Grandi carnivori, scontro tra i partiti: Fugatti al centro delle critiche, lo accusano di non aver gestito il problema
È la questione rovente di questa campagna elettorale e la decisione del Consiglio di Stato, che ha salvati i due lupi dei Lessini dall’abbattimento, riaccende la polemica. Il centrodestra sposa la linea dura del governatore, con una posizione più articolata da parte di Fratelli d’Italia, mentre per gli sfidanti serve affidarsi di più agli esperti
LESSINIA Il Consiglio di Stato salva i due lupi: abbattimento sospeso
LUPI Il decreto di abbattimento firmato dal presidente Fugatti
ESPERTO «Lupi non pericolosi per l’uomo, un errore ucciderli»
IL CASO Morte dell'orsa F36, l'Enpa: denuncia per uccisione di animali
POLEMICA La linea dura di Fugatti, Gerosa attacca: «Solo propaganda»
TRENTO. La gestione dei grandi carnivori - orsi e lupi - è al centro di questa campagna elettorale e anima il confronto tra i candidati, dopo la tragedia della primavera scorsa, con la morte del giovane Andrea Papi, aggredito da un'orsa e la reazione del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che punta a ridurre drasticamente il numero di orsi presenti sul territorio trentino - ne vorrebbe trasferire o eliminare 70 - e ad abbattere gli esemplari problematici di orsi e lupi, cosa che fino ad ora non gli è riuscita, anche per le ordinanze e i decreti bocciati dai giudici amministrativi, come l'ultima del Consiglio di Stato che ha salvato i due lupi della Lessinia.
Nell'attuale maggioranza di centrodestra la linea del presidente Fugatti è condivisa da tutti, seppure con una posizione più articolata da parte di Fratelli d'Italia. Il consigliere provinciale Roberto Paccher (Lega) ha una posizione molto netta: «Noi siamo per ridurre il numero di orsi e lupi perché oggi è eccessivo e rappresentano un problema che va risolto. Per gli orsi noi siamo per l'abbattimento se non sarà possibile spostarli». Il Patt con il consigliere provinciale Lorenzo Ossanna ha depositato un disegno di legge che prevede «il contingentamento degli orsi in eccesso e problematici in collaborazione con l'associazione cacciatori» e il segretario delle Stelle alpine e capolista, Simone Marchiori, spiega: «Mi sembra evidente che, nonostante quello che dicano alcuni, le leggi in vigore non garantiscono tempestività di intervento e, quindi, non garantiscono la sicurezza pubblica. I grandi carnivori sono oggettivamente troppi per un territorio come il nostro che vede la montagna ancora abitata, vissuta e curata.
La soluzione non è nemmeno quella di rinchiudere gli animali pericolosi o confidenti in un recinto: primo perché non ci sarebbe posto, secondo perché un animale selvatico non può stare in cattività».
Per Walter Ferrazza, presidente del Parco Adamello Brenta e candidato di Fratelli d'Italia, invece sostiene: «Innanzitutto si devono evitare estremismi e ricominciare a dare voce alla ragione e alla scienza. I grandi predatori non possono essere gestiti come animali istagrammabili o essere umanizzati: questa forzatura porta a gravi conseguenze. Dobbiamo istituire un tavolo tecnico permanente e partecipato da tutti i portatori di interesse attraverso il quale, primariamente, riuscire a efficientare la nostra capacità di rimuovere gli esemplari problematici. Ogni mammifero ha la sua indole e quando c'è una situazione pericolosa va gestita immediatamente. Dobbiamo lavorare a braccetto con la scienza, per identificare un indice di sostenibilità (una soglia numerica) del territorio e modificare le norme per adattarle alla situazione e per evitare ricorsi e controricorsi. Dobbiamo dotarci quindi di una struttura dedicata e lasciamo che sia il Trentino a decidere le azioni».
