La Provincia tira dritto: in Trentino da abbattere 24 orsi in tre anni. Il Wwf: "Decisione anti-scientifica"
La giunta Fugatti, riunita in Primiero, questa mattina (19 gennaio) ha varato il discusso disegno di legge che prevede l'uccisione di un massimo di otto esemplari l'anno, se "problematici o pericolosi", come da intese con Roma. Ora l'esecutivo punta su una rapida approvazione delle norme in consiglio provinciale
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TRENTO. Fino a otto orsi da abbattere all’anno per tre anni, per un totale di 24 esemplari. Lo prevede un disegno di legge voluto dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti: oggi, 19 gennaio, il testo è stato approvato dalla giunta, che questa mattina si è riunita a Imer, in Primiero.
L’obiettivo dell'esecutivo, come aveva spiegato già nelle settimane scorse l'assessore competente Roberto Failoni anticipando alla stampa i contenuti del ddl, è di arrivare a una veloce approvazione del piano di abbattimenti da parte del consiglio provinciale.
Ma perché è stato stabilito il numero di otto orsi all’anno? Secondo quanto aveva spiegato Fugatti, «è quanto previsto dall'accordo con il governo, per l’abbattimento fino a 8 orsi l’anno, confidenti o pericolosi, per tre anni».
La nuova norma è necessaria, sostiene Fugatti, per rendere operativo l’obiettivo, che certo non è quello più ambizioso di rimuovere 70 orsi, annunciato l’anno scorso, subito dopo la tragica morte di Andrea Papi, ma è quello più realistico consentito dal «documento tecnico Ispra 2023» per non mettere a rischio l’esistenza dell’orso sulle Alpi.
Insomma, liberarsi di 24 orsi problematici in tre anni - sempre che i problematici siano effettivamente così tanti e che siano individuabili con precisione - è il massimo che la Provincia può sperare di ottenere, stante le norme europee e nazionali sulla speciale protezione dell’orso bruno. Ed è già molto, visto che in passato il ministero dell’Ambiente non aveva mai espresso aperture così rilevanti sugli orsi.
Il presidente Fugatti aveva annunciato la volontà di approvare questa nuova norma già nel settembre scorso, dopo la decisione del governo Meloni di non impugnare una precedente normativa provinciale sugli orsi pericolosi, che prevede che gli abbattimenti siano preferiti alla captivazione, nei casi consentiti dal Pacobace (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali), oltre a procedure più snelle per gli interventi di dissuasione sugli orsi troppo confidenti.
Il documento tecnico di Ispra sulla popolazione di orsi in Trentino, che indica il prelievo di un numero di 8 orsi l’anno, è citato dal presidente Fugatti anche nel decreto con cui autorizzò il «prelievo tramite uccisione» dell’orsa F36 per due falsi attacchi nei boschi di Roncone, orsa che poi è stata trovata morta per cause ancora in via di accertamento.
«Al fine di non incidere in maniera negativa - scrive Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - sulla traiettoria della popolazione (ovvero non determinare una inversione del trend), è possibile ipotizzare la rimozione di un numero massimo di due femmine riproduttive all’anno, nell’ambito di un prelievo complessivo di massimo otto capi (in totale 4 subadulti equamente distribuiti tra maschi e femmine, due maschi adulti, due femmine riproduttive)».
Nel 2023, ricorda Ispra nel parere, è stata rimossa già un’orsa riproduttiva, che è JJ4, tuttora rinchiusa al Casteller, quindi F36 sarebbe stata la seconda. Il 27 settembre scorso è stata trovata morta. Sulla sua morte, così come su quella di altre due carcasse trovate ad ottobre in val di Non, gli animalisti avevano presentato un esposto. La Procura ha aperto un fascicolo. Gli orsi morti nel 2023 sono stati otto.
La reazione del mondo animalista è assai critica e si profila certamente una nuova battaglia legale a tutto campo.
Il Wwf, per esempio, ha contestato fin dal primo annuncio quella che definisce "la linea politica anti-scientifica sulla gestione degli orsi della Provincia". Secondo la nota associazione ecologista, va contrastato questo nuovo disegno di legge che "contro ogni evidenza scientifica, prevede l'abbattimento di 8 orsi all'anno per i prossimi 3 anni con il fine di 'assicurare la pubblica sicurezza e la tutela dell'economia di montagna'".
Il Wwf torna poi alle reiterate e inascoltate proposte pe run salto di qualità nella gestione provinciale degli orsi: "Negli ultimi anni ha completamente dimenticato quale sia una corretta strategia che tenga conto sia degli aspetti biologici che sociali. È il momento di abbandonare le politiche populiste e anti-scientifiche e lavorare seriamente per garantire da un lato la conservazione di una specie prioritaria a livello europeo e dall'altro la costruzione di una coesistenza reale con le comunità locali".
Quanto ai numeri indicati nel ddl, si sottolinea come siano in contraddizione con la premessa di occuparsi di esemplari "problematici o pericolosi. Gli orsi "realmente pericolosi rappresentano casi rarissimi e non prevedibili, da valutare caso per caso", sottolineano gli esperti del Wwf.
La Provincia autonoma di Trento, prosegue il Wwf, "ha dimostrato in questi ultimi anni l'incapacità di gestire il ritorno dei grandi carnivori, come dimostra la politica sugli orsi e i simili approcci tenuti verso il lupo". Fugatti, rieletto presidente della Provincia nell'ottobre scorso, "con questo ennesimo provvedimento dimentica di non avere completa autonomia nella gestione delle specie protette", aggiunge il Wwf.
Che conclude: "La linea politica dell'amministrazione provinciale ha portato a un inasprimento del conflitto sociale e del livello di allarmismo, ormai diffuso in alcune vallate trentine, dimenticando l'importanza fondamentale di una comunicazione corretta e equilibrata. L'orso resta una specie protetta da leggi nazionali e direttive europee. Serve un approccio locale basato sulla prevenzione e l'informazione".
[nella foto scattata da Andrea Orsolin, la giunta riunita stamane a Imer]