Ianeselli dopo la direttiva del ministero: «Andiamo avanti con le zone 30, Roma rispetti l'autonomia delle città»
Il sindaco conferma l'avvio della sperimentazione che partirà da Gardolo, con l'obiettivo di salvare vite sulla strada: le statistiche sui morti ci impongono di intervenire al più presto a tutela delle categorie più deboli, cioè bambini, anziani e in generale pedoni e ciclisti
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TRENTO. "Per quanto ci riguarda, la direttiva del Mit non cambia nulla. Andiamo dunque avanti con la sperimentazione delle zone 30, che a Trento prevede non un'estensione generalizzata del limite, ma una valutazione caso per caso delle strade in cui la sicurezza è critica". Lo spiega il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, commentando la direttiva del ministero Infrastrutture e trasporti (Mit) che intende limitare la portata della misura di mitigazione invisa a Matteo Salvini.
"La presenza di scuole o di servizi, il traffico di pedoni e biciclette che interferisce con quello delle auto, la presenza di strettoie o di curve: fin dall'inizio sono stati questi i requisiti che abbiamo preso in considerazione quando abbiamo pensato alle zone 30", aggiunge Ianeselli
"In un periodo in cui il Parlamento discute di autonomia differenziata delle Regioni - prosegue il sindaco - credo che sarebbe opportuno rispettare anche l'autonomia delle città. Che non sono tutte uguali, hanno conformazioni urbanistiche e problemi di mobilità differenti. Dunque, codice della strada alla mano, anche le soluzioni e i provvedimenti riguardanti la viabilità non possono che essere studiati sul territorio, naturalmente dialogando con i cittadini e cercando un punto di mediazione tra tutti gli utenti della strada.
Tra l'altro, le statistiche (9 morti al giorno sulle strade in Italia!) ci impongono di intervenire al più presto a tutela delle categorie più deboli - bambini, anziani e in generale pedoni o ciclisti - oltre che per garantire la vivibilità delle nostre città. Capisco le resistenze. Solo pochi decenni fa a Trento le piazze centrali erano adibite a parcheggio delle auto. Ora sono un salotto urbano e tutti, cittadini e turisti, sono contenti. Credo che i tempi siano maturi per fare un ulteriore passo avanti", conclude il sindaco.
Il progetto partirà a breve del quartiere di Gardolo come avvio di un percorso sperimentale e partecipato per capire come rendere più sicuro, più a misura di pedone, di bambino, di anziano, un tratto di strada vicino alle scuole e ad altri servizi pubblici.
Da Roma oggi si è spiegato che è pronta la direttiva del ministero dei trasporti sui 30 km orari in città, per porre dei paletti ai Comuni.
L'annuncio arriva con una nota in cui si sottolinea appunto come "gli uffici del Mit hanno preparato la direttiva sui limiti di velocità nei centri urbani su cui verrà avviato un confronto istituzionale".
Il vicepremier e ministro Matteo Salvini, "che anche oggi è stato in contatto diretto con molti amministratori locali di tutti i colori politici, ribadisce l'impegno di collaborare per ottenere città più sicure".
L'intenzione ribadita dal leader della Lega è trovare "un equilibrio affinché non ci siano provvedimenti poco efficaci o addirittura dannosi".
Con una successiva nota il ministro ha spiegato che obiettivo della direttiva "è chiarire alcuni passaggi ai Comuni che intendano fissare deroghe al limite generale di velocità di 50 km orari fissato per i centri urbani". E "tali deroghe (che possono operare sia in alto, fino a 70 km all’ora, sia in basso) possono essere previste solo per singole strade o tratti di strada, laddove sussistano determinate condizioni oggettive. Inoltre, il Comune deve in ogni caso motivare la deroga".
Nel frattempo erano già arrivate alcune critiche dal Codacons: "Siamo in attesa di visionare il testo della direttiva sui limiti di velocità nei centri urbani e, se confermerà una limitazione dei poteri dei sindaci in materia di sicurezza stradale, impugneremo l'atto al Tar del Lazio".
Per l'associazione dei consumatori "tutti gli esperti sono concordi nell'affermare che misure come quella adottata a Bologna hanno molteplici effetti positivi, e pochissimi disagi per gli automobilisti".
In attesa dei dettagli del documento la direttiva annunciata dal ministero dei Trasporti "se può essere un'occasione di confronto per far rispettare i limiti di velocità e raggiungere l'obiettivo di ridurre gli incidenti nelle città e la mortalità per noi può essere", positiva, aveva affermato in mattinata il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a margine della presentazione di nuovi veicoli di Corrente, car sharing del gruppo Tper, in Comune a Bologna.
"Bologna ha scelto un modello, quello della Città 30, che non è sulla generalità delle strade", ha ricordato Lepore precisando che "la scelta delle strade" dove applicare il nuovo limite di velocità "è stata fatta sulla base delle scelte che il ministero finora ha dato, cioè incidentalità, zone sensibili. Non è un caso che molte delle strade che tante persone stanno chiedendo di riportare ai 50 chilometri all'ora sono quelle con la maggiore incidentalità e mortalità ed è per questo che sono state scelte".
"Penso che il discorso delle città 30 vada proprio nella direzione di salvare vite umane, perché secondo me in Italia in questi anni si muore troppo", afferma Davide Cassani, ex ciclista ed ex ct della nazionale maschile, sull'iniziativa del Comune di Bologna. "Se c'è un sistema per diminuire gli incidenti e la mortalità sulle strade, io penso che bisogna prenderlo in considerazione".