Emergenza autobus a Trento: impossibile rispettare gli orari, ritardi inevitabili
Test sulle linee urbane numero 5 e 8, tra tabelle inverosimili e ritardi di oltre 15 minuti in una città ancora dominata dalle auto. Da Povo alla stazione Fs, al mattino, tempo di percorrenza doppio rispetto alle previsioni
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TRENTO. Il trasporto pubblico del capoluogo ha un problema. E la vicenda che vede coinvolti Comune e Provincia di Trento - da una parte il sindaco Franco Ianeselli che ha chiesto un servizio di maggiore qualità e dall'altra la risposta dell'assessore provinciale Mattia Gottardi, il quale ha sollecitato l'amministrazione comunale a risolvere i problemi viabilistici che congestionano il traffico - è solo la punta dell'iceberg.
Dagli orari difficili (se non impossibili) da rispettare per gli autisti, fino alle strade bloccate nelle ore di punta. Dalla discesa dalla collina ai ritardi nel centro città. Per testare concretamente le complessità quotidiane del settore, abbiamo preso due autobus: per primo il 5, che passando da piazza Manci a Povo fa capolinea in piazza Dante a Trento; poi l'8, dalla rotatoria di via Maccani fino all'auditorium Santa Chiara. Due delle corse che, nei giorni scorsi, sono state indicate come le più problematiche.Da Povo a Trento: oltre un quarto d'ora di ritardo.
Sedici minuti. Questo il totale del ritardo accumulato. Sul sito di Trentino Trasporti, gli orari sono chiari: da piazza Manci a Povo, con partenza alle ore 7.37, l'arrivo è previsto in piazza Dante alle 7.50. Ma chi svolge quella corsa tutte le mattine, sa benissimo che si tratta di stime irrealistiche. Detto che i primi ritardi cominciano a verificarsi già in collina, seppure di appena un paio di minuti, arrivati poco prima di piazza Venezia la situazione si blocca quasi completamente.
E fa sorridere (ma non troppo) leggere che, sulla tabella che indica orari e fermate, è previsto l'arrivo a «Venezia Cave» (dopo la pizzeria Corallo) alle ore 7.44 e poi alle 7.47 davanti al castello del Buonconsiglio. Impossibile, davvero. Ed infatti al castello si arriva alle 8.02, cioè quindici minuti dopo (sei dei quali impiegati per percorrere la discesa di via Venezia). Ma non può essere altrimenti con scuole aperte, semafori e vigili incaricati di regolare il flusso automobili-pedoni. In sintesi, in piazza Dante si arriva alle 8.06. Sedici minuti dopo l'orario previsto.
Non solo ore di punta: l'esempio della corsa numero 8. Non sono solo gli orari di maggior traffico, quelli in cui i trentini vanno a scuola o al lavoro, a creare ingorghi e ritardi. Ed un chiaro esempio è quello di un'altra corsa definita "critica", cioè la numero 8. Basta un breve tratto per rendersene conto: con partenza alle 9.46 dalla rotatoria di via Maccani, l'arrivo in corso 3 Novembre, all'ingresso del centro culturale Santa Chiara, avviene con circa dieci minuti di ritardo. Attraversare via Rosmini, in una giornata come quella di giovedì, durante la quale si svolge anche il mercato, non è infatti cosa rapida.
Ma va peggio il ritorno, sempre sullo stesso breve tragitto: l'autobus arriva alle 10.20 anziché alle 10.11 e alle 10.23, quando (stando alle tabelle di Trentino Trasporti) si dovrebbe già essere alla rotatoria di via Maccani, si è ancora fermi nella zona del tribunale. L'arrivo, anche in questo caso, è ritardato di un quarto d'ora.
Due problemi su tutti: traffico e tabelle con orari sbagliati.
Tornando all'inizio, il trasporto pubblico ha chiaramente un problema. E su questo gli autisti non hanno colpe. Anche perché dal traffico non si scappa: da sempre piazza Venezia (per citare uno dei luoghi «simbolo») è luogo d'incontro di autobus, macchine, furgoni per le consegne, studenti e lavoratori della zona. E spostandosi di pochi metri, dalla stretta via dei Ventuno ai semafori tutt'altro che sincronizzati di via Romagnosi, la situazione resta complessa. Indubbiamente però, devono essere riviste e adeguate le tabelle degli orari. Inverosimili quelli a cui abbiamo fatto riferimento poche righe fa, tant'è che da diverso tempo anche gli autisti chiedono una (comprensibile) revisione.
I ritardi dunque ci sono, ma sono calcolati su stime praticamente impossibili da rispettare. Sicuramente anche da questo elemento dovrà partire una riflessione.