Fitofarmaci in campagna, basta atomizzatori, arriva la "riforma" del regolamento provinciale per consentire impianti fissi
La delibera della giunta all’esame del Consiglio delle Autonomie locali: si tratta di approvare e normare gli impianti per trattamenti a punto fisso (PSS - permanent spray system) di ultima generazione: meno impattanti per la "deriva" chimica
TRENTO. La giunta provinciale ha da tempo una particolare attenzione nei confronti della categoria degli agricoltori e dei loro Consorzi. Ed ora – pur con una giunta “provvisoria” – si appresta a varare la riforma del regolamento dei fitofarmaci.
Il disegno di legge è approdato oggi all’esame del Cal, il Consiglio delle Autonomie locali, con il titolo «Misure relative all'utilizzo dei prodotti fitosanitari». Che il Cal ha approvato.
Si tratta di una delibera che detta modificazioni al Regolamento d'esecuzione dell'articolo 24, comma 1, della legge provinciale 30 dicembre 2015, n. 2, proponendo di integrarne l’Allegato A che riporta l’elenco delle misure e delle attrezzature per il contenimento della deriva, ovvero della dispersione aerea delle particelle di fitofarmaco che non raggiungono la coltura. L’integrazione proposta è relativa alla previsione degli impianti per trattamenti a punto fisso (PSS - permanent spray system) di ultima generazione.
«Il documento, infatti, tiene conto di come negli ultimi anni si è assistito a un’importante evoluzione di tecnologie dell’agricoltura di precisione, capaci di fornire un prezioso supporto al miglioramento delle performance e della sostenibilità della produzione agricola. In particolare, si tratta di impianti di nuova generazione che prevedono l’utilizzo di erogatori a bassa pressione (posizionati lungo il filare sopra la chioma delle piante) e che si caratterizzano per l’assenza di qualsiasi flusso d’aria generato da
ventilatori (tipico, invece, del funzionamento degli atomizzatori ad aero convezione), oltreché per la possibilità di essere utilizzati anche in funzione antibrina. Tale tecnica consente, infatti, una significativa riduzione dell’effetto deriva».
Si tratta di tecniche che la Fondazione Mach sta provando ed applicando da alcuni anni, per pervenire al modello di “frutteto intelligente”, con l’uso di impianti fissi al posto degli atomizzatori, ove possibile. Si tratta della sperimentazione in collaborazione con Netafim Italia per l'identificazione e messa a punto della migliore tecnologia di distribuzione a punto fisso per la difesa del melo e della vite in un'ottica di riduzione d'uso e di impatto dei trattamenti fitosanitari, e della deriva.