Case di riposo al collasso: "O ci aumentate il contributo e sbloccate le rette, o sarà il caos"
Il grido d’allarme all’assemblea dell’Upipa: per gli enti gestori è impossibile andare avanti senza sapere i budget e con il ripianamento a fine anno. Tonina promette: «Troveremo una soluzione»
TRENTO. Un forte grido d’allarme è venuto oggi dall’assemblea dei soci di Upipa (ovvero le 42 Apsp trentine che gestiscono le 50 Rsa del territorio). All’ordine del giorno, oltre alla programmazione e ad alcune indicazioni per il 2024, c’era il tema delle quote sanitarie e delle rette.
Su questo argomento, Upipa ha recentemente incontrato anche l’Associazione Familiari RSA_Unite per illustrare un principio non più procrastinabile: è indispensabile uscire dalla logica del contributo a fine anno per ripianare i bilanci delle Apsp e ragionare, al contrario, sull’adeguamento strutturale – e proporzionale all’inflazione – della quota sanitaria a carico della Provincia.
Allo stesso modo, serve abbandonare il blocco delle rette alberghiere (a carico delle famiglie). Il blocco è in vigore dal 2015 ma è chiaro che ogni costo è aumentato in questi quasi 10 anni: costa di più fare la spesa, costano di più le bollette e costa di più anche gestire le Case di riposo a cui, però, viene chiesto di “ignorare” il fenomeno.
Ovviamente, maggiore sarà l’impegno della Provincia sulla quota sanitaria e minore potrà essere l’incremento sulle rette alberghiere. L’impegno sulle quote sanitarie non può ignorare l’invecchiamento della popolazione e l’aggravamento delle patologie; il blocco delle rette non risponde alle esigenze di sostenibilità del sistema. La logica del ripianamento dei bilanci a fine anno, infine, pone le Case di riposo nella condizione di non poter pianificare né gli investimenti né l’attività ordinaria.
Tre i punti del ragionamento di Upipa, delle Apsp socie e dei familiari, riportati dalla presidente Michela Chiogna.
Dal 2015 è in atto un intervento della politica, che blocca il naturale adeguamento delle rette alberghiere e dei costi sanitari. Il blocco delle rette da quasi 10 anni, in realtà, scarica sulle famiglie di domani il minor prezzo pagato dalle famiglie di oggi, perché prima o poi un adeguamento dovrà arrivare e più si tarda a prenderne atto, peggiore sarà l’impatto sociale che produrrà.
Nessuna Apsp sottovaluta la delicatezza del tema dell’aumento delle rette, ma fino al 2015, finché c’era una certa libertà, si notava che le Apsp con le rette sopra la media proponevano aumenti in linea con l’inflazione, quelle con le rette sotto la media si stavano progressivamente avvicinando al dato medio. Questo perché, chi poteva restare “sotto”, o faceva ricorso a risorse proprie che negli anni si sono progressivamente assottigliate, o ha via via aumentato la qualità dei servizi dovendone dunque adeguare anche i costi. Tra le altre cose, la progressiva omogeneizzazione delle rette e della qualità del servizio garantiva anche una sempre maggiore equità di trattamento per gli utenti, a livello provinciale.
Va tolta dal dibattito al parola “efficientamento”: le Apsp sono già al massimo dell’efficienza e hanno limato ogni possibile costo. Se qualcuno parla ancora di efficientamento deve avere il coraggio di dire che parla di tagli: che a quel punto sarebbero sul personale? Sui pasti? Sui presidi sanitari? Sulle manutenzioni?
Va infine chiarito che, per quanto concerne la gestione caratteristica, ovvero l’attività per cui le Apsp esistono cioè l’assistenza agli anziani, tutte sono in negativo. Chi vanta bilanci in positivo beneficia in realtà di rendite patrimoniali (ad esempio affitti): certo una condizione invidiabile ma, altrettanto certo, non un modello replicabile per chi tali fortune non le possiede.
Nel suo intervento l'Assessore alla salute Mario Tonina ha sottolineato come in questa prima fase del suo mandato sia in corso un’operazione ascolto su vari livelli per capire quali sono le necessità e lo stato di fatto della sanità trentina. “Per quanto riguarda le rsa sono consapevole - ha spiegato l’assessore Tonina - delle difficoltà che avete in particolare sul reperimento del personale, certezza sulle entrate finanziarie, risorse per investimenti edilizi e attrezzature. In questo momento, la mia priorità, riguarda la necessità di avere gli elementi per permettere ai direttori di predisporre dei budget che i Consigli di amministrazione devono obbligatoriamente approvare entro fine anno. Ho compreso cosa significa per voi non poter adeguare le rette alberghiere e quale quindi sia la vostra richiesta. Su questo punto mi impegno a darvi una risposta quanto prima e in ogni caso confermo che è mia intenzione proporre l’approvazione delle direttive Rsa e delle direttive sui Centri diurni nella seduta del 22 dicembre. Nella stessa seduta proporrò anche di prorogare al 30 giungo 2024 le direttive triennali alle Apsp che assegnano gli obiettivi di razionalizzazione della spesa, in scadenza il 31 dicembre 2023. Questa proroga è necessaria perché ho bisogno di capire anche insieme a voi, quali possono essere le azioni da mettere in campo nel prossimo triennio. Per quanto riguarda gli adeguamenti contrattuali riusciamo a liquidare i primi 18,6 milioni entro quest’anno, mentre gli ulteriori 8,7 milioni saranno liquidati entro fine gennaio 2024”.
Rivolgendosi ai presidenti e ai direttori in sala l’assessore Tonina ha ribadito che “su tutte le altre tematiche portate oggi alla mia attenzione avrò modo di approfondirle attraverso un confronto costante con voi”.