Treno della Memoria: un viaggio negli orrori della storia/6
Destinazione Auschwitz per un folto gruppo di studenti dell'Itt Buonarroti: sono loro stessi, grazie a una vera e propria redazione organizzata con la prof Maria Pingitore, a raccontarci questo percorso, così straordinario e difficile
GIORNO 1 La partenza
GIORNO 2 Berlino
GIORNO 3 Ancora Berlino
GIORNO 4 Cracovia
GIORNO 5 La fabbrica di Oskar Schindler
GIORNO 6: KL AUSCHWITZ che in polacco si scrive Oswiecim.
Iniziamo la visita tanto attesa al Campo di concentramento di Auschwitz.
Sveglia alle 5.40 per riuscire ad iniziare la visita alle ore 8.00. Siamo in piedi e in attesa che si compia qualcosa. Ripensiamo alle nostre aspettative e consideriamo che l’intero viaggio cresce di intensità, di giorno in giorno. E oggi sappiamo di essere in un posto speciale, il luogo-museo per eccellenza o il non-luogo della vita: un luogo della morte, della cancellazione sistematica di vite umane progettata in maniera scientifica grazie alla Gestapo, alle SS e in generale a tutti i collaborazionisti e agli indifferenti.
Ci attende la celebre scritta ARBEIT MACHT FREI e noi pensiamo a Dante, al Canto terzo, quando scrive LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CH’ENTRATE, a Dante citato da Primo Levi in Se questo è un uomo letto in classe, al capitolo in cui narra il disperato tentativo dell’autore di ricordare la sua cultura e la sua bellezza.
Fa freddo ma in maniera ordinata affrontiamo i controlli di polizia e siamo dentro, insieme a tanti altri giovani. Una guida ci attende e ci accompagnerà attraverso il percorso museale. Tutti in silenzio: centinaia di giovani in silenzio e qualcuno piange.
Usciamo. Ma da dove? I nomi hanno preso corpo e dolore ma alcuni sono rimasti solo nomi.
Ci confrontiamo sull’esperienza attraverso alcune domande guida:
1) Cosa ti ha maggiormente colpito di ciò che hai visto o sentito oggi?
2) A cosa serve documentarsi su questi tragici fatti del 1900?
3) Quali emozioni hai provato?
4^AUA
Pietro: La visita della mattina è stata interessante perché si comprendeva la struttura generale del campo, la detenzione e la morte. Partecipare a questa visita mi ha fatto percepire la vita reale di queste persone che sono diventate subito carne e non più solo numero. Eravamo a conoscenza di quanto fosse accaduto, eravamo informati, ma vederlo di persona è un’altra cosa: le persone prendono un corpo, non solo più solo nomi. Abbiamo potuto immaginare una vera vita.
Giulio: L’impressione principale è che la struttura sia stata pensata come fosse un’intera città/casa, quindi immagino che le famiglie dei deportati immaginassero di andare davvero in un altro posto, fatto appositamente per loro. Il suono delle campane mi ha fatto interrogare sulla presenza di una chiesa o no. E poi le docce. Perché sottoterra? Perché sono scesi senza ribellarsi? Se qualcuno si fosse ribellato, certo sarebbe morto, ma forse sarebbe scoppiato un tumulto e forse sarebbe stato un esempio per altri.
Tommaso: Mi aspettavo una realtà diversa: più immersiva e a contatto con più cose, le fonti materiali della tragedia. Invece questo percorso guidato, un po’ veloce, con così tanta gente me lo ha reso meno forte rispetto alle aspettative. Il percorso un po’ ricostruito, adattato anche alla necessità di ospitare numeri così alti di giovani, non mi ha aiutato ad immergermi nella storia umana del tempo.
Dopo un panino, ci siamo recati al Campo di Birkenau e, in ultimo, al punto di incontro presso il memoriale del campo dove abbiamo chiuso le attività della giornata ricordando una persona morta su cui ci siamo soffermati nel corso della visita.
Ci è sembrato interessante confrontarci con il terzo gruppo del Buonarroti che vediamo poco poiché risiede in un altro ostello. Ma oggi, qui, davanti al memoriale ci siamo incontrati e confrontati.
Federico e Federico di 4^CSC
Ho sentito dentro di me una sensazione di buco a Birkenau perché non si vede la fine della recinzione. Poi i camini che salgono verso il cielo. Le baracche andate a fuoco: tutto questo mi fa capire quante persone sono passate di qui.
I due Federico sottolineano la pesantezza della situazione, la tragedia accaduta. Dobbiamo ricordare perché i tempi che corrono sono attraversati da ideologie pericolose. Bisogna fare da argine affinché non capiti più quello che qui abbiamo potuto vedere.
4^CMA Fabiano: è importante portare a casa quanto abbiamo visto e trasmetterlo a nostra volta.
Per la 4^AUA sarà Giacomo a chiedere ai suoi compagni di classe impressioni sulla giornata:
Jacopo: Mi ha colpito molto la selezione effettuata dai tedeschi quando arrivavano i treni: disponevano della vita delle persone alzando un solo pollice. Serve eccome venire in posti così, ci si rende conto di quanto talvolta ci lamentiamo per sciocchezze. Nemmeno da confrontare con il dolore che qui si respira. Le emozioni sono forti e scivolano l’una nell’altra: disgusto, rabbia, tristezza.
Nicola: Ho riflettuto sul fatto che in un posto così piccolo siano passate così tante persone, quante ne sono morte e con quale crudeltà. Tutti noi che siamo qui, possiamo fare la differenza cercando di non commettere gli stessi errori. L’emozione più travolgente è stato un senso di impotenza di fronte a tutto questo.
Gabriele: Mi sembra strano pensare che forse un mio avo sia stato qui. Voglio capire meglio e riflettere. Le mie emozioni principali? Stupore e angoscia.
Non dobbiamo dimenticare che tutto questo è accaduto in Europa, Europa che disponeva, come sappiamo, di strumenti giuridici adeguati per proteggersi da tanta violenza, eppure è successo. E come dice il poeta Bertolt Brecht, le condizioni perché riaccada ci sono ancora. Si riferiva al suo tempo, ma noi le vediamo anche oggi.
Allora, dopo una giornata faticosa anche emotivamente come quella di oggi, ci lasciamo con una domanda più che con una risposta. Cosa posso fare io? Qual è la mia posizione partigiana? Intanto, almeno ricordare come abbiamo fatto tutti insieme nel momento della commemorazione.
Tra queste domande importanti e i primi compiti e lezioni che timidamente si affacciano tra le nostre parole, ci avviciniamo all’ultimo giorno del viaggio: domani. Sarà una giornata di restituzioni collettive e chissà cosa ancora.
Decidiamo di condividere libri e film sul tema conosciuti un po’ da tutti: Il bambino con il pigiama a righe, La vita è bella, Schindlers’list, il fotografo di Mauthausen, Se questo è un uomo di Primo Levi, il film Amen di Roman Polanski, il film il pianista, il libro Un sacchetto di biglie. Il libro Un amico ritrovato.
La redazione di oggi: Camilla, Ayoub per la 4^CSA e Giacomo per la 4^AUA