In Trentino un centro per i rimpatri. Kompatscher: “A Bolzano un altro, con Roma trattativa in arrivo”
Dovrebbero finirci dentro i migranti che non fanno richiesta di protezione internazionale o chi non ne ha i requisiti e che dopo i primi accertamenti ricevono il decreto di respingimento nel Paese di origine. Le caratteristiche saranno quelle di un centro di detenzione
ASTALLI Raccolta fondi per i migranti
TRENTO. Due Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) in regione, uno in Trentino e un altro in Alto Adige, che possano ospitare in tutto cento migranti. Due strutture cioè dove trattenere i cittadini stranieri in attesa di esecuzione di un provvedimento di espulsione. Le Province di Trento e di Bolzano sono in trattativa con il governo, come ha annunciato il presidente altoatesino Arno Kompatscher: nel 2017 l'ex poligono di tiro a Roveré della Luna, di proprietà del Ministero della Difesa, venne scelto come sede del Cpr, che però non venne realizzato.
Nel nuovo Cpr dovrebbero finire i migranti che non fanno richiesta di protezione internazionale o chi non ne ha i requisiti e che dopo i primi accertamenti ricevono il decreto di respingimento nel Paese di origine. Le caratteristiche saranno quelle di un centro di detenzione. E ora come allora il governo sembra determinato, sulla spinta dell'ondata di arrivi in particolare dal Mediterraneo e della necessità di organizzare tutto il sistema dell'accoglienza e delle successive espulsioni di chi non verrà accolto, ad aprire almeno un Centro per il rimpatrio in ogni regione.
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