Anche nella coalizione che sostiene il candidato presidente Francesco Valduga ci sono sul tema sfumature diverse. Per Roberto Zoanetti (Pd), già direttore del Parco Adamello Brenta: «Appare evidente a tutti che l'attuale Giunta, al di là dei proclami di spostare 70 orsi e di improvvisate autorizzazioni all'abbattimento, non è stata in grado di affrontare la questione grandi carnivori. E non può neanche più dare la colpa ad Ispra che ha aperto un'autostrada, rendendo compatibile il prelievo di un determinato numero di orsi/anno a certe condizioni (informazione, prevenzione e gestione e raccolta dati trasparenti e scientifici). Se la Giunta però non persegue in primis questo obiettivo, sarà come è ora solo materia per avvocati con la Provincia sempre perdente. Ne risentirà anche l'immagine di una Provincia competente ed autonoma incapace di elaborare un serio e nuovo piano, quando più condiviso, al fine della gestione e della compatibilità sociale della presenza dei grandi carnivori sulle montagne del Trentino».
Per l'ex sindaca di Cavedine, Maria Ceschini (Campobase): «In questi cinque anni nulla è stato fatto per evitare la morte di una persona per colpa di un animale, perché il problema grandi carnivori non è stato gestito. Le norme per intervenire già ci sono come ha fatto l'ex presidente Ugo Rossi. Il tema va affrontato in modo serio per ridare serenità a chi vive in montagna, ma senza promettere, come sta facendo Fugatti, quello che non riuscirà a realizzare: abbatterli tutti o spostarne 70».
Per l'animalista Ornella Dorigatti (Alleanza Verdi e Sinistra): «I grandi carnivori rappresentano un grande valore per la biodiversità. L'odio politico di questa Giunta ha scatenato reazioni prive di senso che mirano solo agli abbattimenti. Le proposte invece dovrebbero partire da analisi scientifiche. Abbiamo fatto diverse proposte tecniche ma non si vuole dialogare. Formazione a partire dalle scuole, informazioni ai cittadini e turisti compreso i politici, areali dedicati agli orsi confidenti, foraggiamento dei cacciatori da eliminare perché attirano gli orsi».
Claudio Eccher (Alternativa popolare), medico e cacciatore, che sostiene il candidato presidente Sergio Divina, dichiara: «L'errore è stato reintrodurre gli orsi, ma ora che ci sono, partendo dal presupposto che l'uomo viene prima degli animali, vanno gestiti, cosa che non è stata fatta negli ultimi anni. Gli orsi vanno censiti con le fototrappole e radiocollarati per avere una visione generale e poi sì all'abbattimento di quelli problematici e alla riduzione di numero, però in base a dati certi e non con posizioni estreme».
Giovanna Chiarani (Onda), sindaca di Drena, per Filippo Degasperi presidente, osserva: «Sorprende vedere come molti atti e ordinanze trovino costante smentita e blocco da parte della giustizia amministrativa, che è super partes. Dobbiamo assolutamente risolvere anzitutto i vizi formali che al momento ci vedono come "incapaci" di elaborare atti formali validi (anche per altri ambiti). Credo che si debba chiedere consiglio, sostegno e formazione a chi i grandi carnivori li ha gestiti come esperto/a e non a chi gli atti - come dimostra il Consiglio di stato- non li sa scrivere». Chiarani ricorda che siamo vincolati a una normativa europea sui grandi carnivori e servirebbe «un discorso corale, nazionale e internazionale» invece di «isolarci come trentini» e pensare «all'eliminazione "random" semplicemente degli esemplari avvistati può risultare ancora più dannoso per l'ecosistema e la giusta convivenza uomo-orso».
Marco Valle (M5s) della lista che sostiene il candidato presidente Alex Marini sul tema dice: «A nostro parere il problema grandi carnivori scaturisce dalla non gestione del progetto, partito molti anni fa, in questi 5 anni Fugatti non ha fatto altro che polarizzare le posizioni anziché agire sul monitoraggio, sull'informazione alla cittadinanza e proponendo la sola eliminazione del numero degli orsi. Per tale progetto non era tabù l'allontanamento dei soggetti resi problematici dall'uomo. Dobbiamo raccordare con le autorità statali ed europee per trovare un modello di gestione faunistica ideale per affrontare la problematica sotto il profilo tecnico senza dover aprire un processo politico per ogni singolo esemplare. Anche per quanto riguarda la nuova decisione del Consiglio di Stato sui due lupi, - conclude Valle - troviamo sia il segnale del fallimento politico sulla gestione lupi, arrivati naturalmente sui nostri territori seguendo la diffusione abnorme dei cinghiali. La semplice eliminazione di due lupi non risolve il vero problema di gestione che in parte potrebbe essere ridotto dall'uso dei cani da guardiania».