Ianeselli: in città videocamere con microfono solo per un progetto di ricerca sulla sicurezza, volti e voci non identificabili
Il sindaco del capoluogo spiega il senso dei dispositivi previsti in città nell'ambito di una sperimentazione: «Lo scopo non è riconoscere il parlato delle persone, ma associare situazioni audio a scenari di possibile pericolo. Lo studio è in fase preliminare, anche gli eventuali alert lanciati dai sensori non vengono ascoltati da forze di polizia e i dati comunque sono anonimizzati alla fonte»
TRENTO In cinque piazze microfoni e telecamere: laboratorio sulla sicurezza
TRENTO. A scanso di equivoci, il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, interviene con un chiarimento sul tema delle videocamere dotate di microfono, previste in città nell'ambito del progetto sperimentale europeo Marvel di cui sono partner Fbk e il Comune. L'idea è di mettere l'intelligenza artificiale al servizio della sicurezza dei cittadini. La città diventa un grande laboratorio a cielo aperto per testare nuove strategie che consentano di prevedere le situazioni di pericolo e di intervenire in modo efficace e tempestivo.
Ma non va dimenticato che si tratta, appunto, sottolinea Ianeselli, «di un progetto di ricerca, senza applicazioni pratiche, puramente sperimentale».
In altri termini, spiega ancora il sindaco, «in questo momento i possibili alert lanciati dal sistema di sensori non vengono ascoltati da nessuna forza di polizia perché, appunto, lo studio è in una fase del tutto preliminare».
Insomma, c'è una spiegazione diversa dalle possibili apparenze.
«Se anche Marvel - rimarca Ianeselli - non fosse comunque in una fase di sperimentazione, a Trento non ci sarebbe comunque in azione nessun “Grande fratello”, come del resto spiegato in più occasioni. Grazie a Fbk sono stati infatti sviluppati algoritmi di intelligenza artificiale in grado di anonimizzare in modo automatico i dati raccolti dai sensori, rendendo le immagini dei volti e le voci delle persone non riconoscibili. L'anonimizzazione avviene in tempo quasi reale, ovvero “alla fonte”, non dopo la trasmissione dei dati, il che significa che nessun volto, nessuna voce può essere identificabile. Infatti, l'obiettivo del progetto non è quello di riconoscere il parlato delle persone, ma di associare situazioni audio a scenari di possibile pericolo.
Il tutto - ripetiamo - avviene oggi sempre per puri fini di ricerca e secondo quanto previsto dalla legislazione europea di riferimento, che è tra le più severe al mondo. In tutti i tre i progetti in corso che prevedono la collaborazione tra Comune e Fbk – Marvel, Protector e Precrisis - gli aspetti etici non sono meno importanti di quelli tecnologici: com’è naturale e scontato, la sperimentazione infatti avviene nel pieno rispetto della legislazione sulla protezione dei dati personali e degli standard etici», conclude il sindaco Ianeselli.