Rinnovo del contratto, sciopero dei lavoratori del turismo: «Gli esercenti guadagnano, la paga è sempre la stessa»
Il prossimo 22 dicembre astensione dal lavoro del comparto: dai camerieri ai commessi «con l’inflazione al 10% sono saliti i prezzi, ma non le retribuzioni»
TRENTO. "Festa ma non per tutti in questo primo lungo ponte di stagione invernale. Sorridono sicuramente esercenti, commercianti, impiantisti e albergatori che si fregano le mani - e si riempiono le tasche - per il pienone nei mercatini e sulle piste da sci di tutto il Trentino. Non sono certo felici, invece, commessi e camerieri che hanno lavorato senza sosta durante tutto il weekend dell'Immacolata senza avere ancora il rinnovo dei propri contratti di lavoro scaduti ormai da quasi sei anni". Così, in una nota congiunta, i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, annunciando uno sciopero dei lavoratori il prossimo 22 dicembre.
"Mentre in tre anni i prezzi nel settore alberghiero sono saliti del 18% e nello ambito del terziario la produttività del lavoro è salita di ben cinque punti percentuali negli ultimi due anni, gonfiando gli utili di albergatori, ristoratori e commercianti, nelle tasche di lavoratrici e lavoratori non è arrivato neppure un briciolo di aumento da ormai da oltre 60 mesi. Con un'inflazione a due cifre e senza rinnovo contrattuale questi lavoratori è come se avessero perso ben due buste paga", affermano gli esponenti sindacali.
Secondo quanto riportato, sono 60mila circa i lavoratori di alberghi, ristoranti, pubblici esercizi e commercio in Trentino. "Lavoratori spesso precari o stagionali che lavorano ormai in tutte le giornate festive e che, secondo i più recenti dati Inps, vivono in Trentino con circa 11mila euro lordi annui se operano nel settore turistico e con circa 22mila euro lordi annui se sono occupati nel commercio. Per questo il 22 dicembre prossimo queste lavoratrici e lavoratori saranno in sciopero per reclamare un rinnovo dignitoso dei contratti collettivi di lavoro così da poter recuperare il potere d'acquisto perso fino ad oggi", spiegano Grosselli, Bezzi e Alotti.