Anziani aggrediti in Rsa, l’appello: «Maltrattamenti da prevenire, la politica ci ascolti»
L’associazione «Familiari Rsa unite», costituitasi di recente, avanza alcune proposte dopo il recente caso di violenza sfociato alla Beato de Tschiderer di Trento da parte di un Oss: «Occorrono coraggio e l’onestà per inquadrare l’episodio in un orizzonte di più vasto disagio professionale»
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TRENTO. L'associazione «Familiari Rsa unite», che da comitato si è di recente costituita formalmente, si dichiara molto preoccupata per il grave episodio di aggressione fisica ai danni di due anziani da parte di un operatore socio sanitario in servizio, accaduto alla Rsa Beato de Tschiderer nella notte tra il 14 e 15 giugno. E in un lungo intervento avanza alcune proposte per evitare che casi come questo possano verificarsi ancora «pur nella consapevolezza di essere di fronte a un caso limite per gravità dell'accaduto» e comunque auspicando che «non venga derubricato e archiviato come unicità avulsa dal contesto in cui si è espresso».
L'associazione osserva che: «La maggior parte del personale impiegato in queste strutture lavora da anni allo stremo delle forze con responsabilità e dedizione, sebbene sottodimensionato e messo a dura prova da parametri di assistenza bassissimi e in abbassamento, in un comparto soggetto ad una mancata valorizzazione sia economica sia professionale». E proprio queste difficili condizioni di lavoro unite allo stress possono «facilmente sfociare in reazioni inadeguate e incontrollabili, configurando talvolta veri e propri fenomeni di maltrattamento».
«Alcune Rsa virtuose - sostengono i familiari degli ospiti - riescono a fare in modo che alla mancanza di tempo del personale si sopperisca con una valorizzazione del tempo dedicato, conferendo spazio alle esigenze di ciascun residente attraverso piani personalizzati, ma questo richiede un impianto organizzativo di impostazione lavorativa che non tutte le strutture sono in grado di soddisfare e garantire».
«Oltre che sul rischio maltrattamenti - sostiene l'associazione - la situazione corrente incide in modo significativo anche sulla qualità dell'assistenza stessa». L'associazione afferma di aver ricevuto recentemente diverse segnalazioni circa la mancata mobilizzazione di residenti allettati o la predisposizione ad allettare troppo presto e in maniera estemporanea le persone non autosufficienti. «Per la fascia anziana - aggiungono - questo si traduce a lungo andare in una ridotta probabilità di recupero delle abilità residue».
La stessa associazione in questi ultimi anni è stata non di rado destinataria di altre segnalazioni non solo riguardo a disservizi ma anche ad episodi di maltrattamento, alcuni dei quali hanno poi trovato una loro via giudiziaria. Quindi le proposte: «Occorrono il coraggio e l'onestà, quindi, di inquadrare il singolo episodio avvenuto negli scorsi giorni in un orizzonte di più vasto disagio professionale in un delicatissimo contesto di cura che richiede per sua natura massima attenzione, affinché l'assistenza e la relazione possano risultare congrue alle necessità dei più fragili. Occorre abbracciare una visione e una progettualità il cui obiettivo primario sia la salvaguardia della dignità e dei diritti dell'anziano malato e non autosufficiente, passando inderogabilmente dalla salvaguardia di chi di quelle persone si prende quotidianamente cura».
«Occorre incentivare economicamente, allargare la formazione per prevenire i maltrattamenti, aumentare l'attenzione per intercettare il disagio, ripensare e potenziare l'organizzazione del sistema Rsa. Occorre inoltre, non da ultimo, implementare un più efficace controllo sulla gestione delle strutture da parte del sistema di accreditamento, dal punto di vista operativo, legislativo e contabile. Le linee guida provinciali e le disposizioni legislative sono ancora oggi così come in periodo pandemico recepite in maniera disomogenea - sottolineano - basti pensare che in alcune strutture gli orari di visita sono ancora ancorati a fasce orarie come in piena pandemia, nonostante le linee guida provinciali ne indicassero la decadenza già dallo scorso febbraio». L'associazione rinnova pertanto alla politica le richieste di partecipazione ai tavoli di lavoro su questi temi.
(immagine in copertina: di repertorio)