In settemila per la vendemmia e le mele, i raccoglitori italiani sono 2.400: tremila in arrivo dalla Romania
Raccolta delle mele e per la vendemmia due momenti che il nostro territorio aspetta con trepidazione e per i quali, come di consueto, è necessario prepararsi al meglio. E se in alcuni territori come Valsugana ed Arco le operazioni sono già iniziate, il picco nei luoghi più "caldi" è atteso entro le prossime due settimane. Si è dunque aperta la stagione del raccolto che, come sempre, richiama in Trentino (e non solo) una grande quantità di manovalanza
POLITICA Via libera all'ingresso dei lavoratori extra Ue
PERSONALE “Paghe basse, colpa pure delle imprese”
TRENTO. È scattato il conto alla rovescia per la raccolta delle mele e per la vendemmia, due momenti che il nostro territorio aspetta con trepidazione e per i quali, come di consueto, è necessario prepararsi al meglio. E se in alcuni territori come Valsugana ed Arco le operazioni sono già iniziate, il picco nei luoghi più "caldi", come ad esempio la Val di Non, è atteso entro le prossime due settimane. Si è dunque aperta ufficialmente la stagione del raccolto che, come sempre, richiama in Trentino (e non solo) una grande quantità di manovalanza.
Dinamica quest'ultima che è stata sottolineata anche da Coldiretti: in una nota ufficiale, l'associazione ha spiegato che il recente Dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale abbia liberato l'ingresso in Italia di un totale di 40 mila lavoratori stranieri, interamente impegnati nel lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero.
Un fatto non di poco conto considerando che in alcune zone del nostro Paese, tra cui appunto anche il Trentino, questo periodo è particolarmente importante per mele e vendemmie. Andando nel dettaglio di quanta manodopera arriverà sul nostro territorio, è la Coldiretti del Trentino-Alto Adige a fornire i dati: i raccoglitori di mele e uva saranno in totale 7.150, dei quali 2.400 italiani e tutti gli altri, quindi circa il 65% (ovvero 4.750 persone), di origine straniera.
Da evidenziare come ben il 60% di questi ultimi provenga dalla Romania, per un totale di 2.919 raccoglitori, mentre gli extracomunitari "generici" sono in tutto 1.513. Altro dato importante su cui porre l'attenzione riguarda le richieste di manovalanza "extra": quest'anno infatti sono state ben 460, delle quali 90 riguardano persone che andranno proprio a svolgere il ruolo di raccoglitori.
«In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere - ha spiegato il presidente della Coldiretti del Trentino-Alto Adige, Gianluca Barbacovi. - Sono 358 mila i lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle, fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. I lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po' tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall'estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale, per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali, oltre che di amicizia, con gli imprenditori agricoli».
Gianluca Barbacovi ha inoltre posto l'attenzione sulla situazione generale delle lavorazioni agricole, chiarendo come fino a questo momento l'annata, in Trentino, stia andando abbastanza bene nonostante il meteo avverso: «Qualche episodio di grandine c'è stato e dove si è verificato, come nella piana rotaliana, in Valsugana o Val di Non, ha fatto danni. Ma, per il momento, quest'anno siamo tranquilli. Complessivamente, nell'arco dei dodici mesi, sono tra le 22 mila e le 25 mila le persone che arrivano in Trentino per lavorazioni agricole: il clou, per queste raccolte, lo raggiungeremo tra il 10 ed il 15 settembre.
Qualche migliaio provengono da fuori Europa, ma stiamo notando un aumento anche degli autoctoni: la reintroduzione dei buoni lavoro, gli ex voucher, sta spingendo giovani fino ai 25 anni, pensionati e persone in disoccupazione a lavorare nel nostro settore. Erano anni che chiedevano il ritorno di questi buoni e già con ciliegie e piccoli frutti, nei mesi scorsi, abbiamo visto un aumento delle presenze».