Agricoltura, il moscerino Drosophila suzukii distruttivo su ciliegi e piccoli frutti in Trentino
Piccolo "giallo" sulla diffusione dell'altrettanto dannoso scarabeo giapponese: avvistato nella zona di Nogaredo, ma non si tratta di un focolaio, l'insetto però si sta diffondendo in Italia. A favorire la diffusione degli insetti nocivi le temperature miti dell'ultimo inverno. Le analisi degli esperti della fondazione Mach
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TRENTO. Danni in aumento nelle coltivazioni di ciliegio e piccoli frutti in Trentino a causa del parassita Drosophila suzukii. Invece, la presenza in Trentino dello scarabeo giapponese Popillia japonica è, al momento, un caso isolato, e non un focolaio. L'insetto è stato intercettato all'interno di una trappola nell'ambito dell'attività promossa dall'Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach. La rilevazione è avvenuta a Nogaredo, lungo l'autostrada del Brennero, mentre la presenza tecnicamente è definibile come "incursione".
Il coleottero è polifago, e durante l'estate si nutre di foglie, fiori e frutti di moltissime specie, sia forestali e ornamentali, sia frutticole, causando notevoli danni.
L'Ufficio fitosanitario e la Fondazione Mach hanno intensificato le attività di controllo nelle aree limitrofe, con l'aumento di trappole e ispezioni visive, al fine di individuare la presenza di ulteriori insetti.
La sorveglianza proseguirà in Vallagarina per tutta la stagione in corso e anche il prossimo anno. Dopo avere colonizzato ampie aree del Nord America, la Popillia japonica, è stata segnalata anche in Europa, prima in Portogallo e poi in Italia (2014), dove ha rapidamente dato origine a un focolaio a cavallo tra Piemonte e Lombardia.
Negli anni seguenti, nonostante le misure di eradicazione e contenimento, il focolaio si è progressivamente ampliato, andando a interessare anche le confinanti regioni Emilia-Romagna e Val d'Aosta e la vicina Svizzera.
Frattanto, i tecnici della Fem spiegano che si stanno riscontrando danni significativi nei campi di ciliegio e di piccoli frutti in Trentino causati dall'instaurarsi di una elevata popolazione del moscerino asiatico Drosophila suzukii, a causa delle temperature miti dell'ultimo inverno.
"Nel periodo gennaio-aprile, la rete di monitoraggio gestita da Fem ha rilevato catture di Drosophila suzukii fino a dieci volte superiori alla media dell'ultimo decennio", precisa Claudio Ioriatti, responsabile dei progetti di ricerca legati alla sostenibilità degli agroecosistemi.
Fino a metà luglio sono stati analizzati 345 campioni di ciliegie, di cui 59 da frutteti non protetti con rete e 286 raccolti in frutteti protetti da rete.
Nel caso dei ciliegeti non protetti, i campioni analizzati hanno evidenziato una percentuale di frutti infestati dalla Drosophila dell'ordine dell'85% già a fine maggio. Diversa la situazione dei frutteti protetti dalla rete antinsetto, con frutti intaccati tardivamente e in percentuali pressoché nulle fino a metà giugno, per poi arrivare a poco meno del 40% negli ultimi campionamenti di metà luglio.
Per quanto riguarda la Leptopilina japonica, i campionamenti eseguiti su frutta infestata proveniente da ciliegi selvatici hanno accertato un significativo incremento della percentuale di parassitizzazione, passata da una media del 6% del 2021 al 20% di quest'anno.
Sul fronte del controllo biologico, proseguono anche quest'anno i rilasci del parassitoide esotico Ganaspis brasiliensis nei venti siti autorizzati dal ministero dell'ambiente.
Il tardivo rilascio dell'autorizzazione ha portato ad eseguire la prima tornata di lanci solo a cavallo della metà di giugno, per cui non è ancora possibile disporre di dati relativi al suo insediamento e alle percentuali di parassitizzazione.