita alla rete nazionale, mentre 94.335 MWh è il valore dell’energia termica prodotta, ceduta per il teleriscaldamento. I residui sono ceneri leggere per un valore di 5.624 tonnellate all’anno (conferite in Germania) e ceneri pesanti per un valore di 23.563 t (conferite in discarica per rifiuti non pericolosi).
Valori emissivi confortanti, tranne che per la Co2
Palmitano ha riferito che dal progetto Landmonitoring effettuato negli anni 2016-2018, sono emersi valori confortanti. I profili emissivi sono bassi per tutte le sostanze, tranne che per la Co2, che però presenterebbe un profilo clima alterante e non di impatto inquinante. Le emissioni di Co2 dell’impianto ammontano a 120.000 tonnellate all’anno, delle quali 30.000 recuperate con il teleriscaldamento e il 50% rinnovabili. Il bilancio negativo non rinnovabile riguarderebbe dunque 45.000 tonnellate all’anno.
“Rispetto all’opzione discarica siamo distanti anni luce – ha osservato Palmitano – aggiungendo che la società è fortemente impegnata nella ricerca di sistemi per ‘legare’ la Co2, al fine di minimizzarne l’impatto. Stando al Landmonitoring, il luogo più colpito nel giorno e nell’ora meteorologicamente più sfavorevole dell’anno sarebbe la discarica di Castel Firmiano. In quel luogo e in quell’ora il termovalorizzatore incide per lo 0,08% delle polveri sottili e per lo 0,9% del No”.
Focus sul futuro: recupero energia da prodotti di scarto
Per il futuro, Palmitano ha riferito che la società è concentrata principalmente su due obiettivi: il recupero di materie prime secondarie e il recupero di energia da prodotti autoctoni, al fine di evitare export di potenziali fonti di energia, incentivare il recupero di energia da prodotti di scarto e ridurre la dipendenza da combustibili fossili.
Trento potrebbe “copiare” Bolzano
La visita al termovalorizzatore è stata apprezzata da tutti i consiglieri partecipanti, oltre che dall’assessore competente in materia Mario Tonina, accompagnato nel sopralluogo dalla direttrice dell’Unità organizzativa rifiuti e bonifica dei siti inquinati Chiara Lo Cicero. "Per noi – ha detto Tonina – è estremamente importante poter visitare questa realtà che potrebbe essere del tutto simile alla nostra: se si riuscirà a condividere un percorso in maniera responsabile ed eventualmente decidere di realizzare un impianto di termovalorizzazione, potremo sicuramente ‘copiare’ quello che di positivo è stato realizzato qui”.
I possibili tempi di realizzazione dell’impianto
Alla domanda sui tempi di realizzazione di un possibile impianto il direttore ha ipotizzato che servirebbero, se tutto va bene, almeno cinque anni. Un anno e mezzo per la valutazione d’impatto e le autorizzazioni necessarie e almeno tre anni per la costruzione. Sempre che non intervengano intoppi in fase di aggiudicazione dei lavori. Hanno preso parte al sopralluogo i consiglieri: Ivano Job, Denis Paoli, Lucia Coppola, Gianluca Cavada, Katia Tossato, Alessio Manica e Lorenzo Ossanna.