Ambiente / Giustizia

Bypass, area messa sotto sequestro: la Procura chiede un piano di bonifica

L'attenzione dei magistrati si è concentrata su una striscia di terreno lunga 250 metri e larga una decina, a nord dello Scalo Filzi e compresa tra i binari della Ferrovia Trento-Malé e quelli dell'asse del Brennero. L'inchiesta, affidata al sostituto Davide Ognibene, ipotizza il disastro ambientale

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TRENTO. La Procura fa sul serio. Ieri, sabato 29 luglio, ha notificato a Rfi il sequestro preventivo di una fetta del cantiere dove sono in corso i lavori preparatori per il bypass ferroviario di Trento. L'attenzione dei magistrati si è concentrata su una striscia di terreno lunga 250 metri e larga una decina, a nord dello Scalo Filzi e compresa tra i binari della Ferrovia Trento-Malé e quelli dell'asse del Brennero. L'inchiesta, affidata al sostituto Davide Ognibene, ipotizza il disastro ambientale.

Già dall'avvio dell'indagine della procura, il Comune di Trento ha iniziato a stringere i controlli sul cantiere: dal monitoraggio settimanale si è passati alla richiesta di aggiornamenti più frequenti. E poi si segue quel che accade, di giorno in giorno. 

Franco Ianeselli si limita ad osservare che «se il sequestro è finalizzato alla presentazione di un piano di bonifica, è una buona notizia».

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