Vitalizi, per gli ex consiglieri regionali sessantenni scattano gli acconti milionari
Ma in questa vicenda che ha scatenato proteste e polemiche, c'è anche qualcuno che rinuncia al diritto maturato. A loro verrà versato anche l'acconto sulla pensione, che nel 2014 aveva sollevato una bufera IL PUNTO
IL TEMA Vitalizi, gli ex consiglieri si riprendono quanto restituito
SINDACATI “Unica strada opportuna è la rinuncia agli arretrati”
IL CASO Il nodo della restituzione dell'anticipo dei vecchi vitalizi
POLEMICA Chi restituisce l'anticipo dei vitalizi e chi no
BOLZANO. In questi giorni alcuni ex consiglieri regionali, con diverse legislature alle spalle, compiono 60 anni e grazie alle leggi in merito hanno diritto al vitalizio.
Inoltre, a loro verrà versato l'acconto sulla pensione che nel 2014 aveva creato non poche polemiche.
A fruire di questi acconti milionari sono l'ex assessora Svp Sabina Kasslatter-Mur e il consigliere regionale Mauro Minniti (An/Pdl) che percepiranno acconti di oltre due milioni di euro, fa sapere la Tageszeitung.
All'epoca Kasslatter aveva ridato subito la somma ottenuta come acconto, ora però ne entra in possesso grazie alla legge regionale, promulgata a seguito delle polemiche, che il quotidiano definisce come "il più grande bluff della storia recente".
I mandatari che non avevano raggiunto l'età pensionabile dovevano ridare gli acconti che, però, al compimento dei 60 anni ottengono di diritto. Tageszeitung riferisce che anche il verde Riccardo Dello Sbarba rientra fra i fortunati, prenderà qualcosa come 250.000 euro.
Quest’anno, come ha scritto l'Adige una settimana fa, al compimento dei 60 anni, matura il diritto a ricevere l’assegno vitalizio anche la ex consigliera trentina Marta Dalmaso (Pd).
Ma c'è anche chi rinuncia, come l'ex assessore Svp Thomas Widmann che ha chiesto di riavere quanto ha versato, rinunciando ad acconto e vitalizio, senza clamore mediatico.
Stessa linea scelta dalla consigliera Ulli Mair dei Freiheitlichen e dalla senatrice Julia Unterberger (Svp).
Il calcolo, per ora, è stato fatto dagli uffici del consiglio regionale solo per questi tre ex consiglieri perché prima della fine della legislatura vanno liquidate loro le cifre.
Il dato più sconcertante di tutta questa vicenda è che, come si era paventato già 9 anni fa, quando si fece la riforma per ridurre le quote attualizzate, il meccanismo adottato per i 40 consiglieri o ex consiglieri ancora in attesa di maturare il diritto al vitalizio (87 erano invece quelli che già ricevevano l’assegno), non ha garantito i risparmi annunciati.
Anzi. Questi 40 consiglieri o ex consiglieri che nel 2014 non avevano ancora maturato il diritto e hanno dovuto restituire tutte le somme che avevano ricevuto (valore attuale netto più quota Fondo Family), si sono ripresi questi soldi con il compimento dei 65 anni (che scendono a 60 anni per chi ha fatto almeno due legislature).
Molti si sono ritrovati, grazie all’aumento dell’aspettativa di vita e alla rivalutazione con cifre non molto diverse rispetto a quelle restituite nonostante la riduzione del valore attuale secondo i criteri della riforma 2014.
Ora restano 11 ex consiglieri per un costo stimato di 10 milioni per le casse reginali.
[nella foto, una manifestazione di oltre nove anni fa, marzo 2014, a Trento, contro i vitalizi dei politici]