Trento / L'allarme

Villazzano 3, la torre perde il rivestimento: paura fra gli inquilini e nuove critiche rivolte all'Itea

Tragedia sfiorata: domenica mattina, dalla Torre 14 di Villazzano Tre si è staccata gran parte del rivestimento esterno, precipitata dal settimo piano. Per fortuna sotto non stava passando nessuno in quei momenti

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di Leonardo Pontalti

TRENTO. Prima la tragedia sfiorata, poi lo scontro tra inquilini privati e Itea.Non è un'esagerazione l'utilizzo di toni allarmanti, relativamente a quel che è accaduto l'altro ieri mattina, lunedì 8 gennaio, alla Torre 14 di Villazzano Tre: poco dopo le 12 di domenica, dal settimo piano, lungo il lato nord della torre - una delle due più a monte del complesso di Trento sud, lungo via Conci, non lontano dalla chiesa di San Rocco - si è staccato buona parte del rivestimento esterno.

Inutile dire che se a terra in quel momento si fosse trovato qualcuno, peso del materiale e altezza del punto di caduta avrebbero portato ad esiti devastanti. Per fortuna, davvero solo per fortuna dato che nel complesso si trovano 52 appartamenti, il materiale è finito a terra senza conseguenze. Dopo l'accaduto i residenti hanno subito contattato l'amministratore condominiale che a sua volta ha contattato i vigili del fuoco permanenti.

A seguito del loro intervento la zona è stata transennata ed ora il tutto si è momentaneamente concluso con l'inagibilità di alcuni posti auto, senza che gli accessi alla torre e alle cantine sia limitata.

L'accaduto ha tuttavia riacceso i riflettori sul mancato intervento di riqualificazione che sarebbe stato possibile e auspicabile data la possibilità di beneficiare del Superbonus: le finiture esterne sono infatti ancora le originali - si parla del 1978-'79, 45 anni fa - e la possibilità che i cedimenti siano solo i primi di una serie che si arricchirà in futuro non è remota.

L'episodio ha dunque fatto innervosire - oltre che preoccupare - non poco i residenti, 10 dei quali sono proprietari degli alloggi a fronte dei 42 di Itea. Perché la condivisione sull'opportunità di procedere con la riqualificazione era stata trovata ma, come spiega l'amministratore Luca Adami, «poi non se ne era fatto più nulla, a causa dello stop di Itea».

Che il suo presidente, Michele Condini , non nega: «Il piano era pronto, poi la variazione delle norme a livello nazionale ci ha spiazzati e abbiamo dovuto dare la precedenza ad altri interventi già avviati. E ora i nostri 110% li abbiamo esauriti. Ora ci sarebbe la possibilità di beneficiare del 70% ma in questo momento avremmo difficoltà a reperire i fondi, troppo ampia la differenza tra il 110% e il 70% per pensare di procedere ugualmente».

Il risultato è che ora servirà comunque intervenire ma decisamente a un costo maggiore, come spiega Adami: «Le soluzioni sono due: o si procede unicamente con la messa in sicurezza, con costi astronomici, pensiamo solo a ponteggi di 50 metri e alla rimozione e sostituzione del rivestimento. Oppure si procederà finché è possibile con la riqualificazione al 70%, con la possibilità di fare un lavoro completo beneficiando delle agevolazioni. Ma sarebbe stato auspicabile muoversi prima».

Nel frattempo restano le aree transennate, in attesa che si decida sul da farsi.

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