Per "esportare" i rifiuti la Provincia pagherà caro. E poi ci arriverà l'aumento in bolletta
Appalto in quattro lotti per 52 mila tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato, circa 8 mila tonnellate di rifiuti ingombranti e circa 3.800 tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato: 8 milioni di euro
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TRENTO. La dura faccia della realtà, nella gestione dei rifiuti in Trentino, sta in due numeri. Nel 2021, la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti era pari a 160 euro a tonnellata e la Provincia decise di portarla a 225 euro. A fine 2023, la giunta Fugatti l'ha ulteriormente aumentata a 250 euro per il 2024. Finita l'epoca della discariche e in attesa dell'inceneritore, i cittadini si mettano il cuore in pace: dovranno continuare a subire una tariffa maggiorata, perché è su di loro che saranno scaricati i costi crescenti di smaltimento fuori provincia.
Ad Ischia Podetti, dovranno riprendere a breve i lavori di realizzazione del catino nord, polmone da 250 mila metri cubi destinato, in futuro, ad accogliere le ceneri di risulta del processo del "termovalorizzatore", ma utilizzabile anche, in caso di emergenza, per lo stoccaggio dei rifiuti. Intanto, è stata indetta la nuova gara, da poco meno di 8 milioni di euro, per l'ulteriore conferimento fuori provincia dei rifiuti. Il 2024, quindi, si apre con l'aumento della tariffa, la previsione di concludere i lavori del catino nord e la speranza che Provincia, Comuni e Comunità di valle definiscano la convenzione per l'ambito unico di gestione.
Più costi, tariffa aumentata. L'aumento della tariffa si basa sulla pianificazione fatta da Adep (Agenzia per la depurazione) per il 2024. Prevede di conferire fuori provincia circa 52 mila tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato, circa 8 mila tonnellate di rifiuti ingombranti e circa 3.800 tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato in stoccaggio provvisorio presso Ischia Podetti a Trento e Lavini a Rovereto.
La tariffa di 250 euro a tonnellata (260 per i rifiuti speciali fino a 10 t/anno) serve a coprire tutti i costi di conferimento. È un valore superiore rispetto a quello messo a gara (225 euro) per il conferimento fuori provincia, perché la tariffa deve coprire tutti i costi di gestione delle discariche, compreso il trattamento del percolato di quelle esaurite (come la Maza nel Basso Sarca insegna), oltre che la "eco-tassa" (tributo per il conferimento), il contributo per la localizzazione e le quote di ammortamento.Il nuovo export di rifiuti.
Per gestire l'emergenza della fine delle discariche, oltre che affidarsi a ditte esterne per l'export, la Provincia ha autorizzato stoccaggio provvisorio di rifiuti urbani a Rovereto (imballi a Lavini) e Trento (sfuso a Ischia Podetti).
Nel 2022, 54.076,31 tonnellate sono state gestite in questo modo: 12 mila tonnellate con Rea Dalmine spa di Bergamo, 8 mila con Intermediario Css, 13 mila all'inceneritore di Bolzano, 3.500 stoccate a Lavini e Ischia Podetti, 13.757 nella discarica di Dimaro-Monclassico provvisoriamente riaperta e 3.818 in quella di Imer (pure riaperta).
I rifiuti ingombranti (5.688 tonnellate) sono pure in parte finiti fuori provincia (Snua srl di Aviano e Nekta Ambiente srl). Di positivo c'è che lo stoccaggio di emergenza a Ischia Podetti è in corso di esaurimento grazie all'export, attualmente gestito dalla Ecology Transport srl di Ciago di Vezzano che nel 2022 si è aggiudicata la gara con un ribasso del 2,864%, ad un prezzo di 213,70 euro a tonnellata.
La Provincia ha indetto ora una nuova gara, in quattro lotti, per il ritiro, trasporto e recupero del rifiuto secco residuo, per complessivi 7,92 milioni di euro (225 euro a tonnellata). Durata: un anno, prorogabile.
Catino da impermeabilizzare. L'anno scorso, è stato tirato su il muro-argine di terra armata per la messa in sicurezza del catino nord di Ischia Podetti. Primo lotto di lavori eseguiti dalla Eurorock srl che si era aggiudicata l'appalto per 2,09 milioni di euro. Poi, in ottobre, la Provincia ha aggiudicato a Misconel srl i lavori di impermeabilizzazione e della rete di drenaggio (secondo lotto), per 2,27 milioni di euro. Da progetto, l'intervento sul catino prevede 3,4 milioni per il primo lotto e 3,26 per il secondo. «Per la impermeabilizzazione» spiega l'ingegner Mauro Groff, dirigente del Servizio opere ambientali «servono temperature sopra lo zero. I lavori partiranno appena possibile, poi il contratto prevede sei mesi per completarli».