Per l'orsetto salvato in un canalone pare complicato il rilascio nei boschi: questione tecnica o politica?
Il parco Adamello Brenta e il centro faunistico Spormaggiore (che ora ospita l'animale) hanno scritto alla Provincia. Ma al momento non c'è una decisione. Il dirigente del servizio faunistico, Giovannini: «Istruttoria tecnica, ma in questi casi orientamento negativo»
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TRENTO. Non sarà facilissimo, per l'orsetto salvato in un canalone in val d'Algone, conquistarsi il bosco da orso libero. Complicati i tempi che stiamo vivendo. Formalmente, la questione è tecnica. Sostanzialmente, sembra che sia politica.
Ma l'assessora alle Foreste Giulia Zanotelli, per altro impegnata in questi mesi per capire se c'è un modo per ridurre il numero di plantigradi nei boschi trentini, per ora passa la palla alla struttura: «La vicenda dell'orsetto salvato? È una questione tecnica, se ne occupa la struttura, dopo aver fatto le valutazioni tecniche necessarie».
Se ne occuperà dunque il servizio faunistico. Al momento l'unico titolato a parlare di quell'animale è il dirigente Giovanni Giovannini, che non a caso misura bene le parole. Ma fa intendere che qualche difficoltà potrebbe esserci:
«Sarà necessario fare un'istruttoria tecnica, solo dopo quella potremmo decidere qualcosa. Ma in questi casi l'orientamento generale è negativo, perché l'animale è stato in cattività troppi mesi. Un conto è curarlo qualche giorno e liberarlo. Un conto è curarlo per mesi. Comunque lo si deciderà dopo un'istruttoria tecnica».
Quella deve ancora cominciare, ma dopo che il parco Adamello Brenta e il centro faunistico Spormaggiore hanno scritto alla Provincia, qualche cosa si è mossa: già è stata chiesta una valutazione al veterinario che ha curato l'animale, mesi fa. È stato l'avvio dell'avventura, quello: il cucciolo aveva non più di due mesi.
È stato trovato in un canalone, abbandonato dalla madre. È stato portato alla clinica Zoolife, di Mezzolombardo, dove sono riusciti a curare le ferite, che pur erano tante e gravi.
Dopodiché l'orso è stato affidato al centro faunistico, che nell'ambito di una convenzione con il parco Adamello Brenta e l'associazione Rase hanno cercato di farlo crescere mantenendolo selvatico.
Dal loro punto di vista, ci sono riusciti. Ora l'animale è pronto per lasciare lo spazio di quarantena di Spormaggiore, e serve capire se è possibile riimmetterlo in libertà - obiettivo per cui lavorano sempre, il centro e il parco - o se sarà destinato ad altro tipo di esistenza.
Tutto partirà dalla valutazione del servizio faunistico. Ma in ultima analisi in questi tempi difficili, è facile immaginare che l'ultima parola spetterà alla giunta.