In Trentino oltre duemila i capi di allevamento predati dal lupo in 10 anni, solo uno su 5 era protetto
L'indagine del Muse in collaborazione con la Provincia fotografa il quadro tra il 2013 e il 2022: le incursioni registrate sono state 576. La ricercatrice, Giulia Bombieri: "Analisi fondamentale anche per comprendere i fattori di rischio e valutare l'efficacia delle misure di prevenzione"
TAR Abbattimento lupi, respinte le richieste di sospensione dell'ordinanza
IL BLITZ Animalisti al Muse per difendere i lupi in Trentino
DECISIONI Il decreto di abbattimento firmato da Fugatti
ESPERTO «Lupi non pericolosi per l’uomo, un errore ucciderli»
TRENTO. Tra il 2013 e il 2022, si sono verificate in Trentino 576 predazioni da lupo su domestico, con un totale di 2.256 capi coinvolti.
Le predazioni seguono la tendenza di espansione della popolazione di lupi sul territorio, mentre il maggior numero di attacchi avviene nel mese di agosto e la notte.
Il dato emerge dal progetto di ricerca "Lupus in stabula: analisi delle dinamiche di predazione da lupo sul bestiame domestico in Trentino", coordinato dal Muse di Trento, in collaborazione con il settore grandi carnivori del servizio faunistico della Provincia di Trento.
La ricerca, finanziata dalla Fondazione Cassa rurale di Trento, approfondisce gli aspetti che caratterizzano il fenomeno.
"A distanza di dieci anni dal ritorno stabile della specie, questo tipo di analisi è fondamentale non solo per fornire una fotografia aggiornata della problematica, ma anche per comprenderne le dinamiche e i fattori di rischio, nonché valutare l'efficacia delle misure di prevenzione", spiega la ricercatrice, Giulia Bombieri, rilevando che l'81% delle predazioni è avvenuto in assenza di opere di prevenzione funzionanti.
Complessivamente, il bestiame presente in alpeggio ogni anno ammonta a 72.687 capi, costituito da ovicaprini (63,5%), bovini (31%) ed equini (2,4%).
In media, il bestiame predato dal lupo si aggira intorno allo 0,6% del bestiame complessivo. Ovicaprini ed equini (asini in particolare) sono i più vulnerabili. I bovini invece, salvo contesti particolari, come in Lessinia, rappresentano la categoria meno selezionata.
Le aree a maggior impatto sono state Lessinia, Baldo, Bondone e Primiero.
Per quanto riguarda le malghe, su 578 strutture censite, sono 13 quelle maggiormente colpite dal lupo nell'ultimo triennio, di cui quattro hanno subito un impatto di tipo cronico, mentre nove hanno subito predazioni di tipo massivo.